Rilasciati 13 ostaggi israeliani liberati 39 prigionieri palestinesi

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 25/11/2023

Il movimento islamista palestinese Hamas ha rilasciato 13 ostaggi israeliani, rapiti il 7 ottobre scorso, giorno del massacro compiuto nelle comunità di confine. Affidati alla Croce rossa internazionale, i 13 ostaggi sono giunti in Israele dal valico di Kerem Shalom, dopo aver attraversato il valico di Rafah, tra Gaza ed Egitto. Contestualmente, sono stati rilasciati dieci thailandesi e un filippino. In queste ore si attende la consegna di 39 prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane

Dopo 49 giorni di detenzione e con l’entrata in vigore della tregua umanitaria alle 07:00 di questa mattina, il movimento islamista palestinese Hamas ha rilasciato 13 ostaggi israeliani, rapiti il 7 ottobre scorso, giorno del massacro compiuto nelle comunità di confine. Affidati alla Croce rossa internazionale, i 13 ostaggi sono giunti in Israele dal valico di Kerem Shalom, dopo aver attraversato il valico di Rafah, tra Gaza ed Egitto. Contestualmente, sono stati rilasciati dieci thailandesi e un filippino. In queste ore si attende la consegna di 39 prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.

La tregua durerà quattro giorni e prevede il rilascio di 50 ostaggi, in cambio della liberazione di 150 prigionieri palestinesi. I 13 ostaggi rilasciati oggi sono quattro bambini e nove donne: Doron Katz Asher, 34 anni; Aviv Asher, 2 anni; Raz Asher, 4 anni; Daneil Alloni, 45 anni; Emilia Alloni, 6 anni; Keren Monder, 54 anni; Ohad Monder, 9 anni; Ruthi Monder, 78 anni; Yaffa Aadar, 85 anni; Margalit Mozes, 77 anni; Hanna Katzir, 77 anni; Adina Moshe, 72 anni; Hanna Perri, 79 anni. Secondo quanto riferito da “The Times of Israel”, Hamas potrebbe liberare un numero più alto di persone in cambio di un’estensione della tregua di alcuni giorni. Il totale degli ostaggi detenuti a Gaza è di 240 persone.

Dopo oltre 12 ore dall’entrata in vigore, la tregua regge e ci sono stati sviluppi sullo scambio di ostaggi e prigionieri. Tuttavia, l’esercito israeliano intende riprendere i combattimenti nella Striscia di Gaza dopo la tregua di quattro giorni. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa, Benny Gantz, davanti a una folla di centinaia di persone che partecipavano a un raduno di solidarietà al Museo d’arte a Tel Aviv. Come riferito dal quotidiano israeliano “Times of Israel” al raduno erano presenti i familiari degli ostaggi catturati dai membri del gruppo islamista palestinese Hamas durante l’attacco del 7 ottobre. “Voglio rassicurare le famiglie di tutti gli ostaggi: non ci fermeremo, riprenderemo l’azione militare a Gaza per ripristinare la dissuasione”, ha affermato Gantz davanti alla folla. Almeno sette autocisterne contenenti 129 mila litri di carburante hanno attraversato oggi il valico di Rafah e sono entrate nella Striscia di Gaza dall’Egitto. Lo riporta l’emittente televisiva “Cairo News Channel”. E’ la seconda volta che il carburante entra nell’exclave palestinese dallo scoppio del conflitto tra il movimento islamista Hamas e Israele lo scorso 7 ottobre.

Altre due cisterne erano entrate nella Striscia una settimana fa circa. Complessivamente 89 convogli umanitari e due ambulanze hanno varcato oggi il confine, insieme a un gruppo di 110 palestinesi che – per la prima volta – sono rientrati a Gaza. Allo stesso tempo, sono attualmente in viaggio verso Rafah altri 105 ulteriori camion di aiuti, mentre 17 feriti e 15 loro accompa- gnatori dovrebbero essere accolti oggi in Egitto.

Sul piano diplomatico, il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, ha condannato le dichiarazioni dei premier del Belgio e della Spagna, rispettivamente Alexander De Croo e Pedro Sanchez, poiché “non ritengono Hamas pienamente responsabile di crimini contro l’umanità, del massacro del popolo israeliano e dell’uso dei palestinesi come scudi umani”. Lo ha riferito Ofir Gendelman, portavoce del premier israeliano, sul suo profilo di X (ex Twitter). Le dichiarazioni di Netanyahu arrivano in seguito alla conferenza stampa che i due leader europei hanno tenuto a Rafah mentre si attendeva il rilascio dei 13 ostaggi israeliani.

Il ministero degli Esteri a Gerusalemme ha convocato gli ambasciatori dei due Paesi dopo aver sottolineato che i premier “hanno dato sostegno al terrorismo”. Sanchez oggi ha ribadito il diritto di Israele a difendersi, “ma entro i parametri e i limiti imposti dal diritto internazionale umanitario”, aggiungendo che “questo non è il caso”. “L’uccisione indiscriminata di civili innocenti, tra cui migliaia di bambini, è assolutamente inaccettabile. La violenza porterà solo ad altra violenza. Dobbiamo sostituire la violenza con la speranza e la pace”, ha aggiunto Sanchez.