LIBIA-RUSSIA: MOSCA RAFFORZA LA PRESENZA MILITARE

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 14/05/2024

La Federazione Russa mantiene solidi rapporti con entrambi i governi rivali di Tripoli (ovest) e Bengasi (est)

La Federazione Russa accresce la presenza militare in Libia e mantiene solidi rapporti con entrambi i governi rivali di Tripoli (ovest) e Bengasi (est). Una delegazione politica e militare libica di alto livello si è recata ieri a Mosca, in Russia, per colloqui sugli ultimi sviluppi di sicurezza e militari in Libia, ma anche sui principali fascicoli economici, petroliferi e del gas. Questa missione giunge pochi giorni dopo la visita in Russia di Khaled Haftar, figlio del generale Khalifa Haftar, giunto a Mosca il 7 marzo scorso in qualità di comandante delle Forze di sicurezza dell’Esercito nazionale libico (Enl) con sede a Bengasi, nell’est della Libia. La visita di Khaled Haftar ha coinciso con la missione-lampo della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in Tripolitania e in Cirenaica: in quest’ultima regione, Meloni ha incontrato l’80enne maresciallo di campo Khalifa Haftar, comandante in capo dell’Enl, sollecitandolo a porre fine alla presenza di forze straniere (in particolare russe) sul territorio libico.

Fonti libiche hanno riferito ad “Agenzia Nova” che la delegazione libica partita da Tripoli per Mosca include il capo di Stato maggiore delle Forze armate fedeli al Governo di unità nazionale (Gun) con sede a Tripoli, generale Mohammed al Haddad, il vice presidente del Consiglio presidenziale libico, Abdullah al Lafi, e il ministro degli Esteri facente funzione del Gun, Taher al Baour. Al Lafi è il rappresentante della Tripolitania all’interno del Consiglio di presidenza, organo tripartito che svolge le funzioni di capo di Stato e dunque anche di comandante supremo delle Forze armate. Il generale Haddad, il militare della Libia occidentale più alto in grado, intrattiene solidi rapporti con la Turchia, principale partner militare del Gun che ha impedito ad Haftar di conquistare Tripoli “manu militari” nella guerra del 2019-2020.

“La Libia scivola progressivamente in una sfera di influenza che dovrebbe essere preoccupante per noi europei e anche per gli americani, che è quella russa”, commenta ad “Agenzia Nova” Arturo Varvelli, direttore dell’ufficio di Roma dello European Council on Foreign Relations (Ecfr) ed esperto di Libia. “I russi vantano dei legami molto forti con la famiglia Haftar, anche in ottica di una transizione dal capofamiglia ai figli”, aggiunge Varvelli. Secondo quanto appreso da “Agenzia Nova” da fonti di sicurezza libiche, la recente visita a Mosca di Khaled Haftar “rientra nel tentativo di addestrare gli uomini della sua nuova unità militare: le Forze di sicurezza dell’Enl”. Già comandante della 106esima Brigata dell’Enl, Khaled è stato protagonista di una rapida ascesa in campo militare.

Nonostante la giovane età e l’assenza di formazione accademica militare, Khaled ha già raggiunto il grado di generale di divisione – insieme a suo fratello Saddam – a seguito di una promozione estesa agli ufficiali che hanno partecipato alle operazioni di soccorso dopo le inondazioni che hanno devastato la città di Derna lo scorso settembre. Dalla scorsa estate, Khaled è stato posto a capo delle “Forze di sicurezza” dell’Enl, una nuova entità che include peraltro la Brigata Khalid ibn al Walid, una delle milizie più forti dell’est della Libia. “Al contrario del fratello Saddam, che riveste un ruolo politico più aperto nei confronti dell’ovest della Libia, Khaled è molto impressionato dai russi e dalle loro armi”, aggiungono le fonti. Secondo Varvelli, la famiglia Haftar ha un forte interesse a stringere legami con i russi poiché ciò garantirebbe la loro sopravvivenza durante una fase di transizione generazionale.

Dall’altra parte, aggiunge l’esperto di Ecfr, anche i libici di Tripoli stanno cercando di migliorare i rapporti con la Russia, “desiderosi di ricevere rassicurazioni sul fatto che Mosca non sostenga in modo decisivo la fazione opposta”. Ecco quindi che la visita della delegazione di Tripoli nella capitale russa svolge la funzione di controbilanciare l’influenza della famiglia Haftar. La delegazione politica e militare di Tripoli giunge a Mosca dopo le indiscrezioni sull’aumento della presenza militare della Russia in Cirenaica e in Fezzan, nei territori controllati dall’Enl del generale Khalifa Haftar. L’ambasciatore russo in Libia, Haider Aghanen, ha affermato nell’intervista a “Libya al Ahrar” che le forze russe nella Libia meridionale e orientale vengono dislocate “in coordinamento con le autorità ufficiali libiche: la Camera dei rappresentanti e il Comando generale dell’Esercito nazionale libico”.

Secondo un’inchiesta del progetto investigativo “All Eyes On Wagner” (Aeow), negli ultimi tre mesi la Russia avrebbe trasferito militari professionisti e combattenti in Libia, dove ci sarebbero oggi almeno 1.800 russi raggruppati principalmente in Cirenaica e in Fezzan, nei territori controllati da Haftar. “Un aspetto allarmante è l’evoluzione da truppe di miliziani legati al Wagner Group, ovvero truppe mercenarie, a una presenza russa più strutturata”, sottolinea Varvelli. “Si sta delineando una strategia di penetrazione più sofisticata, non più affidata a un gruppo di mercenari che – anche se legato a Mosca come il Wagner Group – manteneva una certa indipendenza. Questo è qualcosa di molto più diretto, affiliato e legato all’esercito”, aggiunge l’esperto. Il direttore dell’ufficio di Roma di Ecfr sollecita anche a non sottovalutare la capacità diplomatica di Mosca.

“Hanno un viceministro della Difesa (Yunus-Bek Yevkurov) che parla arabo. Hanno un ambasciatore a Tripoli che è ben inserito e uno studioso di queste aree. C’è una capacità e una tradizione che viene anche dalla vecchia Unione Sovietica che la Russia sta riprendendo”, commenta Varvelli. In effetti, il Cremlino può contare su una valida presenza diplomatica nei Paesi del Maghreb, a partire dall’Algeria. Qui, gli interessi russi sono rappresentati da Valerian Shuvaev, ambasciatore di lingua araba e francofona, che ha servito come numero due in Yemen, Iraq, Libia e Marocco. In Marocco, l’ambasciatore è Vladimir Baibakov, anche lui arabo e francofono, che è stato ambasciatore in Mauritania. Alexandre Zolotov è ambasciatore russo in Tunisia dal 2022: di lingua araba e francese, è stato di stanza in Algeria, Marocco, Tunisia e Oman.

Tutti e tre i diplomatici, secondo l’inchiesta di “All Eyes On Wagner”, sono allievi della scuola Primakov, ex alto dirigente del Kgb e del ministero degli Affari esteri russo dal 1996 al 1998. “La Russia ha una visione strategica e ampia, cercando di infastidirci e creare complicazioni in ambiti cruciali per noi, come il Sahel, l’Africa, il Nord Africa e la Libia. Mentre ci impegniamo attivamente a sostenere l’Ucraina, la Russia cerca di coinvolgerci su altri fronti, sapendo che alcune parti d’Europa, come l’Italia, sono più preoccupate per la situazione nella Sponda Sud rispetto alla crisi ucraina”, conclude Varvelli.