RECORD DI SBARCHI A LAMPEDUSA LA TUNISIA BLOCCA DELEGAZIONE UE

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 15/09/2023

È record di sbarchi a Lampedusa, mentre Francia e Germania chiudono le frontiere con l’Italia e la Tunisia vieta l’ingresso nel Paese a una de- legazione della commissione per gli Affari esteri del Parlamento europeo (Afet). Oltre 10 mila persone sono sbarcate a Lampedusa in meno di 72 ore: 2.073 l’11 settembre, 5.108 il 12 settembre (quarto dato più alto di sempre secondo il ricercatore Matteo Villa dell’Ispi) e altri 2.980 il 13 settembre. In tutto sono sbarcati via mare 125.928 migranti da inizio anno, la maggior parte dei quali sono partiti dalla Tunisia: numeri in linea con il terribile triennio 2014-2017 che aveva portato in Italia rispettivamente 170 mila, 153 mila e 181 mila persone. Nel momento della massima pressione, intanto, Francia e Germania hanno fermato l’accoglienza dei migranti dall’Italia nell’ambito del Meccanismo volontario di solidarietà tra gli Stati membri dell’Ue per la gestione dei flussi di profughi.

Secondo il quotidiano tedesco “Die Welt”, si tratta di una reazione del governo federale al blocco che l’esecutivo del presidente del Consiglio Giorgia Meloni starebbe ponendo “da nove mesi” ai trasferimenti in applicazione del Regolamento di Dublino. L’Italia, secondo il giornale tedesco, di riprendere i migranti giunti sul proprio territorio come primo Paese di arrivo e poi passati in Germania. Uno stop, quello arrivato da Parigi e da Berlino, che Palazzo Chigi si aspettava, almeno in parte. “Avevamo comunicato che non potevamo più accogliere i cosiddetti ‘dublinanti’ perché gli hot- spot erano pieni e non potevamo più fare questo lavoro se l’Europa non ci aiutava a bloccare i confini esterni”, ha ammesso Meloni nel corso della registrazione della puntata di “5 minuti” che andrà in onda questa sera su “Rai 1”. Per il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, l’Europa deve fare molto di più sul fenomeno migra- torio: “Il patto di Dublino non è più attuale. È cambiato il mondo e non possiamo pensare di regolare le situazioni di oggi con patti vetusti. Serve più coraggio e più determinazione. Serve un impegno di tutti”, ha detto Tajani su “Rai Radio 1”.

Un concetto condiviso, almeno a parola, dalla ministra dell’Interno tedesca, Nancy Faeser. “La questione migratoria non può essere risolta a livello nazionale, ma deve trovare una soluzione a livello europeo”, ha detto la ministra al quotidiano “Frankfurter Allgemeine Zeitung”. Intanto, con una decisione senza precedenti dalla rivoluzione del 2011, la Tunisia ha respinto una delegazione della commissione Affari esteri del Parlamento europeo (Afet) composta dal presidente Michael Gahler (Ppe), Dietmar Koster (S&D), Salima Yenbou (Renew), Mounir Satouri (Verdi/Ale) ed Emmanuel Maurel (The Left). “E’ un autogol. Come al solito il presidente tunisino Kais Saied reagisce a una certa politica di Bruxelles che lo accusa di essere un dittatore. Ma la sua reazione è controproducente”, riferisce una fonte diplomatica europea informata dei fatti.

Da parte sua, la Afet ha condannato la decisione delle autorità tunisine e ha chiesto spiegazioni. “Continuiamo ad essere pronti e ad insistere per un dialogo sulle questioni cruciali e ricordiamo che questo Parlamento ha sempre approvato l’agenda di cooperazione globale, compreso il rafforzamento della democrazia e il sostegno finanziario, come concordato nell’accordo di associazione Ue-Tunisia”, si legge in una nota della Afet. Intanto, la stessa Commissione europea si è detta “sorpresa” del mancato ingresso della delegazione. “È stata una sorpresa per noi, dopo le numerose visite degli ultimi mesi, che ci hanno permesso di instaurare un dialogo franco e aperto tra tutti gli attori europei e le istituzioni tunisine, nonché i rappresentanti della società civile”, ha dichiarato Nabila Massrali, portavoce dell’esecutivo Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, nella conferenza stampa quotidiana a Bruxelles. “Il nostro ambasciatore a Tunisi ha immediatamente espresso il nostro rammarico per questa decisione. L’Ue e la Tunisia sono legate da un partenariato forte e strategico. La continuazione di un dialogo aperto è ancora più importante in questo momento, in cui stiamo affrontando insieme sfide senza precedenti”, ha concluso.

La crisi in Libia, i problemi economici e finanziari della Tunisia, la distruzione della capitale sudanese Khartum, il colpo di Stato in Niger, la situazione in Gabon, le crisi in Afghanistan, Siria, Corno d’Africa e Bangladesh sono tutte concause del “boom” di arrivi dei migranti in Italia. Intanto a Sfax, città industriale tunisina ormai famosa in Italia per le partenze clandestine, si è consumata l’ennesima tragedia. Una madre incinta e i suoi tre figli hanno perso la vita in mare tentando di raggiungere l’Italia, senza che il marito e i parenti ne fossero a conoscenza. Jawaher, nipote della donna, ha raccontato questa mattina all’emittente “Mosaique Fm” che il fratellino maggiore aveva sette anni, mentre le due sorelline avevano soli cinque e tre anni. “Mia zia si trovava in una situazione finanziaria difficile e aveva da tempo l’idea di partire, finché è riuscita a mettere insieme 10.000 dinari (circa 3.000 euro) e ha deciso di mettere in atto il suo piano”, ha aggiunto la parente delle vittime. La barca è partita di sera dalla spiaggia di Sidi Mansour, nel governatorato di Sfax. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, lo scafista era in “condizioni alterate” e durante la traversata “ha urtato deliberatamene uno scoglio, pro- vocando una crepa nello scafo della barca, mentre il motore ha preso fuoco”, aggiunge “Mosaique Fm”.

La donna aveva deciso di partire dopo essere stata convinta da un’amica che una volta in Italia non sarebbe stata espulsa e avrebbe ricevuto un permesso di soggiorno, dato che stava per partorire.