Pechino ha annunciato l’istituzione di un “partneriato strategico” con Tunisi

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 01/06/2024

Pechino ha annunciato questa mattina l’istituzione di un “partenariato strategico” con la Tunisia, di cui si conosce ancora ben poco, al termine di un incontro tenuto oggi nella capitale della Cina tra i presidenti Xi Jinping e Kais Saied. Secondo quanto riferito dalla diplomazia di Pechino, i due capi di Stato hanno assistito alla firma di accordi di cooperazione in diversi settori, tra cui investimenti, sviluppo a basse emissioni e sostenibilità. “La Cina vuole rafforzare la cooperazione con la Tunisia in vari ambiti, tra cui infrastrutture, nuove energie, sanità, sviluppo verde e agricoltura”, ha detto Xi nel colloquio con Saied, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa “China News Service”. Il presidente cinese ha evidenziato “la buona amicizia” che lega i due Paesi, i quali si sono sempre “sostenuti e rispettati a vicenda” nonostante i cambiamenti nel panorama internazionale. “Consolidare e sviluppare le relazioni bilaterali rientra tra i fondamentali interessi e le comuni aspettative dei due popoli”, ha aggiunto il leader cinese, invocando un allineamento delle rispettive strategie di sviluppo nazionali e maggiori risultati nella costruzione di una Nuova via della seta (Belt and road initiative, Bri) “d’alta qualità” tra i due Paesi. Parte dei colloqui è stata dedicata alla questione palestinese, su cui la Cina vuole trovare una soluzione “onnicomprensiva, equa e duratura” in collaborazione con il mondo arabo.

È interessante notare che la notizia dell’istituzione della “partnership strategica” tra Cina e Tunisia sia stata rilanciata su X dall’ambasciata cinese in Italia, confermando forse l’importanza del ruolo svolto proprio dall’Italia nel contesto nordafricano. Al momento della stesura di questo articolo, il palazzo di Cartagine, sede dell’amministrazione presidenziale tunisina, non ha ancora comunicato ufficialmente l’istituzione di tale partenariato, né la firma di alcun accordo. Tuttavia, ciò non sorprende, considerando i tempi spesso lunghi dell’ufficio stampa di Saied, che frequentemente pubblica comunicati a tarda notte o comunque con notevole ritardo.

Tunisia e Cina, che hanno da poco celebrato il 60esimo anniversario dell’istituzione delle relazioni diplomatiche, hanno portato avanti negli ultimi anni una cooperazione nel quadro della Bri. La posizione della Tunisia al centro della costa nordafricana, con accesso ai mercati europei e africani e vicino a rotte marittime vitali, la rende un partner appetibile per la Cina. Lo conferma un memorandum d’intesa raggiunto nel 2018. Come con altri paesi della Via della Seta, la Cina si approccia alla Tunisia con due principi fondamentali in mente: da una parte non fa interferenza negli affari interni del Paese, dall’altra opportunismo politico ed economico. A questi principi si aggiunge il vantaggio, da parte di Pechino, di un processo decisionale più diretto e rapido rispetto a quello occidentale, nonché manodopera e finanziamenti a basso costo.

La Cina è il quarto partner commerciale della Tunisia dopo Germania, Italia e Francia. Pechino ha finanziato ospedali, l’accademia della diplomazia e complessi sportivi. Le aziende cinesi hanno inoltre ricevuto contratti per costruire infrastrutture strategiche come ponti e porti. Ad esempio, Sichuan Road and Bridge Group (Srbg) si è aggiudicata l’appalto per la costruzione del ponte di Biserta dal costo di 200 milioni di euro, pari al 79 per cento dell’investimento totale, finanziato dalla Banca europea per gli investimenti (Bei) e dalla Banca africana di sviluppo. La società cinese ha avviato la realizzazione di un collegamento autostradale sud di 4,5 chilometri, oltre alla costruzione del ponte principale, e la realizzazione di un collegamento nord e di un’autostrada di 2,5 chilometri. Lo scorso aprile, una delegazione di esperti cinesi ha vistato il Paese nordafricano con l’obiettivo di preparare lo studio di fattibilità dello Stadio Olimpico di Tunisi in conformità con gli standard e le specifiche tecniche internazionali. Gli esperti cinesi si sono anche proposti di riabilitare il Palazzo dello Sport e la Piscina Olimpionica di Menzah, componenti del Distretto dello Sport di Menzah, agglomerato urbano dell’area metropolitana di Tunisi, offrendo un piano per il loro completo restauro.

Le statistiche dipingono a prima vista un quadro lusinghiero dei rapporti economici tra Tunisia e Cina, ma fortemente schiacciato in favore di Pechino. Il volume dell’interscambio commerciale tra i due Paesi è stato di oltre 2,2 miliardi di euro, con un aumento su base annua di oltre il sette per cento. Tunisi importa da Pechino principalmente filamenti sintetici o artificiali, tessuti a maglia, ghisa, ferro e acciaio, macchinari ed apparecchi elettrici, apparecchiature scientifiche, giocattoli e articoli sportivi.