MIGRANTI, TUNISIA AL LAVORO CON I PAESI AFRICANI PER I RIMPATRI

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 18/05/2024

La strategia nazionale per combattere l’immigrazione irregolare punta sul coordinamento tra diversi soggetti, tra cui Paesi europei e organizzazioni internazionali

La Tunisia sta concludendo accordi con i Paesi africani per incoraggiare il ritorno volontario dei migranti irregolari. A dirlo è stato il sottosegretario presso il ministero degli Esteri, Mounir Ben Rjiba, in un’audizione dinanzi alla Commissione parlamentare presso l’Assemblea dei rappresentanti del popolo (Arp). Il numero delle richieste di ritorno è in costante aumento, ha detto Rjiba, così come i rimpatri e le operazioni delle agenzie di sicurezza atte a contrastare i tentativi di migrazione irregolare. Il sottosegretario ha illustrato la strategia nazionale per combattere l’immigrazione irregolare, “basata sul coordinamento tra diversi soggetti, tra cui Paesi europei e organizzazioni internazionali”, evidenziando che “la Tunisia si trova ad affrontare la crisi migratoria a causa della sua posizione geografica e, in particolare, la sua vicinanza allo spazio europeo”.

Il sottosegretario ha inoltre preso in considerazione le circostanze internazionali che hanno contribuito alla diffusione di questo fenomeno, in particolare la situazione politica e di sicurezza di numerosi paesi nel Sahel, oltre al venir meno del ruolo di alcune nazioni africane nel frenare l’immigrazione clandestina e nel combattere la tratta di esseri umani. Ben Rjiba ha ribadito “il costante impegno della Tunisia nell’affrontare tale fenomeno e il rispetto degli impegni internazionali improntati al rispetto dei dirittiumani, senza diventare il guardiano delle frontiere meridionali dell’Europa”. Inoltre, ha riaffermato la necessità di affrontare “le cause profonde della migrazione e di considerare diverse soluzioni per ridurre la portata di questa crisi”. I parlamentari, da parte loro, hanno indicato che la situazione è diventata allarmante sul piano securitario, sociale e sanitario, chiedendo una strategia più efficace e la “chiusura urgente delle frontiere terrestri per far fronte agli immigrati sul territorio della Tunisia e porre fine agli arrivi massicci”, riferisce un comunicato dell’Arp.

Nell’ambito del contrasto all’immigrazione clandestina da parte delle autorità tunisine, ieri il portavoce della Guardia nazionale, Houssem Jebabli, ha annunciato che a 21.400 persone è stato impedito di entrare illegalmente nel Paese nordafricano nei primi quattro mesi del 2024. Riguardo alle tensioni ad Al Amra, nel governatorato di Sfax, il portavoce ha confermato che è stato necessario intervenire per sedare gli scontri tra migranti e la comunità ospitante, sottolineando che le varie unità di sicurezza hanno gestito la situazione “in conformità con la legge”. Jebabli ha dichiarato dall’agenzia di stampa “Tap” che oltre 2.500 migranti irregolari hanno lasciato il Paese nordafricano tra gennaio e aprile, di cui 161 attraverso procedure di rimpatrio volontario in coordinamento con l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim).

L’ufficiale ha inoltre ribadito che nei primi quattro mesi di quest’anno la Guardia nazionale ha sventato 751 attraversamenti illegali del Mediterraneo centrale. Nei primi quattro mesi del 2024, anche grazie alla collaborazione e al sostegno dell’Italia, le agenzie di sicurezza della Tunisia affermano di aver intercettato in mare 21.545 migranti, un dato in aumento rispetto allo scorso anno. Gli ingressi illegali via terra sono stati invece 1.967, con 21.462 migranti bloccati, (erano stati 5.256 nel 2023). Almeno 291 corpi senza vita sono stati recuperati da gennaio e aprile, di cui la maggioranza subsahariani, in diminuzione rispetto ai 572 cadaveri ritrovati nello stesso periodo del 2023, quando il flusso di migranti verso l’Italia era maggiore.

La Guardia nazionale ha anche arrestato nel periodo di riferimento 529 persone con l’accusa di facilitare, a vario titolo, l’immigrazione clandestina. Altre 261 persone indagate in attesa di giudizio. Nel 2023 gli arrestati per traffico di esseri umani erano stati 203 e 121 gli indagati. In aumento anche i sequestri operati nel 2024, in particolare sono stati confiscati 636 motori, 308 imbarcazioni, 146 automobili e le somme di 158.503 dinari tunisini (pari a circa 50 mila euro) e 8.225 dinari (duemila e 500 euro) in valute estere. Nel primo quadrimestre 2023 erano stati sequestrati 364 motori, 219 imbarcazioni, 58 automobili e le somme di 166.193 dinari tunisini (55 mila euro) e circa quattromila euro in valute estere.