Feuromed 2023. Dal Pnrr gambe ed energia per rilanciare il Mezzogiorno

Pier Carlo Padoan e le condizioni affinché il Pnrr possa fornire le gambe e l’energia necessari per il rilancio del Mezzogiorno

Non bisogna mai stancarsi di ricordarlo. Il Next Generation EU rappresenta il primo programma di spesa pubblica comune da parte dell’Unione Europea. Un fatto assolutamente inedito nella storia. Fino al 2020, infatti, l’Unione ha funzionato soprattutto come un mercato comune capace di far dialogare e di arricchire le economie nazionali dei paesi membri. Ma ha preteso in cambio – potremmo dire giustamente – una attenzione maniacale al rispetto dei vincoli di bilancio.

Poi è arrivata la pandemia da Covid-19. E ha rimesso tutto in discussione. La diffusione repentina e imprevista del virus rischiava di mettere sotto scacco le economie più fragili dell’Ue. Prima tra tutte, quella italiana che, gravata da un debito pubblico poderoso e da anni di mancata crescita, rischiava di restare schiacciata dall’impatto della pandemia e delle sue conseguenze economiche. Per evitare questo tonfo, le istituzioni di Bruxelles hanno concepito il Next Generation Eu. Un “Recovery Instrument” forte di una dotazione di 750 miliardi di euro, 500 miliardi dei quali erogati direttamente ai membri dell’Unione sotto forma di sovvenzioni (grants), mentre 250 miliardi sono messi a disposizione attraverso prestiti (loans).

“Il Ngeu nasce come iniziativa europea fuori dalla tradizione europea quando la crisi del Covid ha colpito tutti noi. Soprattutto, nasce per correggere quegli squilibri ulteriori che l’Europa avrebbe subito a causa della crisi. Nella consapevolezza che quando l’Europa cresce le differenze diminuiscono e c’è più convergenza nella produzione, nell’occupazione e nella crescita. C’era quindi il timore che il rallentamento indotto dalla crisi pandemica – e dalla crisi economica che ne è derivata – avrebbe ulteriormente accentuato le divergenze”.

PNRR, COME METTERE GAMBE ED ENERGIA AL MEZZOGIORNO

A dirlo con la massima chiarezza sabato scorso a Napoli, nel corso del Festival Euromediterraneo dell’Economia promosso dal Quotidiano del Sud, è stato Pier Carlo Padoan, oggi presidente di Unicredit, il colosso bancario italiano. Tutti ricordano che Padoan è stato, dal 2014 al 2018, il ministro dell’Economia dei governi Renzi e Gentiloni. In quegli anni aveva coniato l’espressione “sentiero stretto” per definire quella complicata conciliazione tra crescita e debito pubblico che l’Italia doveva realizzare in condizioni assai restrittive a causa della sorveglianza severa delle istituzioni europee. Oggi però quelle condizioni sono profondamente mutate. Certo, l’Italia deve continuare a fare i conti con un debito pubblico che è perfino cresciuto a causa degli interventi statali resi necessari dalla lotta contro la crisi pandemica ed economica.

Tuttavia, la nostra economia può contare in modo significativo sul sostegno economico proveniente dall’Europa. Un sostegno che, fino al 2020, appariva inconcepibile. Di conseguenza, come ha spiegato Padoan sabato scorso al Festival di Napoli, “il Pnrr è lo strumento principale di cui oggi l’Italia e l’Europa dispongono non solo per contrastare le diseguaglianze crescenti ma per rovesciare la logica del rapporto Nord-Sud, nella direzione indicata dal direttore Roberto Napoletano”.