Gaza, uccisi 21 miliziani fuori dall’ospedale, tensioni con il Libano

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 14/11/2023

Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno ucciso 21 terroristi che hanno sparato contro di loro dall’ospedale Al Quds, a Gaza. Secondo quanto riferiscono le Idf, il gruppo di uomini armati era nascosto in un gruppo di civili all’ingresso dell’ospedale. I militari hanno risposto con proiettili veri. Al tentativo di agguato si sono uniti anche altri uomini armati usciti dagli edifici circostanti e che poi si sono nascosti nella zona dell’ospedale.

La 38esima giornata di guerra tra Israele e Gaza è stata contraddistinta dal proseguimento delle operazioni israeliane nell’enclave palestinese, dagli appelli internazionali per raggiungere la tregua e dalle tensioni a ridosso del confine con il Libano.

Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno ucciso 21 terroristi che hanno sparato contro di loro dall’ospedale Al Quds, a Gaza. Secondo quanto riferiscono le Idf, il gruppo di uomini armati era nascosto in un gruppo di civili all’ingresso dell’ospedale.

I militari hanno risposto con proiettili veri. Al tentativo di agguato si sono uniti anche altri uomini armati usciti dagli edifici circostanti e che poi si sono nascosti nella zona dell’ospedale.

Da parte sua, l’agenzia di stampa palestinese “Wafa” ha dichiarato che le Idf hanno ucciso sei persone durante i bombardamenti su una casa di proprietà della famiglia Al Shafi’i nella cittadina di Bani Suhaila, a est di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza.

Secondo “Wafa” sono 46 i civili uccisi nella zona di Khan Younis nelle ultime 24 ore. Il bilancio dei morti nella Striscia di Gaza a partire dal 7 ottobre è salito a 11.360. Lo ha riferito il ministero della Sanità della Striscia di Gaza, controllato da Hamas, in un comunicato secondo il quale i feriti sono 28.200. Tra le vittime figurano 4.609 bambini, 3.100 donne e 678 anziani. In Cisgiordania, il numero dei palestinesi morti è salito a 180, e quello dei feriti a 2.700. Il ministero ha spiegato che sei bambini prematuri e nove pazienti dell’ospedale Al Shifa, a Gaza City, siano morti in seguito alla carenza di carburante che ha causato interruzioni dell’energia elettrica.

Il ministero della Sanità ha registrato la morte di 202 operatori sanitari e 36 membri della Protezione civile, mentre 60 ambulanze sono state danneggiate, di cui sono 53 completamente fuori servizio.

Le operazioni umanitarie nella Striscia di Gaza saranno interrotte nelle prossime 48 ore perché non è consentito l’ingresso di carburante nella Striscia. Lo ha detto il direttore degli affari dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso ai rifugiati palestinesi (Unrwa) a Gaza, Thomas White, sul suo profilo X (ex Twitter). “Questa mattina due dei nostri principali appaltatori della distribuzione idrica hanno smesso di funzionare” perché hanno “finito il carburante”: questo significa che “a 200 mila persone sarà negato l’accesso all’acqua potabile”, ha scritto White.

Il direttore ha commentato dicendo che si tratta di “una decisione difficile” e che il “carburan te per un ospedale o per produrre acqua potabile” è necessario per “salvare vite umane”. White ha inoltre ricordato che dallo scorso 7 ottobre nessun rifornimento di carburante è più entrato nella Striscia di Gaza.

Intanto, il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, ha lanciato un avvertimento al movimento libanese Hezbollah, dichiarando che sta “giocando con il fuoco”. Nel corso di un incontro con i membri dell’unità 585, composta da beduini, il capo dell’esecutivo ha detto: “C’è chi pensa di poter espandere gli attacchi contro le nostre truppe e contro i civili. Questo è giocare con il fuoco. Il fuoco incontrerà un fuoco molto più forte. Non devono metterci alla prova, perché abbiamo dimostrato solo una piccola parte del nostro potere. Faremo del male a chi ci fa del male”.

Le dichiarazioni giungono nel pieno delle tensioni nel nord di Israele e nel sud del Libano. Un attacco israeliano ha preso di mira un’abitazione ad Ainata, nel sud del Libano, causando la morte di due persone e diversi feriti, secondo quanto ha reso noto il sito web d’informazione “Lebanon 24”, spiegando che l’abitazione “è stata rasa al suolo”. “I membri della Protezione civile dell’Associazione degli scout del Messaggio islamico della località di Ainata hanno trasferito le due vittime all’ospedale Salah Ghandour a Bint Jbeil”, ha spiegato la Protezione civile in un comunicato.