Libia: via gli ultimi mercenari di Wagner Arriva l’Africa Corps di Mosca

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 16/04/2024

In concomitanza con l’arrivo del primo contingente di truppe russe a Niamey, la capitale del Niger, Mosca sta trasferendo i mercenari russi dell’ex gruppo Wagner dalla base di Brak al Shati, nel sud della Libia, verso altri paesi africani, sostituendoli con militari alle dipendenze del ministero della Difesa russo. Una fonte di sicurezza libica ha riferito ad “Agenzia Nova” che qualche giorno fa un aereo cargo russo è atterrato a Brak al Shati con decine di militari che hanno preso in consegna la base libica, riattivata tre anni fa da Wagner, prendendo possesso di equipaggiamenti militari, armi e sistemi di difesa aerea. Lo stesso aereo si è poi diretto verso la base di Al Jufrah, nella Libia centrale, e sarebbe ora in attesa di partire verso il Niger o il Mali. 

La fonte ha spiegato di non essere in grado di sapere se tutti i mercenari di Wagner siano stati ormai ritirati, ma dovrebbe trattarsi dell’ultimo “lotto” rimasto in Libia. Intanto le forze russe di stanza nel porto di Tobruk, nella Libia orientale, hanno supervisionato l’arrivo di cinque carichi militari negli ultimi 45 giorni, secondo quanto riferito dalla piattaforma mediatica libica “Fawasel”, citando proprie fonti. In un messaggio su X (ex Twitter), il media libico ha pubblicato anche un filmato che mostrerebbe una nave della Forze della Marina militare russa che “scarica camion, armi ed equipaggiamenti militari”. Lo scorso 13 aprile, anche il quotidiano libico “The Libya Observer” aveva riferito dell’arrivo al porto di Tobruk di una nave russa carica di armi e attrezzature logistiche destinate alla “legione africana” della Russia. 

Mosca ha mantenuto una presenza militare nella Libia orientale tramite i combattenti dell’ex gruppo Wagner ingaggiati dal comandante in capo dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Enl), generale Khalifa Haftar. Il ruolo precedentemente svolto dal gruppo Wagner starebbe ora passando nelle mani del cosiddetto Corpo militare russo in Africa (Africa Corps). La struttura di questa legione africana dovrebbe essere completata entro l’estate del 2024 e dovrebbe operare non solo in Libia ma anche in Burkina Faso, Mali, Repubblica Centrafricana e Niger. Vale la pena ricordare che la Libia oggi è amministrata da due coalizioni politico-militari rivali: da una parte il Governo di unità nazionale con sede a Tripoli del premier Abdulhamid Dabaiba, riconosciuto dalla comunità internazionale e appoggiato soprattutto dalla Turchia; dall’altra il cosiddetto Governo di stabilità nazionale (Gns), Osama Hammad, di fatto un esecutivo parallelo con sede a Bengasi manovrato dal generale Haftar e appoggiato dalla Russia. 

Per uscire dallo stallo politico, l’inviato dell’Onu in Libia, Abdoulaye Bathily, aveva lanciato, il 27 febbraio del 2023, un piano per redigere gli emendamenti costituzionali e le leggi elettorali necessarie per tenere elezioni “libere, inclusive e trasparenti” entro l’anno scorso. Tale piano, però, è fallito e sono ora in corso difficili consultazioni politiche per insediare un nuovo governo tecnico e organizzare le elezioni. Eventualità, quest’ulti – ma, apparentemente appoggiata anche dagli Stati Uniti, sempre più preoccupati dalla crescente instabilità nel “fianco sud” della Nato. L’ambasciata degli Stati Uniti in Libia, intanto, ha pubblicato un comunicato in cui ha smentito le recenti indiscrezioni di stampa in merito alla presenza della società statunitense Amentum, appaltatore della difesa e del dipartimento di Stato Usa, nel Paese, per fornire addestramento alle forze di sicurezza e “controbilanciare” la presenza russa.