L’ESERCITO RUSSO SBARCA IN LIBIA «TRASFERITI ALMENO 1.800 MILITARI»

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 11/05/2024

Secondo l’inchiesta di “All Eyes On Wagner” l’operazione è in atto da tre mesi sotto la copertura di un’organizzazione paramilitare

Negli ultimi tre mesi la Russia ha trasferito militari professionisti e combattenti in Libia, dove ci sarebbero oggi almeno 1.800 russi dislocati principalmente in Cirenaica, nei territori controllati dall’Esercito nazionale libico (Enl) del generale Khalifa Haftar. Lo ha riferito ierI “All Eyes On Wagner” (Aeow), un progetto investigativo avviato da OpenFacto, un’organizzazione no-profit francese con esperienza nelle indagini open source (Osint), incorporata nella Ong con sede in Svizzera Inpact e finanziata dall’ottobre 2023 dalla Open Society Foundation.

L’inchiesta di “Aeow” è stata realizzata con il sito d’informazione indipendente “Verstka” e con il sostegno di Radio Svoboda, il servizio in lingua russa di Free Europe/Radio Liberty, un’organizzazione per le comunicazioni ed emittente radiofonica fondata dal Congresso degli Usa. Secondo “All Eyes On Wagner”, diversi militari russi sono stati trasferiti in Libia da inizio anno sotto la copertura di un’organizzazione paramilitare. Un’informazione, quest’ultima, che conferma quanto più volte riportato da “Agenzia Nova” nelle scorse settimane.


SBARCHI AEREI

Secondo le informazioni di “Aeow”, diversi militari russi «sono stati trasferiti in Niger, mentre altri sono rimasti in Libia in attesa di ulteriori istruzioni». “Nova” aveva riportato il 15 aprile che Mosca avrebbe trasferito alcuni mercenari russi dell’ex gruppo Wagner dalla base di Brak al shati, nel sud della Libia, circa 90k m. a ovest di Sebha, verso altri Paesi africani, sostituendoli con militari alle dipendenze del ministero della Difesa russo.

Una fonte di sicurezza libica aveva detto ad “Agenzia Nova” che un aereo cargo russo era atterrato a Brak al Shati con decine di militari che avevano preso in consegna la base libica, riattivata tre anni fa da Wagner, prendendo possesso di equipaggiamenti militari, armi e sistemi di difesa aerea. Lo stesso aereo si era poi diretto verso la base di Al Jufrah, nella Libia centrale, in attesa di partire verso il Niger o il Mali.

Secondo le ultime informazioni in possesso di “Agenzia Nova”, le nuove forze russe non sono ancora andate in Niger: al contrario, hanno rafforzato la presenza nella base di Brak al Shati, che sta assumendo sempre più rilevanza strategica anche grazie alla sua posizione geografica, lontana dai centri abitati ma abbastanza vicina alla “linea di contatto” con le forze del Governo di unità nazionale (Gun) di Tripoli, coadiuvate dalla Turchia.

Intanto, secondo quanto risulta ad “Agenzia Nova”, i comandanti militari e gli ufficiali più alti in grado di Wagner risiedono nella base Tamanhat, vicino a Sebha, in una zona residenziale del comune di Wadi al Bawanis. Da questa struttura, dotata di alloggi messi a disposizione e protetti dal Comando generale dell’Enl, i leader militari russi possono recarsi alla base Brak al Shati in pochi minuti di elicottero.

LE MISSIONI

L’inchiesta di “All Eyes On Wagner” riferisce che da febbraio ad aprile sono arrivate in Libia varie migliaia di militari professionisti e altri combattenti appartenenti alla cosiddetta “Direzione africana” del gruppo Wagner. Secondo la fonte della sicurezza russa, i militari si trovano in Libia “ufficiosamente” e vengono presentati come “rappresentanti di una compagnia militare privata”.

“Aeow” ritiene che possa trattarsi della nuova Legione africana (African Corp) sotto il Servizio di azioni speciali della Direzione generale per le informazioni militari (Gru) russa. Secondo l’inchiesta, parte del personale militare russo è responsabile della formazione e dell’addestramento dei combattenti libici e delle reclute della Legione africana; un’altra parte svolge “missioni mirate”, come il trasporto di materiale militare. Il contingente russo in Libia sarebbe diretto da quattro comandanti che ruotano tra Siria e Libia. A loro volta, i quattro comandanti riferirebbero direttamente al viceministro russo della Difesa, Yunus-Bek Yevkurov.

Secondo quanto appreso da “Agenzia Nova” da fonti di sicurezza libiche, le forze della Legione russa si stanno rafforzando e la recente visita a Mosca di Khaled Haftar – figlio di Khalifa Haftar – «rientra nel tentativo di addestrare gli uomini della nuova sua unità militare: le Forze di sicurezza dell’Enl».

Già comandante della 106ª Brigata dell’Enl, Khaled è stato protagonista di una rapida ascesa. Nonostante la giovane età e l’assenza di formazione accademica militare, Khaled ha già raggiunto il grado di generale di divisione – insieme al fratello Saddam – a seguito di una promozione estesa agli ufficiali che hanno partecipato ai soccorsi dopo le inondazioni che hanno devastato la città di Derna lo scorso settembre.

Dalla scorsa estate, Khaled è stato posto a capo delle “Forze di sicurezza” dell’Enl, nuova entità che include la Brigata Khalid ibn al Walid, tra le milizie più forti dell’est libico. «Al contrario del fratello Saddam, che riveste un ruolo politico più aperto verso l’ovest libico, Khaled è molto impressionato dai russi e dalle loro armi», aggiungono le fonti.

Secondo “All Eyes On Wagner”, il nuovo contingente russo in Libia può contare su diverse basi affiliate alla Lna: Kharouba/Al Khadim, Jufra, Tobruk e altre due basi nel sud. Ma l’aspetto più visibile del crescente coinvolgimento russo in Libia osservato nelle ultime settimane è la consegna di attrezzature e veicoli militari dalla Siria alla Libia. Le analisi di intelligence geo-spaziale, fornite dalla rete indipendente “AllSource Analysis”, hanno individuato due navi russe, la nave da sbarco di classe Ropucha LSS Aleksandr Otrakovsky e la Ivan Gren, ormeggiate al porto di Tartus il 2 aprile. Poi, il 6 aprile, sono state avvistate al largo della costa cretese, per poi giungere al porto di Tobruk, nella Libia orientale, l’8 aprile. Una delle due navi militari russe è stata ripresa da “Fawasel Media” mentre si trovava nel porto di Tobruk, confermando così la presenza russa in quella data. Secondo i media libici, questa sarebbe stata la quinta consegna militare russa avvenuta in soli 45 giorni. L’equipaggiamento consegnato include veicoli e armi, tra cui mortai 2S12 Sani e APC BTR e BM.

RUSSI NON SOLO IN LIBIA

Non è tutto. L’inchiesta di “Aeow” afferma che il Cremlino ha collocato personale militare non solo in Libia, ma anche in altri Paesi vicini come l’Algeria. Qui gli interessi russi sono rappresentati da Valerian Shuvaev, ambasciatore di lingua araba e francofona, che ha servito come numero due in Yemen, Iraq, Libia e Marocco. In Marocco l’ambasciatore è Vladimir Baibakov, anche lui arabo e francofono, che è stato ambasciatore in Mauritania. Alexandre Zolotov è ambasciatore russo in Tunisia dal 2022: di lingua araba e francese, è stato di stanza in Algeria, Marocco, Tunisia e Oman.

Tutti e tre i diplomatici, dice “All Eyes On Wagner”, sono allievi della scuola Primakov, ex alto dirigente del Kgb e del ministero degli Esteri russo dal 1996 al 1998. Nella regione c’è un’altra figura importante per il Cremlino: il generale Sergej Surovikin, ex comandante responsabile delle operazioni militari russe in Ucraina. Destituito dall’incarico per i suoi legami con il gruppo Wagner in seguito alla morte di Evgeny Prigozhin, ha assunto l’incarico di rappresentante militare in Algeria. Secondo una fonte di “Aeow”, Surovikin è andato regolarmente in Libia durante il suo anno di “esilio”. «Con i piedi nelle acque del Mediterraneo, il Cremlino controlla un corridoio che va dal Nord Africa ai confini del Sahel, raggiungendo le basi in Siria: così la Russia è diventata il nuovo partner per la sicurezza di una regione destabilizzata dalla violenza terroristica, dai colpi di Stato, dalla guerra civile e dall’immigrazione clandestina», conclude l’inchiesta.