USA-NETANYAHU: SI PROVA A RIDURRE L’ESCALATION ISRAELE-HEZBOLLAH

Pubblicato da – il Quotidiano del Sud – L’altravoce dell’italia – 18/06/2024

Per scongiurare la guerra totale ieri in Libano è arrivato l’inviato del presidente Joe Biden

L’inviato del presidente Usa Joe Biden in Libano, Amos Hochstein, è arrivato ieri in Israele nel tentativo di evitare che la recente escalation tra Israele e il movimento sciita filo-iraniano Hezbollah si trasformi in una guerra totale. Negli ultimi giorni, Hezbollah ha lanciato centinaia di razzi nel nord di Israele. Dopo l’uccisione di un alto comandante di Hezbollah, Taleb Sami Abdullah, avvenuta la scorsa settimana, il movimento ha intensificato la rappresaglia contro Israele, lanciata l’8 ottobre scorso, a sostegno dei gruppi armati palestinesi che il 7 ottobre avevano compiuto un attacco nello Stato ebraico. Solo il 12 giugno, Hezbollah ha lanciato 200 razzi su Israele, il numero più alto dall’inizio del conflitto. Alcuni dei razzi lanciati dal gruppo armato libanese hanno fatto divampare incendi nelle zone boschive del nord di Israele. Il portavoce militare delle Forze di difesa di Israele (Idf), Daniel Hagari, ha dichiarato domenica scorsa: “Hezbollah ci sta portando sull’orlo di quella che potrebbe essere un’escalation più ampia, con conseguenze devastanti per il Libano e per l’intera regione”.

Nella prima tappa del suo viaggio in Medio Oriente, Hochstein, coordinatore speciale degli Stati Uniti per le infrastrutture globali e la sicurezza energetica del presidente Biden, ha incontrato il presidente di Israele, Isaac Herzog. Nel loro incontro, le parti “hanno discusso degli attacchi incessanti e del lancio di razzi da parte del movimento sciita Hezbollah, istigati dall’Iran, verso le città settentrionali di Israele, e dell’urgente necessità di ripristinare la sicurezza al confine settentrionale e consentire ai residenti di tornare sani e salvi alle loro case”. Inoltre, i due “hanno parlato dell’urgente necessità di garantire il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani detenuti da Hamas a Gaza”. Herzog ha sottolineato che questo è un primo passo essenziale per risolvere i problemi in questione, secondo una nota stampa della presidenza israeliana. In precedenza, Hochstein ha incontrato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, alla presenza del consigliere per la Sicurezza nazionale, Tzachi Hanegbi, del ministro per gli Affari strategici, Ron Dermer, del capo di Stato maggiore, Tzachi Braverman, del segretario militare, Roman Gofman, e del consigliere politico, Ophir Falk, nonché del vice ambasciatore statunitense, Stephanie Hallett. Il comunicato dell’ufficio di Netanyahu non ha riferito dettagli sul contenuto della conversazione.

Dopo i colloqui in Israele, l’inviato di Biden si recherà oggi a Beirut, in Libano. Secondo quanto riferito dall’emittente statunitense “Cbs News”, gli Usa ritengono che i lanci di razzi sempre più frequenti dal sud del Libano verso il nord dello Stato ebraico possano “provocare conseguenze indesiderate, scatenando un evento a cui Israele sarebbe obbligato a rispondere”. Alcuni funzionari statunitensi citati da “Cbs News” hanno inoltre affermato che i recenti attacchi israeliani in aree più profonde del Libano potrebbero essere interpretati come una “preparazione per un assalto travolgente”. Secondo le stesse fonti, i militari delle Forze di difesa di Israele stanziati nel nord dello Stato ebraico “si stanno addestrando in unità delle dimensioni di una brigata, ma non sono ancora in grado di avviare un assalto”.

In occasione del G7 della scorsa settimana, i capi di Stato e di governo riuniti a Borgo Egnazia, in Puglia, si sono detti “profondamente impegnati, insieme ai partner della regione, nell’impedire che il conflitto – in Medio Oriente – si inasprisca ulteriormente”. “Ribadiamo la nostra ferma condanna dell’attacco dell’Iran contro Israele del 13-14 aprile, che ha segnato un’inaccettabile escalation, e riaffermiamo il nostro impegno nei confronti della sicurezza di Israele”, si legge nella dichiarazione finale. I leader del G7 hanno invitato “tutte le parti ad abbassare le tensioni e a contribuire in modo costruttivo alla de-escalation”, e si sono detti “particolarmente preoccupati per la situazione lungo la blue line”, la linea di demarcazione tra Libano e Israele, teatro dallo scorso 8 ottobre di tensioni con i miliziani del movimento libanese filo-iraniano Hezbollah.

Nella dichiarazione di legge: “Riconosciamo l’essenziale ruolo stabilizzante svolto dalle Forze armate libanesi (Laf) e dalla Forza ad interim delle Nazioni Unite in Libano (Unifil) nell’attenuare tale rischio. Esortiamo tutti gli attori coinvolti a esercitare moderazione per evitare un’ulteriore escalation, in linea con la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”.