Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 07/12/2023
Proseguono i combattimenti tra militari israeliani e combattenti dei gruppi islamisti palestinesi Hamas e Jihad islamica nella Striscia di Gaza e, in particolare, nel sud, dove è stata accerchiata Khan Younis. L’intellingence israeliana ritiene che a Khan Younis si trovino i vertici di Hamas e, in particolare, Yahya Sinwar. A 61 giorni dall’attacco di Hamas in Israele dello scorso 7 ottobre, prosegue la tensione anche sul fronte settentrionale, al confine con il Libano, e nello Stato ebraico si sono attivate le sirene sia per il lancio di razzi da Gaza che per i missili lanciati dai ribelli sciiti Houthi dallo Yemen.
A causa della pressione esercitata dagli Stati Uniti per consentire l’ingresso di più carburante e aiuti umanitari nella Striscia, il gabinetto di sicurezza del governo di Israele ha indetto una nuova riunione, in anticipo di quattro giorni rispetto all’agenda. Washington per il momento non è a favore di un cessate il fuoco permanente nella Striscia di Gaza, ha detto il coordinatore per le comunicazioni strategiche al Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, durante un briefing con la stampa.
“Un cessate il fuoco permanente consentirebbe ad Hamas di riorganizzarsi e pianificare nuovi attacchi contro Israele: sosteniamo invece pause umanitarie specifiche e localizzate, per liberare gli ostaggi e consegnare gli aiuti”, ha proseguito. Gli Usa hanno chiesto a Israele di esercitare la “massima cautela” durante la nuova operazione militare nel sud della Striscia di Gaza, per minimizzare i rischi per la popolazione civile, ha spiegato il coordinatore. “Dalle autorità israeliane abbiamo avuto un riscontro positivo: stanno cercando di portare via i civili dal fuoco incrociato”, ha detto Kirby.
Il presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdogan, intanto, ha parlato alla stampa, affermando che la possibile creazione di una zona cuscinetto tra la Striscia di Gaza e Israele “è irrispettosa nei confronti dei palestinesi, non vale la pena discuterne”. Davanti ai giornalisti, Erdogan ha aggiunto: “La Turchia è pronta a ospitare una conferenza di pace sul conflitto israelo-palestinese in qualità di Stato garante, se c’è una volontà reale di raggiungere la pace”. Israele “pagherà un prezzo elevato se oserà colpire i membri di Hamas – il movimento islamista palestinese al potere nella Striscia di Gaza – in Turchia”, ha proseguito.