FRANCIA, IMPENNATA DEL DEFICIT NEL 2023: GOVERNO SOTTO ACCUSA

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 27/03/2024

È attestato al 5,5% del Pil. Una doccia fredda per l’esecutivo, che puntava al 4,9 per cento dopo il 4,8% del 2022. Le conseguenze? 15,8 miliardi di euro in meno nelle casse dello Stato

Il governo francese si ritrova sotto il fuoco incrociato delle opposizioni dopo che l’Istituto nazionale delle statistiche e degli studi economici (Insee) ha ufficializzato l’aumento del deficit, che nel 2023 si è attestato al 5,5 per cento del Pil. Una doccia fredda per l’esecutivo, che puntava al 4,9 per cento dopo il 4,8 per cento del 2022. Il ministro delegato ai Conti pubblici, Thomas Cazenave, ha scritto su X che questa impennata rappresenta 15,8 miliardi di euro in meno nelle casse dello Stato. Male anche il debito pubblico, arrivato al 110,6 per cento del Pil. Sebbene sia sceso rispetto a quello del 2022 (al 111,9 per cento del Pil), il dato resta al di sopra delle stime del governo, che mirava al 109,7 per cento del Pil.

Adesso il governo dovrà prevedere un ampio piano di tagli alle spese, mentre il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, ha assicurato che non sono previsti aumenti delle tasse. “Le finanze dello Stato devono essere ripristinate”, ha detto Le Maire, spiegando che viene mantenuto “l’obiettivo di ripassare sotto la soglia del 3 per cento nel 2023”. Un traguardo “auspicabile e necessario” secondo il presidente della Corte dei Conti Pierre Moscovici, che ha commentato la situazione all’emittente radiofonica “France Inter”: quello della Francia “è uno dei deficit più elevati della zona euro, siamo in una postura che ci obbliga a dire la verità ai francesi sulle nostre finanze pubbliche”. L’ex commissario europeo ha parlato di una “deriva”, pur non dicendosi “sorpreso”.

Ad insorgere, invece, sono stati i partiti di opposizione. Il presidente dei Repubblicani, Eric Ciotti, ha attaccato direttamente il presidente Emmanuel Macron, evocando su X il “canto del cigno delle finanze pubbliche”. Manuel Bompard, coordinatore del partito di estrema sinistra La France Insoumise, ha parlato di una “sconfessione” per Macron. Il leader del Partito comunista Fabien Roussel ha parlato di un governo composto di “truffatori con il colletto bianco” all’emittente televisiva “Tf1”.

Il sindaco socialista di le Mans ed ex ministro dell’Agricoltura, Stephane Le Foll, ha criticato “l’incompetenza” dei dirigenti al governo. Il 29 aprile è previsto un dibattito sulle finanze pubbliche all’Assemblea nazionale organizzato dalla Commissione Finanze, durante il quale si esprimeranno i rappresentanti dei gruppi parlamentari e il governo. L’associazione dei sindaci di Francia ha escluso la possibilità di implicare le collettività territoriale nei contributi alle spese volte a risanare il deficit. La situazione per la Francia è particolarmente difficile, soprattutto perché nei prossimi due mesi le principali agenzie di rating dovranno emettere il loro verdetto sulla situazione finanziaria del Paese.

Il quotidiano economico “Les Echos” sottolinea che un abbassamento della nota rappresenterebbe un duro colpo per la maggioranza del presidente Emmanuel Macron in vista delle prossime elezioni europee, dove il Rassemblement National di Marine Le Pen è dato come grande favorito. Lo scorso dicembre, Standard & Poor’s ha mantenuto il livello della Francia a “AA”, sostenendo che il Paese era in grado di rimborsare il debito: adesso crescono i timori di un declassamento si fanno più concreti.