Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 03/02/2024
La Tunisia ha un grande potenziale per diventare un hub regionale per le energie rinnovabili tra Europa e Africa. E’ l’opinione del Country manager della Banca mondiale in Tunisia, Alexandre Arrobbio, intervistato da “Agenzia Nova”. L’Assemblea dei rappresentanti del popolo (Arp) di Tunisi ha approvato martedì 30 gennaio il testo legislativo che consente l’assorbimento di un prestito concesso dalla Banca mondiale per la realizzazione del progetto Elmed. Quest’ultimo dovrà essere, nelle intenzioni degli ideatori, un vero e proprio “ponte energetico” tra Italia e Tunisia, che metterà in collegamento due grandi sistemi elettrici, quelli di Europa e Nord Africa, grazie alla sinergia e alla cooperazione tra Terna e Steg, le società che gestiscono le reti elettriche dei due Paesi. Arrobbio ha descritto l’adozione della legge da parte dell’Arp come “un grande passo avanti”, aggiungendo che “la Tunisia ha un grande potenziale per diventare un hub regionale per le rinnovabili tra Europa e Africa, più autonomo e competitivo”, e capace di creare più posti di lavoro. “Elmed, progetto sostenuto dalla Banca Mondiale e da altri partner, rappresenta un’opportunità perché ciò accada”.
Secondo il Country manager, inoltre, Elmed “conferma l’impegno della Tunisia a favore dell’energia sostenibile e gli sforzi di collaborazione di varie parti interessate a promuovere un panorama energetico più interconnesso e resiliente”. La Banca mondiale ha approvato un finanziamento di 268,4 milioni di dollari alla Tunisia per il progetto Elmed, in parte dedicato alla realizzazione della stazione di conversione e in parte dedicato ai rinforzi interni di rete funzionali all’interconnessione. L’accordo rientra nel quadro del partenariato tra Tunisia e Banca mondiale, il cosiddetto Country partnership framework (Cpf) relativo al periodo 2023 – 2027 e annunciato lo scorso giugno. Secondo Arrobbio, “il sostegno alla strategia energetica 2035 del governo tunisino, che mira a portare rapidamente l’energia rinnovabile al 35 per cento del consumo energetico totale, è una delle principali priorità della Banca mondiale nell’ambito dell’attuazione del nuovo Cpf”.
Per la realizzazione di Elmed è previsto un investimento complessivo di circa 850 milioni di euro: di questi, oltre 300 saranno finanziati dal Connecting Europe Facility (Cef), il fondo dell’Unione europea destinato allo sviluppo di progetti per il potenziamento delle infrastrutture energetiche comunitarie. È la prima volta che i fondi del Cef sono assegnati a un’opera infrastrutturale che sarà realizzata con il coinvolgimento di uno Stato membro e un Paese terzo. Come ulteriore testimonianza della sua importanza strategica, la Commissione europea ha destinato al progetto oltre la metà del budget disponibile nel bando del 2022. Oltre ai fondi Cef e della Banca mondiale, ci sono manifestazioni d’interesse a prendere parte al progetto da parte della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers), della Banca europea per gli investimenti (Bei) e della Banca tedesca per lo sviluppo (KfW). Ulteriori finanziamenti includono 25 milioni di dollari provenienti dal Fondo verde per il clima, mobilitati attraverso la Sustainable renewables risk mitigation initiative (Srmi).
L’elettrodotto si snoderà tra la stazione elettrica di Partanna, in Sicilia, e quella di Mlaabi, nella penisola tunisina di Capo Bon, per una lunghezza complessiva di circa 220 chilometri (di cui circa 200 percorsi da un cavo sottomarino), con una potenza di 600 MW e una profondità massima di circa 800 metri, raggiunti lungo il Canale di Sicilia. Si tratta di un’infrastruttura senza precedenti in termini di programmazione e coordinamento tra gestori di rete, istituzioni, banche e territorio. “L’obiettivo di Elmed – si legge sul sito del progetto – è garantire una maggiore sicurezza, sostenibilità e resilienza nell’approvvigionamento energetico, nonché un aumento degli scambi di elettricità prodotta da fonti rinnovabili”.
Le stazioni elettriche di conversione di Partanna (Trapani) e Mlaabi (Menzel Temime), da cui partiranno i cavi per il trasporto dell’energia, saranno realizzate secondo i più avanzati standard tecnici e tecnologici e nel pieno rispetto dell’ambiente e dei territori circostanti, grazie anche all’utilizzo di architetture e colori in sintonia con il paesaggio. Per l’opera sono stati condotti accurati studi marini e ambientali che hanno consentito di definire il tracciato migliore a tutela dei fondali e degli ecosistemi esistenti. Sostenibilità e attenzione al territorio sono infatti i punti cardine del progetto.
L’adozione della legge che approva il prestito da parte della Banca mondiale rappresenta soltanto l’ultimo passo del sostegno istituzionale ricevuto dal progetto. Il 30 aprile 2019 il ministero dello Sviluppo economico italiano e il ministero dell’Industria tunisino hanno definito un accordo con l’obiettivo di supportare Terna e Steg nella realizzazione dell’interconnessione elettrica. Ratificato dalla Tunisia il 29 gennaio 2020 e dall’Italia il 19 dicembre 2021, l’accordo intergovernativo è entrato in vigore il 25 gennaio 2022. Elmed segna dunque un passo importante verso la creazione di un partenariato costruttivo e reciprocamente vantaggioso a lungo termine tra Europa e Nord Africa, grazie all’approvazione finora ricevuta da diversi governi coinvolti, ossia Italia, Francia, Malta, Germania, Algeria e Tunisia e dalle istituzioni europee per il suo contributo all’integrazione delle due sponde del bacino del Mar Mediterraneo