Tajani a Beirut per favorire la de-escalation in Medio Oriente

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 25/01/2024

Previste anche tappe a Tel Aviv, Gerusalemme e Ramallah, per scongiurare l’ allargamento del conflitto

Il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha dato il via da Beirut alla sua visita in Medio Oriente, che prevede anche tappe a Tel Aviv, Gerusalemme e Ramallah, con l’obiettivo di scongiurare il rischio di un allargamento deconflitto e favorire una de-escalation, sottolineando l’urgenza di ripristinare al più presto un orizzonte politico verso una soluzione a due Stati. “L’unica soluzione possibile al conflitto in Medio Oriente è quella a due Stati”, ha affermato il titolare della Farnesina durante un punto stampa presso la sede della missione militare bilaterale italiana in Libano (Mibil) a Karantina.

Dal Paese dei cedri, Tajani ha ribadito la necessità di risolvere anche il contenzioso tra il movimento sciita libanese filo-iraniano Hezbollah e Israele, i cui effetti si stanno sviluppando negli ultimi tre mesi proprio nell’area dove è dislocato il contingente internazionale della missione di interposizione delle Nazioni Unite (Unifil), all’interno del quale l’Italia partecipa con 1.062 caschi blu. Il ministro ha ribadito anche la necessità di garantire la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso, da e verso il Canale di Suez, dove dagli ultimi tre mesi i ribelli sciiti filo-iraniani Houthi lanciano attacchi contro le navi mercantili, con implicazioni non solo securitarie ma anche di tipo economico.

Tajani, accompagnato nei suoi incontri istituzionali dall’ambasciatrice d’Italia a Beirut, Nicoletta Bombardiere, ha incontrato il premier libanese, Najib Miqati, il ministro della Difesa, Maurice Sleem, e il comandante delle Forze armate libanesi, generale Joseph Aoun. Nel suo incontro con il primo ministro, il capo della diplomazia italiana ha sottolineato che l’Italia sostiene “con forza ogni azione del governo libanese per evitare l’allargamento del conflitto attualmente in corso a Gaza” al Libano, confermando a Miqati l’impegno del governo italiano per “ogni possibile negoziato per l’attuazione della risoluzione (del Consiglio di sicurezza) Onu 1701 che prevede l’assenza di uomini armati e materiali bellici, a esclusione dell’esercito libanese, tra il confine Libano-Israele e la linea del fiume Litani”.

“E’ importante mantenere una distanza di sicurezza fra l’esercito di Israele e le formazioni militari di Hezbollah. Il negoziato deve procedere nonostante questa fase di guerra a Gaza, vogliamo dare un messaggio a tutte le parti coinvolte in questo scenario: non c’è alternativa a un percorso di pace da avviare immediatamente”, ha dichiarato Tajani dopo la fine dell’incontro. “Condividiamo la posizione degli Stati Uniti per estendere la zona blu e quindi cercare di avere una situazione più calma sia per la popolazione libanese, sia israeliana”, ha affermato Tajani nei suoi interventi da Beirut. La proposta ricalca quanto già previsto dalla risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sul ritiro delle forze di Hezbollah a nord del fiume Litani.

Ricordando l’accordo raggiunto nel 2022 tra Libano e Israele per la definizione dei confini marittimi, Tajani ha auspicato che avvenga anche sul terreno. “E’ l’unica soluzione, bisogna discutere. Non è facile”, ha aggiunto, ricordando che “l’Italia lavora a favore della pace”. Da Beirut, Tajani ha inoltre ribadito la necessità di risolvere il conflitto israelo-palestinese con la creazione di due Stati per garantire la sicurezza di Israele, creare una prospettiva per i palestinesi e, in senso più esteso, disinnescare la tensione scaturita nella regione dopo l’attacco del movimento islamista palestinese Hamas del 7 ottobre scorso, costato la vita a circa 1.200 persone in Israele. Di conseguenza, le forze israeliane hanno lanciato un’operazione militare nella Striscia di Gaza, amministrata da Hamas, dove finora, secondo le autorità locali, sono morte circa 25 mila persone, senza specificare il numero dei miliziani tra i morti. Sullo scenario futuro, “mi è sembrato di intravedere, nelle parole pronunciate dal presidente di Israele, Isaac Herzog, a Davos, un’apertura nella direzione di una soluzione che garantisca certamente la sicurezza di Israele, che non può essere messa in discussione”, ha affermato il ministro.

Per Tajani, “nessuno può pensare di cancellare Israele dalla carta geografica, ma bisogna dare anche una prospettiva al popolo palestinese. Quindi uno Stato palestinese che non deve rappresentare una minaccia per Israele”. La soluzione ‘due Stati per due popoli’ necessita di “un mutuo riconoscimento”, ha proseguito. “Ci può essere una fase di transizione, con una presenza magari delle Nazioni Unite, modello Unifil, a guida araba, ma con magari anche una presenza italiana. Siamo disposti a dare il nostro contributo nel costruire la pace”, ha aggiunto. Tajani ha anche ricordato che “l’Italia è fortemente presente in queste aree”, dove “i nostri militari stanno svolgendo un ruolo molto positivo di distensione tra Israele ed Hezbollah”. In futuro, ha aggiunto, l’Italia è disponibile a inviare uomini e donne in uniforme, nell’eventualità che, dopo la fine del conflitto nella Striscia di Gaza, sia prevista una presenza delle Nazioni Unite, nel quadro di un comando arabo, ha aggiunto.

Al centro degli interventi del ministro degli Esteri da Beirut anche la sicurezza della navigazione. La Marina militare “è impegnata a sud del Mar Rosso per proteggere i mercantili. E’ nostro dovere proteggere il traffico mercantile” perché “circa il 40 per cento del Pil è costituito dall’export”, ha affermato. “Lunedì – 22 gennaio – abbiamo deciso a Bruxelles di dar vita a una nuova missione di protezione, che allargherà la missione che c’è a Hormuz”, ha aggiunto Tajani, sottolineando che adesso i vertici militari discuteranno come rendere operativa la missione. “Credo che la decisione definitiva verrà presa all’inizio del mese di febbraio”, ha rivelato. L’Italia è già presente nell’area del Mar Rosso – teatro degli attacchi contro le navi commerciali da parte dei ribelli sciiti Houthi – con due fregate, che fanno parte della missione Atalanta, le cui regole d’ingaggio prevedono l’uso di armi nel caso di operazioni difensive. In serata, Tajani si recherà a Tel Aviv, in Israele, dove domani incontrerà le autorità locali.