LA TURCHIA ESPORTERÀ GAS IN UNGHERIA“RICICLO”IN UE DELLE FORNITURE RUSSE?

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’ Italia – 22/08/2023

Per Ankara è il primo accordo del genere con un Paese europeo non confinante. Ma è opportuno ricordare che dopo l’aggressione
russa all’Ucraina, la Turchia stessa continua ad acquistare da Mosca circa il 40 per cento delle forniture di gas naturale

La Turchia esporterà per la prima volta gas a un Paese europeo non confinante. La società turca Botas e l’ungherese Mvm hanno firmato un accordo per l’esportazione di gas in Ungheria di 275 milioni di metri cubi di gas naturale turco a partire dalla primavera 2024. La mossa annunciata in occasione della visita a Budapest del presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, è pensata da Ankara per presentarsi all’Europa come una fonte “sicura” al di gas in tempi di crisi energetica internazionale, conflitti e sanzioni. Lo scorso gennaio, Botas aveva firmato un accordo della durata di 13 anni con la società di gas statale bulgara Bulgargaz per il trasporto di circa 1,5 miliardi di metri cubi di gas attingendo direttamente dalla rete del gas turca e dai terminali di gas naturale liquefatto (Gnl).

DAL 2024
L’intesa prevede l’esportazione di
275 milioni di metri cubi di gas naturale

Un comunicato stampa di Botas parla ora di “accordo storico” con l’Ungheria che darà “un impatto significativo alla sicurezza dell’approviggionamento energetico dell’Europa”. Tuttavia, i dettagli sulla fonte e il trasporto del gas saranno finalizzati nelle prossime settimane e mesi. L’intento di Ankara è quello di sfruttare la posizione geostrategica della Turchia – un ponte naturale tra Europa ed Asia – per accedere ai mercati del Vecchio continente. E’ opportuno ricordare che dopo l’aggressione russa all’Ucraina, la Turchia continua ad acquistare da Mosca circa il 40 per cento del gas naturale. Circostanza, quest’ultima, che alimenta i timori che almeno una parte delle forniture turche esportate in Europa potrebbero essere in realtà “riciclate” da Mosca.

Di recente è stato avviato il pompaggio del primo flusso di gas nella rete di distribuzione domestica nazionale dai giacimenti di Sakarya, a est di Istanbul, le cui condotte hanno visto il contributo di Tenaris e Saipem. Secondo quanto annunciato dal presidente turco Erdogan, nella prima fase la produzione sarà limitata a 10 milioni di metri cubi di gas al giorno, pari solo al 6 per cento del fabbisogno nazionale. Successivamente dovrebbe essere aumentata gradualmente fino a 40 mcm, consentendo di soddisfare il 30 per cento del fabbisogno di gas del Paese. Le autorità di Ankara rivolgono una particolare attenzione al gas naturale liquefatto (Gnl).

Da un lato, la Turchia ha esteso la platea dei fornitori, composta da 15 Paesi, tra cui Qatar, Stati Uniti, Nigeria e Algeria, dall’altro ha aumentato il numero dei suoi rigassificatori da 3 a 5, nella prospettiva non solo dell’utilizzo a fini domestici ma anche della commercializzazione. L’utilizzo da parte dei Paesi limitrofi dei terminali di rigassificazione può rappresentare un primo passo per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico non solo per la Turchia, ma anche per l’Europa. In questo contesto, proseguono gli sforzi turchi per il raddoppio del gasdotto Trans-Anatolico (Tanap) e per aumentare gli afflussi di gas turkmeno.

NUCLEARE
Ankara è pronta anche ad avviare
la produzione di energia atomica

Ankara è pronta anche ad avviare la produzione di energia atomica tramite la centrale di Akkuyu, dove di recente è stato consegnato il primo carico di combustibile nucleare dalla Russia, utile ad avviare le operazioni presso il primo reattore e a far rientrare, di conseguenza, la Turchia nel novero dei Paesi che utilizzano l’energia nucleare a scopi pacifici. Secondo le stime, il reattore non sarà in grado di produrre energia utile alla rete nazionale prima di due anni. A regime, i quattro reattori presenti nella centrale forniranno non oltre il 10 per cento del fabbisogno energetico nazionale.