Egitto: la guerra a Gaza oscura le elezioni presidenziali

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 24/11/2023

L’interesse popolare per le prossime elezioni presidenziali in Egitto, programmate per il prossimo mese, sta scemando a seguito dello scoppio del conflitto nella Striscia di Gaza. In molte piazze e strade principali sono visibili gli striscioni dei quattro candidati alle elezioni, ma finora il presidente in carica Abdel Fattah al Sisi ha monopolizzato gran parte della pubblicità e non si sono ancora svolti dibattiti tra i candidati.

Il movimento civile d’opposizione, che include diverse personalità pubbliche e rappresentanti di vari partiti politici, ha chiesto un boicottaggio delle elezioni presidenziali, citando presunte “violazioni durante la fase di raccolta delle firme per il potenziale candidato Ahmed Al Tantawi”, il quale ha dichiarato di non essere riuscito a raccogliere i 25.000 necessari dai governatorati.

Al Sisi, candidato per un terzo mandato, ha scelto di limitare la propria visibilità, incoraggiando i sostenitori a destinare donazioni alle istituzioni della società civile, in particolare alla Fondazione Decent Life, per sostenere la popolazione palestinese.

Nel frattempo, il candidato dell’opposizione del Partito socialdemocratico egiziano, Farid Zahran, ha iniziato a tenere conferenze elettorali, presentandosi come “un’alternativa sicura, pacifica e democratica al regime attuale” e promettendo il rilascio di tutti i detenuti politici. Riguardo alla situazione a Gaza, Zahran ha sottolineato che l’operazione militare israeliana non si mai sarebbe verificata se l’Egitto non fosse stato così debole.

Il candidato del Partito popolare repubblicano, Hazem Omar, ha delineato il suo programma elettorale, concentrato sulla visita dei governatorati e sulla risoluzione dei loro problemi. Il candidato del partito Wafd, Abdel Sanad Yamama, ha proposto il ritiro dell’Egitto dall’accordo sulla Dichiarazione di principi con l’Etiopia riguardante la quota egiziana delle acque della Valle del Nilo. Yamama ha anche sottolineato la necessità di riformare la costituzione per limitare i poteri del primo ministro e ha chiesto un coinvolgimento più significativo della magistratura e del Senato.

Gli egiziani all’estero voteranno nei primi tre giorni di dicembre, mentre le elezioni in patria si terranno il 10, 11 e 12 dello stesso mese. Nonostante l’appello all’opposizione al boicottaggio per la mancanza di un candidato forte e affidabile, i media locali invitano comunque i cittadini a partecipare in massa alle elezioni.