Sanchez resta al governo, le opposizioni passano all’attacco: «Una sceneggiata»

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 30/04/2024

Dopo cinque giorni di grande incertezza il presidente del governo spagnolo, Pedro Sanchez, ha deciso di restare alla guida dell’esecutivo “con ancora più forza”, e lo ha comunicato ieri in un atteso discorso alla nazione. Mercoledì scorso, infatti, in una lettera pubblica indirizzata ai cittadini, il premier aveva annunciato di volersi prendere una “pausa di riflessione” fino a oggi prima di decidere sul suo futuro politico. Un annuncio scaturito dalla decisione del giudice del Tribunale di Madrid, Juan Carlos Peinado, di aprire un procedimento preliminare contro sua moglie Begona Gomez, per presunti finanziamenti pubblici ad aziende private. In particolare, l’indagine si concentrava sul possibile reato di traffico d’influenze e sul fatto che Gomez avesse firmato un accordo di sponsorizzazione con Globalia, la società madre di Air Europa, incontrandosi con alcuni dirigenti della società tra giugno e luglio del 2020. Già prima di annunciare la decisione di sospendere l’agenda politica, però, la Procura nazionale spagnola aveva presentato ricorso contro la decisione del Tribunale chiedendo l’archiviazione del caso. Secondo la Procura, infatti, la denuncia di Manos Limpias, sindacato legato al partito sovranista Vox, non avrebbe fornito “alcuna prova” tale da giustificare l’apertura di un procedimento penale.

Intanto oggi nel suo discorso dal palazzo della Moncloa di Madrid – sede della presidenza del governo -, Sanchez ha detto di aver maturato la decisione di restare alla guida dell’esecutivo dopo “la vera e propria mobilitazione sociale” che ha seguito l’annuncio della scorsa settimana e che ha “influenzato la sua scelta”, ha spiegato. “Io e mia moglie sappiamo che la campagna diffamatoria non si fermerà, ma non è questa la cosa più importante, possiamo affrontarla. L’importante è esprimere i nostri più sentiti ringraziamenti per le espressioni di solidarietà ed empatia che abbiamo ricevuto, da tutti i ceti sociali. Soprattutto dal mio caro Partito socialista”, ha sottolineato il premier. “O diciamo basta o questo degrado della vita pubblica determinerà il nostro futuro e ci condannerà come Paese”, ha proseguito Sanchez. “C’è solo un modo per invertire questa situazione: che la maggioranza sociale, come ha fatto negli ultimi cinque giorni, si mobiliti in un fermo impegno per la dignità e il buon senso, ponendo fine alla politica della vergogna che stiamo subendo da troppo tempo”, ha ribadito. L’annuncio ha provocato le immediate reazioni di tutto il mondo politico.

Se da una parte, infatti, diversi esponenti del governo hanno evidenziato come Sanchez abbia dimostrato il suo coraggio nonostante la “campagna di menzogne” di cui è rimasto vittima, dall’altra è stata una pioggia di critiche da parte delle opposizioni. Il leader del Partito popolare (Pp), Alberto Nunez Feijoo, ha accusato Sanchez di aver “assoggettato l’intera nazione alla sua strategia personalistica” rendendosi “ridicolo con le sue sceneggiate” ed “usando il re come attore non protagonista”. Toni ancora più aspri sono stati espressi dal leader del partito sovranista Vox, Santiago Abascal. “In questi cinque giorni gli spagnoli hanno assistito a un teatrino indegno e vittimistico che ci ha fatto precipitare collettivamente in un imbarazzo internazionale di dimensioni e conseguenze assolutamente incalcolabili”, ha affermato Abascal in un’intervento dalla sede della nazionale a Madrid. Il tutto, a suo avviso, solo perché Sanchez possa continuare “il suo colpo di Stato contro l’unità, la convivenza, lo Stato di diritto, e la separazione dei poteri, contro la libertà di stampa”.

Ad ogni modo, come riferito da diversi media spagnoli, per i socialisti – compresi i vertici del partito -, sono state ore di apprensione vista la decisione improvvisa di Sanchez di sospendere l’agenda. Come già avvenuto in passato, però, il capo dell’esecutivo ha sorpreso nuovamente comunicando la volontà di restare alla guida dell’esecutivo. Alle porte ci sono due importanti appuntamenti elettorali: il voto in Catalogna, previsto il 12 maggio, e quello delle Europee del 9 giugno.