MELONI IN MOZAMBICO E CONGO PER LA DIVERSIFICAZIONE ENERGETICA

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 12/10/2023

La missione sarà la seconda effettuata dalla premier dopo quella dell’aprile scorso in Etiopia, a conferma della centralità che il continente africano è tornato a rivestire per l’Italia

Prenderà il via venerdì prossimo, 13 ottobre, la visita del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in Mozambico e Repubblica del Congo. Una visita, quella di Meloni, estrema mente significativa nell’attuale contesto geopolitico, e che mira a consolidare il processo di diversificazione e di approvvigionamento energetico attraverso la crea zione di rapporti solidi basati sul la fiducia reciproca e sul sostegno allo sviluppo delle comunità locali, nell’ottica di un approccio paritario e non predatorio proprio del “Piano Mattei” annunciato dal governo. La missione sarà la seconda effettuata dalla premier dopo quella dell’aprile scorso in Etiopia, a conferma della centralità che il continente africano è tornato a rivestire per l’Italia, co me già dimostrato dalla Conferenza su migrazione e sviluppo ospitata il 23 luglio scorso a Roma.

Il presidente del Consiglio arriverà nella mattina di venerdì 13 ottobre a Maputo, dove incontrerà il presidente Filipe Nyusi. Pre visto anche un incontro con il mondo delle Ong che operano nel settore della cooperazione allo sviluppo. A seguire Meloni si sposterà a Brazzaville, dove sarà ricevuta dal presidente Denis Sassou N’Guesso, con il quale avrà una cena di lavoro prima di ripartire per Roma. La missione di Meloni, inizialmente prevista su due giorni, è stata successivamente accorciata di un giorno per via – a quanto si apprende – della gravità della situazione in Israele. Della delegazione che accompagnerà Meloni nella missione farà parte anche l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. La visita, non a caso, cade nel settantesimo anniversario della fondazione di Eni, che si è prefissata l’obiettivo di rendere l’Italia completamente indipendente dalle forniture di gas dalla Russia entro il prossimo inverno.

La visita di Meloni in Mozambico e Congo s’inquadra dunque in questa strategia di diversificazione dell’approvvigionamento e d’indipendenza energetica da Mosca, portata avanti dal governo dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Di qui la centralità acquisita – in ordine di priorità – da Algeria, Mozambico e Congo. Sia il Mozambico che il Congo so no due Paesi in cui Eni opera da anni sia nel settore petrolifero che in quello del gas. Quanto al Mozambico, il legame di amicizia risale alla lotta per l’indipendenza dal Portogallo, avvenuta nel 1975, in seguito alla quale scoppiò una lunga guerra civile cui fu posta fine nel 1992 grazie al fondamentale ruolo di mediazione del governo italiano, insieme alla comunità di Sant’Egidio. L’accordo di pace fu firmato nel 4 ottobre 1992 a Roma, tanto che la festa nazionale del Mozambico viene celebrata ancora oggi il 4 ottobre, a testimonianza dei forti rapporti di amicizia che uniscono il Mozambico e l’Italia.

Da allora i rapporti con Maputo sono sempre rimasti solidi, e attualmente il Mozambico è uno dei Paesi prioritari della Cooperazione italiana allo sviluppo, che nel triennio 2022 2024 prevede fondi per 85 milioni di euro. In questo contesto assumono, ovviamente, un’importanza fondamentale an che i rapporti energetici. Eni è presente in Mozambico dal 2006 e tra il 2011 e il 2014 ha scoperto risorse “supergiant” di gas natura le nell’Area 4, nel bacino di Rovuma, con volumi complessivi per circa 2.400 miliardi di metri cubi. Eni è operatore del progetto Coral South Flng, il primo progetto che mette in produzione le risorse a gas del Mozambico, avviato nel novembre 2022. La produzione e liquefazione del gas avviene interamente offshore tramite l’impianto galleggiante Coral Sul Flng, con una capacità di liquefa zione di circa 3,4 milioni di tonnellate all’anno di Gnl.

Dall’avvio della produzione sono stati effettuati 30 carichi di Gnl e cinque di condensati. Sulla base dell’esperienza sviluppata con Coral South, comprese quelle relative a costi e tempi di esecuzione, Eni sta lavorando ad un secondo progetto di produzione e liquefazione di gas, Coral North, attraverso un Flng identico a quello già in operazione. Il piano di sviluppo è attualmente in di scussione con i partner e il governo del Mozambico per l’approvazione definitiva, in vista di uno start up nel 2027. Anche con il Congo l’Italia vanta un rapporto di lunga data, che nasce alla fine dell’Ottocento quando l’esploratore italiano naturalizzato francese Pietro Savorgnan di Brazzà fondò l’attuale capitale Brazzaville, dove ancora oggi è presente un mausoleo a lui dedicato.

Il rapporto speciale con il Congo è da attribuire in buona parte, anche in questo caso, alla presenza di Eni, che opera nel Paese dal la fine degli anni Sessanta e vi ha anche favorito lo sviluppo industriale. In Congo l’attività up stream di Eni è condotta nell’offshore di fronte a Pointe Noire, la capitale economica del Paese, e nell’area onshore di Koilou. Eni è presente in Congo dal 1968 con attività di esplorazione e produzione sia onshore che offshore, per una produzione “equity” di circa 80 mila barili nel 2022. Eni ha raggiunto nel novembre 2022 la decisione finale d’investimento per Congo Lng, il primo progetto per la liquefazione e l’export del gas del Paese. Congo Lng vedrà l’installazione di due impianti galleggianti di liquefazione del gas naturale (Flng): il primo avrà una capacità di liquefazione di 0,6 milioni di tonnellate all’anno (Mtpa) di Lng e avvio previsto alla fine del 2023; il secondo, attualmente in costruzione e con avvio previsto nel 2025, porterà la capacità complessiva di liquefazione a 3 milioni di Mtpa. Eni commercializzerà il 100 per cento del gas liquefatto prodotto.

Una cifra distintiva dell’approccio di Eni in Congo – ma non solo – è l’impegno a favorire l’accesso all’energia nel Paese. Il gas prodotto da Eni Congo è destinato in via prioritaria a soddisfare la domanda di generazione di elettricità. Inoltre, Eni Congo ha contribuito alla costruzione delle centrali elettriche Centrale Elec trique du Djéno (Ced) e Centrale Electrique du Congo (Cec), la riqualificazione dell’infrastruttura di trasporto dell’energia tra Pointe Noire e Brazzaville e l’ampliamento della rete di distribuzione di elettricità nella città di Pointe Noire, con l’installazione di un sistema di illuminazione pubblica. Eni è inoltre impegnata nello sviluppo della catena del valore dei biocarburanti in Congo, tramite iniziative di produzione di agrifeedstock da destinare al sistema di bioraffinazione Eni. Eni è presente nel blocco operato offshore 1 Marine VI BIS (65 per cento).

La produzione è fornita da 18 blocchi, di cui 12 operati (dieci offshore e due onshore). Nel 2022 è avvenuto lo startup del giacimento in produzione Nené Banga nel blocco Marine XII, mentre ad aprile 2022 è stato definito un accordo quadro con il governo congolese, con l’obiettivo di aumentare i flussi di export di gas naturale verso l’Europa. A settembre 2022, inoltre, il presidente Denis Sassou N’Guesso e l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, si sono confrontati sulla valorizzazione e commercializzazione delle risorse di gas del Paese, con l’obiettivo di esportare circa un miliardo di metri cubi di gas nell’inverno 2023 2024 e fino a 4,5 miliardi a partire dall’inverno 2024-2025. In particolare, l’aumento della produzione di gas nel Paese farà leva anche sull’implementazione di un progetto in due fasi che prevede l’installazione di due impianti galleggianti di Flng con una capacità di liquefazione pari a 0,6 Mtpa di Lng nel 2023, che salirà a 3 milioni di tonnellate all’anno dal 2025. L’Africa è di ventata una priorità dell’agenda di politica internazionale di questo governo e sarà uno dei temi centrali anche della presidenza italiana del G7 il prossimo anno. La visita di Meloni s’inquadra pertanto in questa strategia che intende, da un lato, fronteggiare le questioni più urgenti, come appunto i flussi migratori e i rap porti con i Paesi africani della sponda del Mediterraneo; dall’altro, costruire rapporti di fiducia con i leader dell’Africa sub sahariana, nell’ottica di un rapporto volto a favorire e la crescita e lo sviluppo dei Paesi africani attraverso un nuovo approccio paritario e non predatorio. Il momento centrale di questo percorso è stata sicuramente la Conferenza di Roma su migrazione e sviluppo, ospitata il 23 luglio scorso alla Farnesina, che ha dato avvio al processo di Roma, nella convinzione che non si possano risolvere le questioni globali come il terrorismo, la criminalità, i traffici il leciti, i flussi migratori, i cambia menti climatici senza occuparsi di Africa.

È in questo quadro che vanno considerati anche i numerosi in contri che il presidente del Consiglio ha avuto nell’ultimo anno con numerosi leader africani, da ultimo durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite con i presidenti di Algeria, Kenya, Senegal, Ruanda, Malawi. Tale strategia dovrebbe trovare definitiva attuazione con il più volte an nunciato “Piano Mattei” per l’Africa, che sarà ufficialmente presentato in occasione della Conferenza Italia Africa in programma a Roma i prossimi 5 e 6 novembre.