Serbia, amministrative: netta affermazione dei progressisti a Belgrado e in quasi tutto il Paese

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 04/06/2024

Per la coalizione, guidata dal presidente Vucic, è una importante affermazione. Osce: condizioni di ridotta competitività

In Serbia la coalizione al governo, guidata dal Partito progressista (Sns), ha ottenuto la maggioranza assoluta nella maggior parte degli 89 Comuni e città in cui si sono svolte le elezioni amministrative locali di domenica. Per la coalizione, guidata dal presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, si tratta di una importante e convincente affermazione ottenuta nelle due più grandi città del Paese: la capitale Belgrado e Novi Sad. Qui, infatti, Vucic potrà formare un governo in modo indipendente avendo una maggioranza assoluta al Consiglio comunale. Secondo la Commissione elettorale della capitale Belgrado (Gik) allo spoglio del 90 per cento dei seggi la lista “Aleksandar Vucic – Beograd sutra”, a cui fa capo il Partito progressista (Sns), aveva ottenuto il 52,9 per cento delle preferenze, seguita da quella di “Savo Manojlovic – I ja sam Beograd – Kreni-promeni” con il 17,4 per cento e da “Biramo Beograd – Dobrica Veselinovic – Milos Pavlovic” con il 12,1 per cento dei voti. Al quarto posto la lista “Mi snaga naroda” con l’8,18 per cento dei voti ottenuti e quindi il Partito russo con l’1,2 per cento delle preferenze, che se confermate le percentuali entrerebbe nell’Assemblea come partito della minoranza nazionale.

Nel dettaglio, secondo le proiezioni del Centro per le libere elezioni e la democrazia (Cesid), nell’Assemblea di Belgrado la coalizione di Vucic potrà contare su 64 consiglieri su 110, il movimento di Manojlovic su 21, la coalizione con a capo Veselinovic su 14 seggi, la lista “Mi snaga naroda” del noto medico Branimir Nestorovic se ne sarebbe aggiudicata 9, e il partito della minoranza russa 2 seggi. In tre dei 17 comuni di Belgrado, Città vecchia (Stari Grad), Vracar e Nuova Belgrado, non è ancora noto se il nuovo governo locale sarà formato dalla coalizione di Vucic o dalle liste dell’opposizione. Nel frattempo, domenica sera subito dopo la chiusura dei seggi la coalizione di governo ha reclamato una vittoria “chiara e convincente” in tutti i Comuni e le città del Paese, “tranne che a Backa Topola, Senta, Kanjiza e Tutin” ha precisato il presidente del partito Milos Vucevic, dove i serbi non rappresentano la maggioranza della popolazione. Vucic ha sottolineato che il risultato dell’Sns per quanto riguarda Belgrado “è stato superiore” rispetto alle amministrative dello scorso 17 dicembre.

L’esito delle elezioni è tuttavia ancora incerto nelle città di Nis e Cacak. Qui, hanno dichiarato vittoria anche i rappresentanti delle liste dell’opposizione e bisognerà aspettare il conteggio finale di tutte le schede, malgrado il partito Progressista possa – in teoria – contare sull’alleanza del partito della minoranza russa. “Nis è da oggi una città libera” ha detto dopo i primi risultati delle elezioni amministrative il leader di una delle liste dell’opposizione nella città del sud della Serbia, Dragan Milic. “Da stasera la mano invisibile di Belgrado non governerà mai più la nostra città” ha proseguito annunciando la possibilità di un governo di alleanza dell’opposizione insieme alle altre liste per “avere la maggioranza assoluta” dell’Assemblea cittadina, escludendo ogni possibilità di accordo con il Partito progressista (Sns). In tutte le altre maggiori città del Paese, il partito Progressista è risultato la maggior forza politica: tra le altre, a Sombor (67 per cento) a Jagodina (57 per cento), Subotica (51 per cento), Zrenjanin (58 per cento), Pozarevac (63 per cento), Valjevo (55 per cento), Cacak (53 per cento) e Vrsac (68 per cento). Tuttavia, mentre il partito dei progressisti al governo sostiene che le votazioni si sono svolte senza problemi, l’opposizione afferma che il processo elettorale è stato caratterizzato da una serie di irregolarità, tra cui liste elettorali doppie, pressioni sugli elettori e voto organizzato. “Per questo motivo ai responsabili della lista ‘Kreni-promeni’ è stato imposto di non firmare il verbale delle elezioni”, ha detto il leader della formazione Manojlovic. “Finora sono state le elezioni più irregolari in Serbia, ma il risultato di ‘Kreni-promeni’ è il risultato percentuale più forte dell’opposizione dalle elezioni del 2012, anche se in un Paese con queste condizioni non c’è niente da festeggiare”, ha sottolineato Manojlovic.

Il direttore della missione di osservazione del Centro per la ricerca, la trasparenza e la responsabilità di Belgrado (Crta), Rasa Nedeljkov, ha evidenziato che le elezioni per l’Assemblea di Belgrado “non possono essere considerate libere e regolari”. Nedeljkov ha dichiarato che le elezioni dei consiglieri dell’Assemblea comunale sono state “disastrose per quanto riguarda l’integrità e la qualità, lo Stato di diritto e la capacità democratica della società”. Secondo gli osservatori internazionali dell’Ufficio Osce per le istituzioni democratiche e i diritti umani (Odihr) invece le elezioni in Serbia seppur “ben organizzate”, sono state “minacciate da condizioni ineguali e da una ridotta competitività”. La missione ha accusato “pressioni diffuse sui dipendenti del settore pubblico” e “uso improprio delle risorse pubbliche da parte della coalizione di governo”.

Ad ogni modo, la stessa rappresentanza dell’Odihr ha potuto contare su un totale di 126 osservatori provenienti da 28 Paesi, di cui 16 esperti incaricati dall’Odihr, 18 osservatori impegnati a lungo termine e 92 osservatori impegnati a breve termine in tutta la Serbia per la tornata elettorale. Il ministero degli Interni di Belgrado ha comunicato, infine, che durante il voto non si sono verificati incidenti gravi, ad eccezione di proteste contro la polizia e danni registrati alla proprietà della Fiera di Novi Sad. Secondo la stampa locale incidenti si sarebbero verificati anche a Belgrado. Radomir Lazovic, membro del Fronte dei Verdi di sinistra (Zeleno levi front) ha denunciato che uno dei membri del partito è stato aggredito fisicamente. L’affluenza alle urne a Belgrado è stata di circa il 46 per cento. In altre località, soprattutto a Novi Sad e Nis, non ci sono ancora dati ufficiali sull’affluenza, ma secondo le organizzazioni di monitoraggio le percentuali dovrebbero attestarsi tra il 44 e il 46 per cento.