Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 10/07/2024
Le truppe statunitensi hanno completato il ritiro di tutto il personale dalla base aerea 101 di Niamey, in Niger, la prima delle due basi Usa ad essere evacuate su richiesta della giunta militare nigerina salita al potere con un colpo di Stato militare il 26 luglio 2023. Lo rende noto in un comunicato il Comando Usa per l’Africa (Africom), secondo cui il ritiro è stato completato dopo una cerimonia che ha formalizzato la partenza delle truppe. L’ultimo aereo a partire, un aereo da trasporto C-17 Globemaster III dell’Aeronautica militare, è partito ieri. Entro il mese di settembre, poi, gli Stati Uniti lasceranno anche la base aerea 201, nella città di Agadez, come concordato a maggio con le autorità di Niamey. Il maggiore generale dell’Aeronautica militare e direttore della strategia, dell’impegno e dei programmi di Africom, Kenneth Ekman, ha dichiarato di essere grato per il ritiro ordinato e sicuro delle truppe Usa. “Oggi riflettiamo positivamente sugli ultimi 15 anni di cooperazione in materia di sicurezza e di sacrificio condiviso dalle forze statunitensi e nigerine”, ha affermato Ekman, aggiungendo che gli Stati Uniti dovranno adattare la loro “presenza e le loro attività nell’Africa occidentale per perseguire obiettivi di sicurezza reciproca”.
Il processo di transizione per abbandonare la base aerea 101 è iniziato lo scorso 19 maggio, quando gli Stati Uniti e il Niger hanno firmato un documento che stabilisce i termini del ritiro, dopo che ad aprile la giunta al potere in Niger aveva ordinato a Washington di ritirare i suoi quasi 1.000 militari di stanza nel Paese. Il ritiro delle truppe statunitensi dal Niger verrà concluso entro il 15 settembre, come concordato dalle autorità del ministero della Difesa Usa e del Niger riunite a Niamey nel quadro della riunione della Commissione congiunta di disimpegno, tenutasi dal 15 al 19 maggio scorso. In una nota diffusa alla stampa al termine dell’incontro si precisa che le due delegazioni hanno confermato le garanzie di protezione e sicurezza alle forze statunitensi durante il loro ritiro, consapevoli dei “sacrifici comuni delle forze nigerine e statunitensi nella lotta contro il terrorismo”. Il ritiro delle forze statunitensi dal Niger, si legge ancora, “non pregiudica la continuazione delle relazioni di sviluppo tra Stati Uniti e Niger”, due Paesi che rimangono “impegnati nel dialogo diplomatico per definire il futuro delle loro relazioni bilaterali”. Gli Stati Uniti dispongono in Niger di circa 1.000 militari.
L’amministrazione Biden ha annunciato a maggio di avere dato il via a “discussioni per un ritiro ordinato e responsabile” dal Paese, dopo che la giunta militare ha cancellato l’accordo di cooperazione militare con gli Stati Uniti, in vigore dal 2012. Le relazioni tra gli Stati Uniti e il Niger sono diventate tese da quando la giunta militare ha preso il potere a Niamey dopo il colpo di Stato dello scorso 26 luglio, che ha estromesso il presidente democraticamente eletto Mohamed Bazoum, attualmente agli arresti domiciliari. Dal 2012 gli Stati Uniti hanno mantenuto una presenza militare in Niger, con la maggior parte del personale statunitense di stanza nella base dei droni di Agadez, la cui costruzione è costata circa 110 milioni di dollari. Prima del colpo di Stato del 26 luglio i militari statunitensi fornivano addestramento, intelligence ed equipaggiamento alle truppe nigerine. Dopo il golpe le attività si sono limitate a quanto necessario per garantire la sicurezza delle truppe Usa. Poco dopo il colpo di Stato, il nuovo governo del Niger ha ordinato anche la partenza degli oltre 1.500 militari francesi di stanza in Niger, che hanno completato il loro ritiro nell’ottobre scorso.