Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 04/11/2023
Il vertice dell’Organizzazione degli Stati turchi ad Astana, è una piattaforma nata nel 2009 che oggi, complice la graduale perdita d’influenza della Russia nel Caucaso e in Asia centrale, sembra assistere a un tentativo di rilancio sotto l’impulso del governo di Ankara
Il presidente del Kazakhstan, Kassym-Jomart Tokayev, è stato oggi grande protagonista del vertice dell’Organizzazione degli Stati turchi da Astana, piattaforma nata nel 2009 ma che oggi, complice la graduale perdita d’influenza della Russia nel Caucaso e in Asia centrale, sembra assistere a un tentativo di rilancio sotto l’impulso del governo di Ankara. La riunione ha visto anche la partecipazione dei leader di Azerbaigian (Ilham Aliyev), Kirghizistan (Sadir Japarov), Turchia (Recep Tayyip Erdogan), Ungheria (Viktor Orban), del presidente del Consiglio del popolo turkmeno (Gurbanguly Berdimuhammedov) e del segretario generale dell’organizzazione (il kirghiso Kubanichbek Omuraliev). Nel corso del vertice sono stati firmati dodici documenti tra cui spicca un piano d’azione congiunta per l’attuazione del Programma di connettività dei trasporti per il periodo 2023-2028 e una dichiarazione congiunta nella quale, tra le altre cose, si chiede un immediato cessate il fuoco per la protezione dei civili nella Striscia di Gaza e si sottolinea l’importanza di ulteriori consultazioni tra gli Stati membri per condividere una posizione comune negli affari regionali e internazionali a protezione degli interessi del mondo turcofono.
Con il vertice odierno, l’Uzbekistan ha passato al Kazakhstan la presidenza dell’organizzazione. Tokayev ha colto l’occasione per ribadire le proprie ambizioni internazionali. Ha chiesto e ottenuto la concessione alla capitale kazakha Astana dello status di centro finanziario del mondo turco e ha sollecitato un rafforzamento del commercio interregionale, sottolineando il ruolo potenziale del Fondo turco per gli investimenti (Tyf) istituito nel marzo scorso a Istanbul e al quale ciascuno Stato membro partecipa con una quota iniziale di 70 milioni di dollari. Gli Stati turcofoni, ha detto Tokayev nel suo intervento, devono essere “più uniti che mai” per contrastare le minacce dello scenario attuale, per sostenersi e per assumere iniziative congiunte efficaci. Il presidente kazakho si è detto fiducioso che gli accordi firmati oggi “contribuiscano grandemente allo sviluppo dell’interazione nella regione e rilancino il prestigio dell’organizzazione”, e ha annunciato la decisione del Kazakhstan d’inviare aiuti umanitari per un milione di dollari al popolo palestinese.
A margine del summit, Tokayev ha ricevuto all’Akorda, la sede della presidenza kazakha, l’omologo Erdogan. Nell’occasione ha definito la Turchia “il più vicino e affidabile partner strategico del Kazakhstan”e ha ringraziato il collega per “il contributo personale” alla promozione della cooperazione tra i due Paesi. “Grazie ai contatti regolari, sono stati attuati con successo molti nostri accordi. Lo scorso anno l’interscambio commerciale è cresciuto del 54 per cento, salendo a 6,3 miliardi di dollari, ed è sulla strada per arrivare a 10 miliardi di dollari”, ha sottolineato il leader kazakho, ricordando anche le 4.300 compagnie con capitale turco che lavorano nel Paese centrasiatico. Tokayev ha anche annunciato l’imminente inaugurazione di una Via Anatolia ad Astana, di un Parco Turchia a Shymkent e di un monumento a Mustafa Ataturk ad Almaty.
Ma non è solo a Occidente che guarda il Kazakhstan, la cui “politica multivettoriale” è uno dei tratti distintivi dell’azione internazionale di Tokayev. Mentre ad Astana si svolgeva il vertice dell’Organizzazione degli Stati turchi, ad Almaty il ministro dell’Energia kazakho, Almasadam Satkalyev, affermava in conferenza stampa che il Paese potrebbe inviare fino a 10 milioni di tonnellate di petrolio l’anno in Cina, un volume dieci volte superiore a quello attuale. “Il Kazakhstan attualmente esporta una piccola quantità (di petrolio) verso la Cina, poco più di un milione di tonnellate, ma abbiamo ulteriori opportunità di esportazione. Stiamo parlando della presenza di capacità libera nel gasdotto e della realizzazione di due progetti congiunti con i nostri partner cinesi”, ha detto il ministro. Satkaliev ha fatto riferimento all’ampliamento di due tratti dell’oleodotto Kenkiyak-Atyrau e del Kenkiyak-Kumkol, un intervento che permetterà l’invio del petrolio dall’ovest del Kazakhstan. “Abbiamo raggiunto un accordo sullo sviluppo di soluzioni progettuali preliminari. La parte cinese ha sollevato la questione della garanzia dei volumi. Noi, come ministero, abbiamo garantito loro che saremo in grado di fornire altri 10 milioni di tonnellate all’anno”, ha osservato il ministro. “Ora la palla è nella metà campo cinese, aspettiamo da loro le decisioni adeguate”, ha concluso Satkaliev.
Di energia si è parlato anche ad Astana. Berdimuhammedov, l’ex presidente del Turkmenistan che lo scorso anno ha passato il testimone al figlio Serdar ma che continua a dettare la linea in politica estera, ha ribadito l’ambizione del suo Paese a esportare gas naturale in Europa attraverso l’Azerbaigian. “Abbiamo ricche riserve di gas e di petrolio, e il Turkmenistan persegue una politica di sicurezza e di affidabilità dell’energia. In particolare, stiamo lavorando sulla fornitura di gas naturale e di elettricità ai Paesi vicini. Manteniamo stretti legami con i Paesi dell’Organizzazione degli Stati turchi. Per esempio, il Turkmenistan attualmente esporta gas naturale verso Uzbekistan e Azerbiagian, che sono Paesi fratelli. Allo stesso tempo, abbiamo l’opportunità di esportare il nostro gas attraverso il Mar Caspio all’Azerbaigian, alla Turchia e, in prospettiva, ai mercati mondiali. A questo proposto, credo fermamente che risolveremo presto tutte le questioni pendenti con i nostri Paesi fratelli e completeremo il lavoro necessario”, ha sottolineato Berdimuhammedov.