LA FRANCIA PRONTA AL VOTO DECISIVO

Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 06/07/2024

Dalle urne potrebbe uscire un Paese senza maggioranza Lo “sbarramento” repubblicano sembra possa funzionare

Ultimo giorno di campagna elettorale in Francia in vista del secondo turno delle elezioni legislative, previsto per questa domenica. Secondo tutti i sondaggi, il Rassemblement National di Marine Le Pen continua ad essere il grande favorito, anche se difficilmente riuscirà a raggiungere la maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale, fissata a 289 deputati su 577. L’ultima rilevazione condotta dall’istituto Elabe per l’emittente televisiva “BfmTV” vede il partito di estrema destra in testa con una forchetta compresa tra i 200 e i 230 seggi, seguito dalla sinistra riunitasi nel Nuovo Fronte popolare, tra 165 e 190 seggi, mentre la maggioranza uscente del presidente Emmanuel Macron, che corre sotto i colori di Insieme per la Repubblica, è data tra i 120 e i 140 seggi. Uno scenario che, se si dovesse confermare, renderebbe difficile l’ipotesi di aver il Rassemblement National al governo in una coabitazione con Macron.

La stessa Marine Le Pen nei giorni scorsi ha dichiarato che per salire al potere basterebbe anche sfiorare la maggioranza assoluta, ma con una simile proiezione l’arrivo a Matignon, sede dell’esecutivo, si complica per il partito di estrema destra e il candidato premier Jordan Bardella.

Lo “sbarramento” repubblicano sembra quindi destinato a funzionare, almeno stando alle proiezioni. I partiti del Nuovo Fronte popolare hanno ritirato i loro candidati arrivati terzi nei triangolari al ballottaggio per sfavorire i candidati di estrema destra, anche se La France Insoumise ha fatto sapere che sceglierà questa opzione solamente nelle circoscrizioni dove ci sarà il rischio concreto di avere una vittoria del partito lepenista. Più ambiguo l’atteggiamento di Renaissance, partito di Macron, e dei suoi alleati.

I ministri dell’Economia e dell’Interno, rispettivamente Bruno Le Maire e Gérald Darmanin, si sono espressi contro il voto per La France Insoumise, così come l’ex premier Edouard Philippe, leader del partito Horizons. Lo scenario predetto dai sondaggi in caso di conferma potrebbe essere quello di un governo di unità nazionale, con un’alleanza tra forze centriste guidata dai macroniani, che però conterebbe un numero troppo basso di deputati. Difficile che si arrivi ad un’intesa tra il Nuovo Fronte popolare e la maggioranza uscente.

L’ipotesi di un governo tecnico all’italiana, inoltre, è difficilmente realizzabile perché lontana dalla cultura della Quinta Repubblica, mentre le dimissioni di Macron sono ancora meno probabili. La Francia si prepara quindi ad una Camera Bassa frammentata, che secondo la Costituzione non potrà essere sciolta prima di un anno dopo la decisione presa dal Capo dello Stato la sera delle europee del 9 giugno. Domenica i seggi apriranno alle 8 per chiudere alle 18, anche se in alcune grandi città come Parigi, Marsiglia o Lione rimarranno aperti fino alle 20. Proprio a quell’ora sono attese le prime proiezioni.

Per timore di disordini, verranno schierati 30 mila agenti della polizia e della gendarmeria su tutto il territorio. A Parigi la Prefettura ha vietato un raduno davanti all’Assemblea nazionale indetto dal collettivo antifascista Paris banlieue, mentre ieri mattina il ministro dell’Interno Darmanin ha annunciato che sono stati sventati due potenziali attentati.