Mediterraneo mare di pace e di sviluppo Ora tocca all’Europa battere un colpo

Pubblicato da Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 16/04/2024

di Antonio Troise

Da giovedì a Napoli la tre giorni per discutere su come evitare l’escalation dei conflitti nell’area

C’è una strada, forse l’unica, che si può imboccare per evitare una escalation dei conflitti militari e riportare i Paesi su un sentiero di pace: è quella che porta all’area del Mediterraneo diventata, per uno dei tornanti della storia, ad essere centrale sullo scacchiere della geopolitica. Il Mare Nostrum, da Gibilterra a Suez e da qui fino al Mar Nero, in cui l’Europa si affaccia sulla zona di guerra, è necessariamente il luogo, però, in cui l’Europa deve dimostrare la propria capacità di essere punto di riferimento essenziale per una nuova pace ed un nuovo sviluppo. Anche per questo la seconda edizione del Festival Euromediterraneo, in programma a Napoli da giovedì a sabato prossimi e organizzato dal nostro  quotidiano, partirà proprio dalla Carta di Napoli, che ha chiuso la prima edizione di Feuromed, per ribadire che non ci può essere uno sviluppo effettivamente sostenibile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale senza ritrovare il percorso per raggiungere la pace nel quadrante più critico del nuovo contesto globale. 

Sullo sfondo della tre giorni di dibattiti, interviste e confronti ci sarà l’analisi dei quattro Mediterranei, in cui il nostro Paese è immerso: il Mediterraneo occidentale, in cui si rispecchia tutta l’Africa subsahariana “francofona”, oggi in così evidente sofferenza civile e democratica. Il quadrante centrale, in cui noi stessi siamo la proiezione dell’intera Europa. il Mediterraneo su cui si affaccia quel Medio Oriente con le sue guerre che negli ultimi giorni stanno tenendo l’intero pianeta con il fiato sospeso. Ed infine quel Mediterraneo che si infila fino al Mar Nero, dove l’invasione russa dell’Ucraina ha riportato la guerra ai confini dell’Unione. Tre giorni di riflessioni e dibattiti, con i piedi ben piantati nella realtà del Mezzogiorno, ma con lo sguardo rivolto ad un contesto globale che deve ritrovare il filo dello sviluppo e della pace, fondati su quei valori di eguaglianza e libertà che sono stati alla base dell’assetto del vecchio continente uscita dalle ceneri della seconda guerra mondiale. 

Ma la vera sfida è proprio questa: di fronte alla dimensione dei problemi che abbiamo di fronte, le politiche nazionali non sono sufficienti a dare risposte adeguate. Di fronte alle debolezze del multilateralismo, bisogna perciò costruire un nuovo ordine mondiale e una nuova governance politica e finanziaria. Obiettivi che si possono raggiungere solo se l’Europa torna protagonista e fa sentire la sua voce al tavolo delle trattative fra i giganti della terra, riconoscendo il valore strategico del Mediterraneo per il futuro del Pianeta. Un valore dove il Mezzogiorno può svolgere un ruolo trainante, essere il primo dei Sud del mondo, diventando la piattaforma della transizione energetica e digitale a disposizione dei Paesi europei nello scenario della post-globalizzazione: dall’energia al mare, dalla nuova economia delle città all’impatto del cambiamento climatico e della spinta data dalle nuove tecnologie green, incrociate a loro volta con le tecnologie digitali, dallo sviluppo del commercio globale alla finanza e al brokeraggio assicurativo. 

Insomma, la seconda edizione di Feuromed diventerà un appuntamento ancora più importante dopo i venti di guerra che soffiano dal MedioOriente, un Festival che potrà contribuire a ritrovare quel filo dello sviluppo e della pace, fondati sui di eguaglianza e libertà che sono stati alla base della cultura e della società Occidentale