Crosetto in Israele: “Uscire dalla crisi con una soluzione a due Stati”

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 25/11/2023

La condanna dell’attacco del gruppo islamista palestinese Hamas il 7 ottobre scorso, la necessità di sconfiggere il terrorismo, ma anche di pensare al futuro del Medio Oriente sono stati i temi principali affrontati durante la visita a Tel Aviv del ministro della Difesa, Guido Crosetto, in occasione degli incontri con l’omologo, Yoav Gallant, nella giornata in cui è iniziata la tregua umanitaria di quattro giorni tra Israele e Hamas, che prevede anche il rilascio di 50 ostaggi in cambio di 150 prigionieri palestinesi. “Ci sarà una breve pausa e poi continueremo ad operare con piena potenza militare. Non ci fermeremo finché non raggiungeremo i nostri obiettivi: la distruzione di Hamas e il ritorno a casa degli ostaggi da Gaza a Israele – ci sono 240 ostaggi ed è qualcosa non possiamo accettare e non possiamo tollerare”, ha affermato Gallant.

Il ministro Gallant ha illustrato a Crosetto gli sviluppi della guerra a Gaza, ponendo l’accento sui progressi operativi e sugli sforzi per restituire gli ostaggi a Israele. Gallant ha inoltre sottolineato il ruolo della comunità internazionale nella regione, che comprende la gestione della situazione umanitaria a Gaza, nonché lungo il fronte settentrionale, al confine con il Libano, dove è dispiegata la missione di interposizione delle Nazioni Unite (Unifil). Dopo l’inizio del confronto militare tra Israele e Hamas a Gaza, al confine con il Libano sono scoppiati scontri tra le Forze di difesa israeliane (Idf) e il movimento sciita libanese Hezbollah.

Al riguardo, Gallant ha detto: “Non abbiamo alcun interesse nella guerra, ma dobbiamo scoraggiare i nostri nemici. Non possiamo tornare alla realtà del 6 ottobre: siamo stati brutalmente attaccati da Hamas e poi siamo stati attaccati da Hezbollah. Non tolleriamo minacce ai nostri cittadini”. Sul ruolo della missione Unifil è intervenuto il ministro Crosetto, durante una conferenza stampa a Tel Aviv, presso l’ambasciata d’Italia. Con le “attua – li regole d’ingaggio evidentemente il mandato” dell’Unifil “non è stato assolto”, ha affermato. “Che senso ha mantenere un’operazione che non ha raggiunto l’obiettivo che si è posto”, ha detto Crosetto, citando le tensioni registrate nel sud del Libano – dove è di stanza Unifil – e il nord di Israele. A tal riguardo Crosetto intende portare avanti “un’operazione verità”. “Ho sollevato il problema prima che iniziasse questa guerra”, ha affermato, ricordando che il mandato di Unifil prevede che Libano e Israele non siano nemici.

“Chiederò all’Onu se è stato assolto”, ha proseguito. Crosetto ha poi manifestato “le preoccupazioni e l’invito chiaro a rispettare il diritto alla vita della popolazione civile palestinese, comprendendo che la lotta ad Hamas finirà quando sarà resa innocua militarmente”. “L’Italia si sta prodigando attivamente e ha già inviato aiuti umanitari e una nave ospedale della Marina Militare, nave Vulcano, con personale di tutte le Forze Armate, attrezzature e mezzi a bordo in grado di fornire un aiuto concreto alla popolazione civile. Un altro ospedale da campo è pronto e può arrivare in poco tempo. I nostri velivoli sono impegnati in voli di trasporto sanitario urgente di persone in imminente pericolo di vita e ammalati gravi. Ma proprio come gli accordi tra Stati, che sono già in corso, ci potrebbero permettere di installare un ospedale da campo nella Striscia di Gaza, per aiutare la popolazione civile palestinese, così voglio riaffermare qui, non solo con le parole, la mia vicinanza e amicizia a Israele. E allo stesso tempo rimarcare il nostro pieno appoggio e sostegno per ogni esigenza o problema di tipo umanitario, diplomatico, politico e materiale anche alla popolazione palestinese.

Insieme dobbiamo lavorare per costruire un futuro di convivenza e pace”, ha aggiunto. Il ministro della Difesa si è detto felice di essere a Tel Aviv nel giorno della liberazione dei primi ostaggi israeliani. “Un giorno finalmente bello e non cupo, in cui cominceranno a rientrare i bambini israeliani che sono stati prigionieri fino adesso nelle mani di Hamas. Un giorno che ci ha visti protagonisti, come Italia, a fianco di altri Paesi, grazie all’impegno in primis del presidente (Giorgia) Meloni e di tutti noi. Mi auguro che i giorni di tregua non siano solo quattro”.