Bosnia: leader europei in visita a Sarajevo Futuro del Paese nell’Ue ma serve concretezza

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 24/01/2024

Il Paese balcanico ha mostrato progressi visibili nel percorso di adesione, ma sono necessari ulteriori passi in avanti in tema di riforme costituzionali e politica estera. Questo il messaggio condiviso ieri dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, dal primo ministro olandese Mark Rutte e dall’omologo croato Andrej Plenkovic

Il futuro della Bosnia Erzegovina è nell’Unione europea, perché il Paese balcanico ha mostrato progressi visibili nel percorso di adesione. Sono però necessari ulteriori risultati affinché le autorità di Sarajevo possano davvero essere pronte all’apertura dei negoziati. Questo il messaggio condiviso lanciato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, dal primo ministro olandese Mark Rutte e dall’omologo croato Andrej Plenkovic, nella loro visita di ieri a Sarajevo. I tre hanno tenuto una serie di incontri con le autorità bosniache in cui hanno espresso il loro appoggio al Paese balcanico nel percorso comunitario, dopo che lo scorso dicembre l’Ue ha preso la decisione di avviare i negoziati di adesione una volta che Sarajevo avrà soddisfatto a sufficienza i criteri di adesione.

Tali passi avanti dovrebbero essere compiuti entro marzo, quando verrà presentato al Consiglio europeo un rapporto sulla Bosnia Erzegovina, in modo che lo stesso organo possa determinare la data per l’inizio dei negoziati. “Il futuro della Bosnia Erzegovina è nell’Ue come Paese unico e sovrano”, ha subito affermato Ursula von der Leyen al suo arrivo nella capitale bosniaca. La presidente della Commissione europea nella conferenza stampa finale congiunta, in cui era presente anche la premier bosniaca Borjana Kristo, ha rimarcato che l’Ue ha visto “alcuni progressi” del Paese e un “vero e proprio impegno verso l’obiettivo dell’adesione”, con l’adozione di leggi importanti. Tra queste, come ha sottolineato von der Leyen, spicca la normativa “sull’integrità del sistema giudiziario”. “Tutti noi qui condividiamo un’idea per il futuro della Bosnia Erzegovina, che entri nell’Ue come un unico Paese unito e sovrano”, ha rimarcato von der Leyen, la quale ha aggiunto che anche il Piano europeo di investimenti europeo per i Balcani “è una grande opportunità per aumentare la prosperità” del Paese. “Il processo di integrazione europea per la Bosnia Erzegovina deve essere basato sul merito, senza scorciatoie.

Al momento, il Paese non è ancora pronto”, ha invece affermato il premier olandese Rutte nel suo intervento, sottolineando che il processo di adesione viene valutato sulla base di “risultati concreti”. “Abbiamo bisogno di un elenco di risultati in base alle priorità, ma la Bosnia Erzegovina non è sola. Noi, insieme alla Commissione europea, siamo qui per aiutarvi in questo percorso”, ha affermato Rutte, il quale ha sottolineato che “il tempo stringe”. Dello stesso avviso anche il premier croato Plenkovic, il quale ha sostenuto che ora è “il momento cruciale” per Sarajevo di attuare le modifiche necessarie per procedere verso l’integrazione nell’Unione europea. Plenkovic, non prima di aver rimarcato che la Croazia “da anni” è a favore dell’integrazione europea del Paese balcanico, ha sottolineato che “se si perde questo momento, si perde l’anno” a causa delle elezioni europee previste a giugno.

La premier bosniaca Kristo da parte sua ha chiesto che rimanga vivo l’appoggio dei rappresentanti europei al percorso di adesione di Sarajevo. Kristo ha informato i leader presenti di quello che il suo governo ha fatto durante questi mesi in tema di Stato di diritto, diritti umani e lotta alla corruzione, sottolineando che sono in corso le riforme costituzionali necessarie al percorso di integrazione europea, soprattutto quella relativa alla legislazione elettorale. “Dobbiamo fare di tutto per evitare l’imposizione di soluzioni sulla legge elettorale da parte della comunità internazionale che potrebbero danneggiare i rapporti sia all’interno della coalizione di governo che tra le istituzioni del Paese”, ha detto a tal proposito la premier riferendosi alle affermazioni di alcuni giorni fa dell’Alto rappresentante, Christian Schmidt, il quale aveva annunciato un suo intervento se le élite politiche bosniache non avessero raggiunto un accordo sulle modifiche alla legge elettorale. Premettendo un allineamento al cento per cento della politica estera bosniaca a quella europea, il capo del governo di Sarajevo ha detto infine di attendere l’apertura dei negoziati di adesione entro marzo.