Kuwait, Bianco (Ecfr): sospensione Parlamento prevedibile, situazione “insostenibile”da 10 anni

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 15/05/2024

L’ANALISI DELL’ESPERTA DELL’EUROPEAN COUNCIL ON FOREIGN RELATIONS

La sospensione delle funzioni dell’Assemblea nazionale del Kuwait è un segnale “forte”, in quanto per almeno i prossimi quattro anni ci sarà un governo senza Parlamento nel Paese, a dimostrazione che la situazione interna era ormai “insostenibile”. Lo ha detto ad “Agenzia Nova” Cinzia Bianco, co-autrice del libro “Le monarchie arabe del Golfo. Nuovo centro di gravità in Medio Oriente”, scritto con Matteo Legrenzi nel 2023. Il 10 maggio scorso, l’emiro del Kuwait, Mishal al Ahmad al Jaber Al Sabah, aveva sciolto l’Assemblea nazionale, sospendendo alcuni articoli costituzionali per almeno quattro anni. In questo modo, i poteri del Parlamento sono stati assunti direttamente dallo stesso emiro e dal gabinetto del Paese.

“È una cosa un po’ più forte rispetto a quello che è successo in passato ed è il segno che la situazione era insostenibile così com’era. Sono oltre dieci anni che non si riesce ad avere una collaborazione costruttiva e positiva tra il governo/famiglia reale e il Parlamento”, ha affermato l’analista dello European Council on Foreign Relations (Ecfr). Tuttavia, nonostante si tratti di una sospensione apparentemente temporanea, “nessuno impedisce veramente che se la situazione non sarà diversa o peggiore tra quattro anni, essa possa essere prolungata”, ha aggiunto Bianco.

“Il sistema costituzionale e istituzionale in Kuwait ha un difetto intrinseco strutturale all’interno della sua Costituzione, vale a dire che il Parlamento, avendo un potere legislativo estremamente limitato, ha solamente un potere di veto”, ha dichiarato l’esperta. Nell’ultimo decennio, il Parlamento ha così esercitato questo suo unico potere per contrastare le misure impopolari che il governo avrebbe voluto attuare per riformare il Paese. Per questo motivo, spiega l’esperta, “non si va avanti”.

“Il Paese è assolutamente bloccato da oltre dieci anni”: un periodo in cui il resto del Golfo è stato caratterizzato “estremo dinamismo”, ha detto Bianco. La situazione era quindi “veramente insostenibile e questo sviluppo era abbastanza prevedibile”, ha sottolineato l’esperta dell’Ecfr. Per quanto riguarda i cittadini kuwaitiani, come in ogni Paese, non si tratta di un gruppo omogeneo. C’è una parte della popolazione che vede la sospensione del Parlamento come “oltraggiosa, e poi c’è una parte della popolazione che era veramente stanca marcia di dieci anni di immobilismo”, ha detto Bianco.

Senza la presenza dell’Assemblea nazionale per un periodo di almeno quattro anni, il governo del Kuwait non avrà ostacoli per realizzare una serie di riforme economiche (tra cui l’indebolimento del corporativismo, il taglio di sussidi e una maggiore apertura verso gli investitori stranieri) e concentrarsi sulla politica estera. “Un governo senza Parlamento si può focalizzare molto di più sulla politica estera rispetto agli ultimi anni, quindi è possibile intravedere un maggiore ruolo del Kuwait sulle questioni chiave regionali”, ha spiegato Bianco.

Inoltre, in questo modo, l’esecutivo avrà anche “più mano libera per chiudere accordi internazionali con vari partner, in particolare quelli occidentali che in questo momento hanno una crisi di credibilità e di popolarità con il popolo arabo, dato il sostegno a Israele”, ha aggiunto l’analista. “Intensificare i rapporti, soprattutto con partner occidentali, diventa meno controverso per il governo senza temere che la cosa venga strumentalizzata dal Parlamento”, ha spiegato Bianco