Gaza, attacchi Hamas e incertezza ostaggi ma la tregua sembra poter reggere

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 01/12/2023

Nel pomeriggio due ostaggi sono stati consegnati alla Croce rossa e nel momento in cui scriviamo si attende il rilascio di altre cinque donne e minori israeliani. Nel frattempo continuano ad arrivare gli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, mentre il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, ha fatto sapere che centinaia di feriti devono essere evacuati dall’exclave palestinese per ricevere le cure necessarie.

Poco prima dello scadere dell’accordo di tregua tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas ieri mattina alle 6:00 (ora italiana), le parti hanno comunicato in extremis la decisione di estendere per ulteriori 24 ore la durata della pausa umanitaria. Poco dopo, Hamas ha compiuto un attacco terroristico che ha causato almeno cinque morti (tre civili israeliani, più i due attentatori) e sedici feriti a Gerusalemme. Per quanto riguarda il rilascio degli ostaggi israeliani, Hamas ha dapprima comunicato che avrebbe liberato otto persone, consegnando anche tre cadaveri di ostaggi uccisi, secondo il movimento islamista, dai bombardamenti delle Forze di difesa israeliane (Idf) sulla Striscia di Gaza.

Successivamente, Hamas ha fatto sapere che Israele ha rifiutato di prendere in consegna i tre corpi. Nel pomeriggio due ostaggi sono stati consegnati alla Croce rossa e nel momento in cui scriviamo si attende il rilascio di altre cinque donne e minori israeliani. Nel frattempo continuano ad arrivare gli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, mentre il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, ha fatto sapere che centinaia di feriti devono essere evacuati dall’exclave palestinese per ricevere le cure necessarie.

In Cisgiordania invece le Idf, il servizio di sicurezza interno (Shin Bet) e la polizia di frontiera israeliana hanno arrestato 23 sospettati, di cui dieci presunti membri di Hamas durante le incursioni della notte scorsa. Sul fronte settentrionale, al confine tra Israele e Libano, le sirene antiaeree sono state attivate a seguito di una presunta infiltrazione di droni. Parallelamente, media libanesi hanno riferito che Israele ha sparato 10 proiettili di artiglieria alla periferia della città di Marwahin e di Jabal Balat, nel sud del Paese, e alcuni proiettili sono caduti vicino al centro della Forza di interposizione delle Nazioni Unite in Libano (Unifil) nella città di Marwahin.

Proseguono anche gli sforzi degli attori internazionali per prolungare ulteriormente la durata della tregua. In particolare, l’Egitto ha reso noto che sta portando avanti dei colloqui con il Qatar per mediare un accordo teso a estendere la pausa per altri due giorni.

Anche gli Stati Uniti proseguono il lavoro di mediazione, con le visite del segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, al presidente israeliano Isaac Herzog, al premier Benjamin Netanyahu e al presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas. Blinken – nella sua terza visita in Medio Oriente in poche settimane – ha sottolineato l’imperativo di tenere conto delle esigenze umanitarie e di protezione civile nel sud di Gaza prima di qualsiasi operazione militare e “ha esortato Israele a prendere ogni misura possibile per evitare danni ai civili”.

Da parte sua, Netanyahu ha detto al segretario di aver “giurato” di distruggere Hamas, e che la guerra proseguirà fino al raggiungimento di questo obiettivo, del rilascio di tutti gli ostaggi e della neutralizzazione di qualsiasi minaccia proveniente dalla Striscia di Gaza.