Gaza, all’opera i mediatori Rischio escalation in Libano

Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 28/06/2024

Crescono le tensioni al confine Gli Usa ribadiscono la necessità di una soluzione diplomatica

Le operazioni delle Forze di difesa israeliane (Idf) nella Striscia di Gaza proseguono, ma a preoccupare è un’escalation sul fronte settentrionale, al confine tra Israele e Libano. L’ambasciata Usa a Beirut ha sconsigliato ai cittadini statunitensi di recarsi in Libano, soprattutto nel sud e nelle aree al confine con la Siria. Il presidente d’Israele, Isaac Herzog, ha accusato la comunità internazionale di non fare abbastanza per una de-escalation tra le Idf e il movimento sciita libanese filo-iraniano Hezbollah. Secondo quanto riferito in una dichiarazione dell’ufficio di Herzog, il presidente ha effettuato una visita di due giorni nel nord di Israele, al confine con il Libano. A conclusione della visita, Herzog ha affermato: “La comunità internazionale non dovrebbe sorprendersi se la situazione (degli scontri) va fuori controllo, perché la comunità internazionale non alza quasi un dito, non fa quasi nulla per contribuire alla piena sicurezza dei residenti israeliani, dopo ripetute violazioni dei trattati e degli accordi internazionali da parte del Libano e di Hezbollah”.

Il Libano e Israele non possono permettersi un’altra guerra, ha scritto su X l’Alto rappresentante europeo per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, a margine dell’incontro avuto con il ministro degli Esteri libanese, Abdallah Bou Habib, mercoledì. Il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, ha incontrato alla Casa Bianca il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, con cui ha discusso le trattative per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, funzionale anche alla liberazione degli ostaggi ancora in mano a Hamas. Il ministro israeliano, si legge in una nota, ha ribadito il sostegno del suo governo all’ultima proposta per una tregua, già appoggiata anche dalle Nazioni Unite e dal G7. Sullivan ha sottolineato il sostegno “incrollabile” di Washington alla sicurezza di Israele, soprattutto “alla luce della minaccia rappresentata da organizzazioni terroristiche legate all’Iran, come Hezbollah”. Particolare attenzione è stata dedicata alle crescenti tensioni lungo il confine tra Israele e Libano, e Sullivan ha ribadito la necessità di una soluzione diplomatica. Le parti, infine, hanno parlato della crisi umanitaria a Gaza, e Sullivan ha anche ricordato nuovamente l’importanza di mettere fine alle tensioni in Cisgiordania.

La situazione politico-economica in Libano e le tensioni nel sud sono state affrontate anche dal segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, durante la sua visita nel Paese dei cedri. “La grave situazione economica del Libano vi porti a essere sempre più generosi nel soddisfare le necessità dei più bisognosi, nel cercare di alleviare il peso di molte persone, nella speranza di un futuro migliore, più giusto ed equo”, ha affermato. Nei suoi incontri, Parolin ha fatto appello all’elezione del nuovo capo dello Stato. Il Libano, infatti, non ha un capo dello Stato da novembre 2022 e l’assenza di questa figura non ha fatto altro che peggiorare lo scenario generale. A questo proposito il segretario di Stato ha fatto riferimento “a un grande vuoto” sulla scena politica del Paese. “Manca la voce del presidente del Libano. Questa assenza pesa molto in un momento così grave per il Medio Oriente”, ha affermato Parolin, rinnovando “l’appello a tutti coloro che hanno una responsabilità, affinché l’elezione del presidente possa avvenire rapidamente e il Paese possa ritrovare quella stabilità istituzionale così necessaria per affrontare seriamente le sfide attuali”.

Delegazioni dell’intelligence del Qatar e dell’Egitto dovrebbero recarsi a Beirut nei prossimi giorni per discutere della sicurezza nel sud del Libano. Lo hanno riportato giovedì i quotidiani libanesi “Al Akhbar”, vicino al movimento sciita libanese Hezbollah, e “Al Diyar”, secondo cui la delegazione di Doha sarà guidata dall’inviato qatariota Abu Fahd Jassim Al Thani, mentre quella egiziana dal capo dell’intelligence, generale Abbas Kamel. “L’inviato del Qatar incontrerà rappresentanti di Hezbollah e del movimento sciita Amal”, riporta “Al Akhbar”. Secondo alcuni media libanesi, “la visita di Al Thani sarebbe coordinata con gli Stati Uniti. Vale la pena ricordare che Qatar ed Egitto sono impegnati da mesi, insieme agli Stati Uniti, a mediare tra Israele e Hamas per raggiungere il cessate il fuoco e liberare gli ostaggi catturati dal movimento islamista palestinese durante l’attacco del 7 ottobre nello Stato ebraico (a cui sono seguite le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza). Il giorno dopo, l’8 ottobre, Hezbollah ha iniziato a lanciare razzi verso il nord di Israele nel quadro delle azioni del cosiddetto “Asse della resistenza” a sostegno della popolazione palestinese contro lo Stato ebraico.