Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud L’Altravoce dell’Italia – 30/04/2024
Nei prossimi mesi è attesa l’apertura di una nuova base addestrativa a Sulaymaniyya, a circa 200 chilometri a sud-est di Erbil
Nei prossimi mesi saranno incrementate le attività di addestramento a favore delle forze curde, i peshmerga, condotte dai militari italiani impiegati nell’operazione “Prima Parthica”, nella Regione autonoma del Kurdistan iracheno. Attualmente i militari italiani addestrano i peshmerga a combattere nei centri abitati, nelle zone montuose, a fronteggiare la minaccia degli ordigni esplosivi improvvisati e le minacce chimiche e batteriologiche e a formare i soccorritori militari in due basi, e nei prossimi mesi è attesa l’apertura di una nuova base addestrativa a Sulaymaniyya, circa 200 chilometri a sud-est di Erbil, come annunciato ai giornalisti durante un incontro nella base Camp Singara, a Erbil.
La futura base, anch’essa appartenente alle forze locali, sarà la terza nella Regione autonoma del Kurdistan iracheno, dopo quelle a Benaslava, circa 30 chilometri a sud-est di Erbil, e ad Atrush, circa 130 chilometri a nord-ovest di Erbil. La missione “Prima Parthica” è dislocata a Erbil, nella base Camp Singara, in ricordo della fortezza legionaria risalente all’epoca dell’imperatore romano Settimio Severo, sede della legione Prima Parthica, da cui la denominazione dell’operazione.
All’interno di Camp Singara operano circa 300 soldati, impegnati prevalentemente nell’addestramento delle forze di sicurezza curde, agli ordini del colonnello Francesco Serafini. La missione “Prima Parthica” ha preso il via il 16 agosto 2014, quasi dieci anni fa, nel contesto più ampio della Coalizione internazionale di contrasto allo Stato islamico e alla sua ricostituzione “Inherent Resolve”. Dallo scorso febbraio, alla principale attività dei militari italiani dislocati a Erbil si sono affiancate iniziative di Cooperazione civile e militare (Cimic), volte a soddisfare necessità delle autorità locali.
Le attività Cimic contano sia su fondi previsti dal comparto Difesa, sia su contributi dei donatori. Dall’inizio dell’anno, i militari dell’Esercito italiano impegnati nell’addestramento delle forze peshmerga, l’esercito curdo, hanno formato 424 operatori nella Regione autonoma del Kurdistan iracheno. In tutto il 2023, sono stati addestrati 1.970 peshmerga. Nel quadro dell’operazione “Prima Parthica” operano anche i Carabinieri che addestrano le forze di polizia a Baghdad. Nel 2023 sono stati formati 3.018 agenti iracheni, mentre dall’inizio dell’anno 989. Nonostante l’attuale contesto di tensione in Medio Oriente, la postura della missione “Prima Parthica” non è mutata: addestrare le forze militari autoctone. L’obiettivo di lungo termine è quello di consentire alle forze di sicurezza del Kurdistan iracheno di acquisire le competenze per garantire la stabilità, punto di partenza anche per il miglioramento della condizione socio-economica generale.
L’acquisizione di capacità militari di alto livello da parte dei peshmerga diventa ancora più importante a causa del mutato contesto geopolitico mediorientale, che contrappone Israele, l’Iran e i gruppi affiliati a Teheran (Hezbollah libanesi e iracheni, e Houthi). L’Iraq, oltre ad avere sul suo territorio milizie sciite, si trova geograficamente tra “i due fuochi”. L’attacco con missili e droni lanciato tra il 13 e il 14 aprile dall’Iran contro Israele ha attraversato anche lo spazio aereo iracheno, facendo attivare tutti i meccanismi di sicurezza nelle basi dei contingenti internazionali, compreso Camp Singara.
Dopo l’attacco del movimento islamista palestinese Hamas in Israele il 7 ottobre 2023 e la conseguente operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza, l’Iraq, a causa di una significativa presenza di milizie sciite filoiraniane è stato teatro o luogo di lancio di attacchi contro obiettivi statunitensi. Nel Paese, dove oltre il 60 per cento della popolazione è sciita, alcuni attori politici hanno chiesto che le truppe statunitensi lascino l’Iraq. Pertanto, lo scorso gennaio, è stata creata l’Alta commissione militare Iraq-Stati Uniti con l’obiettivo di ridefinire il ruolo e la presenza delle forze della Coalizione, a cui partecipano 84 nazioni. Sebbene non siano state raggiunte delle conclusioni definitive, nello scenario futuro la Coalizione internazionale potrebbe essere soppiantata da intese militari bilaterali fra l’Iraq e gli altri Stati.