Hamas denuncia oltre 18.400 morti a Gaza A due mesi dal conflitto Israele rafforza le difese

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 13/12/2023

Dopo aver osservato che il governo di Netanyahu è “il più conservatore nella storia di Israele”, Biden ha spiegato che il primo ministro deve “prendere una decisione difficile”. “Il suo esecutivo non vuole una soluzione a due Stati per il conflitto nella Striscia di Gaza, ma deve cambiare il suo approccio in una visione di lungo termine”, ha poi aggiunto il presidente statunitense

Il 67esimo giorno di conflitto tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas, il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza – secondo le informazioni fornite dal ministero della Sanità, gestito da Hamas – ha superato i 18.400 morti. Intanto, secondo i dati diffusi dalle Forze di difesa israeliane (Idf), sono almeno 105 i militari israeliani uccisi a Gaza dall’inizio dell’offensiva dello Stato ebraico sull’exclave palestinese, 20 dei quali uccisi dal cosiddetto “fuoco amico”. Le Idf hanno recuperato i corpi del civile Eden Zacharia, 27 anni, e dell’ufficiale Ziv Dado, 36 anni, morti in seguito all’attacco del 7 ottobre compiuto da Hamas contro Israele.

Durante l’operazione di recupero dei corpi nell’enclave palestinese, condotta dall’intelligence militare e dalle forze di terra israeliane, i sergenti Eyal Meir Berkowitz e Gal Meir Eisenkot (figlio di Gadi Eisenkot, membro dell’attuale governo di emergenza di Israele), sono morti e altri militari delle Idf sono rimasti feriti. Proseguono anche gli scontri tra il movimento sciita libanese filo-iraniano Hezbollah e le Idf. Le sirene d’allarme anti-razzo continuano a suonare in tutto Israele, in particolare nel nord, al confine con il Libano, dove le Idf hanno dichiarato di aver intercettato e abbattuto un “obiettivo aereo sospetto” che, in precedenza, era entrato nello spazio aereo israeliano.

Intanto, a due mesi dall’inizio del conflitto armato tra Israele e Hamas, e dalla conseguente ondata di tensione in Medio Oriente, la corvetta missilistica della Marina israeliana Sa’ar 6 ha attraccato nel porto di Eilat, nel sud di Israele, nel quadro del rafforzamento degli impegni difensivi del Paese. In tal modo sono entrate in servizio le quattro navi classe Sa’ar 6 in dotazione alla Marina israeliana. Più volte nel corso degli ultimi due mesi i sistemi di difesa israeliani hanno intercettato missili lanciati dai ribelli sciiti filo-iraniani Houthi dallo Yemen, i quali hanno attaccato lunedì, 11 dicembre, la nave cisterna Strinda, battente bandiera norvegese e diretta in Italia.

A livello internazionale, gli Stati Uniti continuano gli sforzi affinché la guerra a Gaza si concluda entro la fine dell’anno. Tuttavia, secondo quanto dichiarato dal primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, Israele e gli Usa non sono d’accordo sul futuro governo della Striscia di Gaza se Hamas dovesse essere sconfitto. “Spero che riusciremo a raggiungere un’intesa”, ha detto Netanyahu. Il premier ha espresso il suo apprezzamento per il sostegno statunitense “nella distruzione di Hamas e nella restituzione degli ostaggi”, aggiungendo: “Dopo un intenso dialogo con il presidente Usa, Joe Biden, e i suoi collaboratori, abbiamo ricevuto pieno appoggio per l’incursione di terra e il contenimento della pressione internazionale per porre fine alla guerra”.

Da parte sua, dopo aver osservato che il governo di Netanyahu è “il più conservatore nella storia di Israele”, Biden ha spiegato che il primo ministro deve “prendere una decisione difficile”. “Il suo esecutivo non vuole una soluzione a due Stati per il conflitto nella Striscia di Gaza, ma deve cambiare il suo approccio in una visione di lungo termine”, ha detto il presidente statunitense, aggiungendo che in questo momento Israele starebbe iniziando a perdere il sostegno della comunità internazionale.