Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 28/05/2024
Molteplici i settori di collaborazione con il nostro Paese: energia, alta tecnologia, cultura, spazio, turismo e formazione
Dall’energia alla tecnologia, passando per la cultura, lo spazio, il turismo e l’alta formazione: sono molteplici i settori di collaborazione, potenziale e già in essere, tra Italia e Tunisia. Senza dimenticare l’energia e il progetto ElMed, la prima interconnessione a corrente continua tra le due sponde del Mediterraneo, un progetto co-finanziato dalla Commissione europea. Il ponte energetico Italia-Tunisia non solo sosterrà il Piano Mattei per lo sviluppo dell’Africa, ma sarà anche un elemento chiave per il programma di transizione energetica della Tunisia. Questi sono alcuni temi toccati dalla ministra dell’Economia e della Pianificazione, Ferial Werghi Sebai, in una lunga intervista concessa ad “Agenzia Nova” a margine di una recente visita a Roma. “Da diversi anni l’Italia è sempre stata un partner strategico per la Tunisia. Ciò è dimostrato dall’importanza del commercio, degli investimenti italiani in Tunisia, nonché dei programmi e progetti di cooperazione finanziaria e tecnica”, ha spiegato Sebai, nominata ministro dal presidente della Repubblica, Kais Saied, lo scorso aprile.
La crisi sanitaria dovuta al Covid-19, la guerra russo-ucraina e la grave siccità hanno duramente colpito l’economia del Paese nordafricano, un importatore netto di idrocarburi circondato da Stati membri dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec), come Algeria e Libia. Ma il messaggio inviato dall’esponente del governo nordafricano è che la Tunisia non è affatto sull’orlo della bancarotta. Anzi, stando a Sebai, gli indicatori macroeconomici sono in via di miglioramento e i buoni rapporti tra Italia e Tunisia a livello politico (basti pensare alle innumerevoli visite a Tunisi della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni) suggeriscono che questo è un buon momento per investire. “I flussi turistici hanno continuato il loro sviluppo positivo, contribuendo al rafforzamento dei legami economici e culturali tra i due paesi. Gli investimenti italiani, infatti, sono oggi al secondo posto tra gli investimenti europei in Tunisia”, ha spiegato la ministra.
Con un prodotto interno lordo di oltre 45 miliardi di euro e una popolazione di 12,2 milioni di abitanti, la Tunisia si presenta come un’opportunità per gli investitori italiani grazie in primis alla sua prossimità geografica. Il Paese rivierasco rappresenta una piattaforma produttiva naturale per le imprese italiane che mirano a diversificare le proprie attività e penetrare nuovi mercati. Non a caso, più di 970 aziende italiane o di proprietà italiana sono attive in Tunisia, dando lavoro a oltre 80 mila persone. Nel 2023 sono stati realizzati 164 nuovi progetti e ampliamenti, con un volume di investimenti di 264 milioni di dinari tunisini, che hanno consentito la creazione di 3.100 posti di lavoro.
“Gli investimenti italiani sono concentrati in settori strategici come energia, manifattura, servizi e agricoltura”, ha aggiunto la ministra dell’Economia, confermando che “l’Italia è un partner commerciale privilegiato” che occupa i primi posti in termini di esportazioni (secondo posto) e importazioni (primo posto). “Le esportazioni tunisine verso l’Italia hanno mostrato sviluppi favorevoli negli ultimi anni e sono aumentate del 12,4 per cento nei primi quattro mesi di quest’anno 2024. Questa performance è attribuibile all’aumento delle esportazioni di olio d’oliva (a un tasso del 56,4 per cento) così come di quelle dell’energia e delle industrie meccaniche ed elettriche. Le importazioni tunisine dall’Italia consistono principalmente in materie prime e semilavorati. Questi sviluppi hanno comportato un leggero surplus commerciale a beneficio della Tunisia alla fine di aprile 2024”, ha spiegato Sebai.
La ministra Sebai ha ribadito a “Nova” la solidità delle relazioni tra Italia e Tunisia grazie a un rapporto caratterizzato “da scambio, ascolto, trasparenza e convergenza di punti di vista sulla maggior parte delle questioni di interesse comune”, che va ben oltre la semplice collaborazione per arginare i flussi migratori, in quanto basato su un nuovo approccio olistico della diplomazia italiana. Riguardo alla migrazione, la ministra dell’Economia e della pianificazione ha spiegato che “la Tunisia è stata la principale vittima, ma anche la prima ad allertare i suoi partner nella regione. Spetta a coloro che sono i primi responsabili di questa situazione assumersi la responsabilità, in quanto la migrazione irregolare rappresenta una minaccia per tutti i Paesi, siano essi di origine, di transito o di destinazione”.
“Solo affrontando le origini profonde di questo fenomeno potremo porvi fine e salvare la vita di migliaia di esseri umani”, ha aggiunto Sebai, sottolineando come la formazione professionale possa rappresentare “una delle soluzioni alla crisi migratoria, un progetto pilota per la Tunisia nell’ambito del Piano Mattei”. “I nostri due paesi – ha ricordato Sebai – hanno firmato un memorandum per assumere 3 mila lavoratori all’anno per quattro anni: questa assunzione è preceduta da un ciclo di formazione linguistica e nelle specialità interessate, in particolare agricoltura, edilizia, ristorazione, tenendo conto delle esigenze dell’economia italiana, che sono enormi anche se si considera l’invecchiamento della popolazione”. Recentemente, ha proseguito la ministra, “è stato firmato un nuovo accordo da parte dell’associazione nazionale di costruttori edili italiani (Ance) per assumere 2 mila lavoratori tunisini”. E sul Piano Mattei dell’Italia per lo sviluppo dell’Africa, la ministra ha spiegato: “È una strategia a lungo termine, un nuovo approccio concordato al vertice Italia-Africa del gennaio 2024 a Roma, di condivisione e coordinamento”.
Secondo la ministra Sebai, sono diversi i settori promettenti che offrono opportunità di investimento in Tunisia. “In particolare nelle industrie manifatturiere che rimangono il settore promotore per eccellenza, agricoltura e agroalimentare, prodotti farmaceutici, Ict, turismo, in particolare sanità e servizi. Lo stesso vale per le energie da fonti rinnovabili, per le quali la Tunisia ha messo in atto una serie di misure di incentivazione e che contengono un notevole potenziale di sviluppo e partenariato”, ha aggiunto Sebai. Anche il settore delle Ict è in forte espansione e offre reali opportunità. “Il governo tunisino prevede di sviluppare le infrastrutture digitali e promuovere ulteriormente le start-up. Ciò apre prospettive di investimento nella tecnologia digitale, in particolare nell’intelligenza artificiale, nei giochi e nella robotica”, ha affermato la titolare del dicastero dell’Economia.