Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 31/05/2024
Il nuovo centro riceverà chiamate di soccorso 24 ore su 24 attraverso i mezzi di comunicazione richiesti in conformità con gli standard internazionali pertinenti, nonché con qualsiasi altro mezzo disponibile
La Tunisia si appresta a formalizzare una propria Zona di ricerca e salvataggio in mare (Sar) che sarà “parte integrante della sovranità nazionale”. Lo ha detto il ministro della Difesa della Tunisia, Imed Memmich, durante la sua partecipazione alle attività conclusive dell’esercitazione di ricerca e salvataggio marittimo “Safe Sea 24″, condotta dalla Marina militare tunisina, dal 27 al 29 maggio. Memmich ha spiegato che il sistema tunisino per la ricerca e il salvataggio in mare si basa su tre pilastri fondamentali: “un’autorità nazionale responsabile della ricerca e del salvataggio in mare, rappresentata dal Servizio nazionale della guardia costiera; un piano nazionale per la ricerca e il salvataggio in mare; meccanismi di coordinamento, compiti e poteri degli intervenienti attualmente in fase di completamento”. Il titolare del dicastero della Difesa ha inoltre la responsabilità di adempiere agli “obblighi e impegni internazionali” della Tunisia.
L’esercitazione di ricerca e salvataggio in mare, senza precedenti nel Paese nordafricano, anticipa l’istituzione della futura Zona Sar tunisina che, secondo quanto appreso da “Agenzia Nova”, dovrebbe essere formalizzata alle autorità internazionali il prossimo mese di giungo. La Tunisia al momento non è dotata di una propria area di ricerca e soccorso in mare. Questo sviluppo potrebbe rappresentare un significativo passo avanti nel controllo dei flussi di migrazione irregolare. L’Unione europea, dal canto suo, potrebbe sostenere questo sforzo con aiuti economici e politici, inclusi nuovi mezzi e la formazione per gli agenti locali, per rendere autonoma e più efficiente la guardia costiera tunisina nelle operazioni marittime.
L’esercitazione militare, propedeutica all’istituzione della Zona Sar tunisina, giunge in attuazione del decreto presidenziale numero 181 del 5 aprile 2024 che, in particolare, istituisce una nuova unità denominata “Centro nazionale per il coordinamento delle operazioni di ricerca e salvataggio marittimo”, sotto il Servizio nazionale di sorveglianza costiera del ministero della Difesa, incaricato di rafforzare l’efficacia dei servizi di ricerca e salvataggio in mare e di coordinare le operazioni. Il nuovo centro riceverà chiamate di soccorso 24 ore su 24 attraverso i mezzi di comunicazione richiesti in conformità con gli standard internazionali pertinenti, nonché con qualsiasi altro mezzo disponibile. Inoltre, la nuova amministrazione sarà responsabile della conduzione delle operazioni di ricerca e salvataggio in mare, nonché del coordinamento tra i diversi mezzi di ricerca e salvataggio che partecipano alle operazioni in mare.
Il testo si prefigge l’obiettivo di garantire il corretto funzionamento dei servizi di ricerca e salvataggio in mare e propone la conclusione di accordi di cooperazione e di coordinamento in questo settore con altri paesi. Il nuovo Centro nazionale di coordinamento per le operazioni di ricerca e salvataggio marittimo sarà diretto e supervisionato da un alto ufficiale del Servizio nazionale di sorveglianza costiera, nominato con ordinanza del ministro della Difesa. Il decreto afferma inoltre che la nuova unità di coordinamento disporrà di tre centri di ricerca e salvataggio secondari – sotto il Servizio nazionale di sorveglianza costiera del ministero della Difesa – e di altri quattro centri di ricerca e salvataggio secondari – sotto la Direzione generale della Guardia nazionale, quest’ultima appartenente al ministero dell’Interno.
Nello svolgimento delle sue missioni, il Centro di coordinamento potrà avvalersi di unità navali e aeree del ministero della Difesa, del ministero dell’Interno e dei ministeri responsabili dei Trasporti, delle Dogane e della Pesca marittima, ma anche di aerei e navi della Repubblica tunisina e natanti battenti bandiera tunisina che si trovano in mare e che possono partecipare alle operazioni di ricerca e salvataggio.