Gabon, la Comunità regionale sospende i rapporti col Paese

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’ Italia – 06/09/2023

DOPO IL GOLPE DEL 30 AGOSTO IL GENERALE NGUEMA GIURA COME PRESIDENTE

Dopo il colpo di Stato in Gabon che lo scorso 30 agosto ha portato alla destituzione del presidente Ali Bongo Ondimba, subito dopo la sua rielezione per un contestato terzo mandato, non si sono fatte attendere le prime contromisure della comunità regionale. Nello stesso giorno in cui il leader golpista Brice Oligui Nguema ha giurato come presidente ad interim, la Comunità economica degli Stati dell’Africa centrale (Ec-cas) ha infatti annunciato la sospensione del Gabon dall’organismo regionale. La decisione è stata ufficializzata al termine del vertice straordinario che si è tenuto lunedì 4 settembre nella capitale della Guinea equatoriale, Malabo.

I capi di Stato e di governo regionali “hanno condannato l’uso della forza per risolvere i conflitti politici in Gabon e hanno sospeso il Paese dall’organizzazione”, ha detto ai giornalisti il ministro degli Esteri angolano, Tete Antonio, dopo la riunione. I leader regionali hanno anche ordinato l’immediato trasferimento temporaneo della sede dell’Ec-cas dalla capitale del Gabon, Libreville, a Malabo, e “hanno dato una scadenza di un anno per la transizione e l’organizzazione delle elezioni”. Il vertice è stato ospitato dal presidente della Guinea equatoriale, Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, il quale ha assunto la presidenza che prima del golpe era detenuta dal presidente gabonese deposto Bongo.

Nel suo intervento al summit, Obiang ha quindi invitato la comunità internazionale e regionale a “sostenere il popolo gabonese in questo momento difficile, per ripristinare l’ordine costituzionale e il funzionamento di tutti gli organi del Paese”. Oltre ad Obiang, al vertice hanno partecipato anche il presidente congolese Denis Sassou N’Guesso, l’angolano Joao Lourenco e il centrafricano Faustin-Ar-change Touadera, nonché il primo ministro di Sao Tomé e Principe, Patrice Trovoada, e un rappresentante del presidente del Camerun Paul Biya. L’annuncio della sospensione del Gabon dall’Eccas è avvenuto nello stesso giorno in cui il leader golpista Nguema ha giurato come presidente della transizione del Paese, acclamato con un’ovazione dai funzionari e ufficiali militari presenti alla cerimonia.

Nel suo discorso inaugurale da presidente di transizione, il generale Nguema ha difeso la presa del potere avvenuto in seguito al colpo di Stato della scorsa settimana, affermando che si è trattato di un “atto patriottico”. “Quando il popolo viene schiacciato dai leader, allora sono i militari che devono restituirgli la dignità e la libertà. È con questo spirito che noi forze di difesa ci siamo assunti le nostre responsabilità rifiutando un processo elettorale parziale”, ha affermato, annunciando l’organizzazione di un referendum su una nuova Costituzione, l’approvazione di una nuova legge elettorale e un nuovo Codice penale e lo svolgimento di elezioni “libere e trasparenti”.

Nguema è stato nominato la scorsa settimana a capo del Comitato per la transizione e il ripristino delle istituzioni (Ctri), il nome con il quale si è presentata la nuova giunta militare. Nguema, già capo della Guardia presidenziale, è stato designato “all’unanimità” come presidente del Ctri e leader del periodo transitorio dopo che nella notte fra martedì 29 e mercoledì 30 agosto, a poche ore dall’ufficializzazione da parte della Commissione elettorale dell’elezione per un terzo mandato presidenziale del presidente Bongo con il 64,2 per cento dei voti, una decina di ufficiali in divisa militare è intervenuto sulla televisione nazionale per annullare l’esito del voto e proclamare la deposizione di Bongo.

Le forze di sicurezza hanno annunciato la chiusura delle frontiere e la sospensione delle istituzioni, incluse l’esecutivo, la Corte costituzionale e la Commissione elettorale. Già capo della Guardia presidenziale del Gabon, le forze più fedeli al presidente della Repubblica e responsabili della sua sicurezza, Nguema è anche cugino di primo grado del presidente deposto. Formatosi all’accademia militare di Meknes, in Marocco, l’ufficiale ha fatto carriera rapidamente e nel giro di poco tempo è diventato uno dei principali assistenti dell’ex presidente Omar Bongo, padre di Ali, rimanendo nel suo entourage fino alla sua morte, avvenuta nel 2009.I rapporti con Ali Bongo, delfino designato di Omar, non sono mai stati idilliaci.

Già nel 2009, anno in cui Ali salì al potere, Nguema fu “spedito” all’estero come addetto militare prima presso l’ambasciata gabonese in Marocco, poi in quella del Senegal. Nguema ha fatto rientro in Gabon soltanto nove anni dopo, nel 2018, anno in cui Ali Bongo ebbe un ictus mentre si trovava in Arabia Saudita, venendo nominato prima al servizio di intelligence della Guardia presidenziale, quindi promosso due anni dopo alla direzione dello stesso corpo militare al posto del generale Gregoire Kouna, un altro cugino del presidente deposto. Come capo della Guardia presidenziale, Nguema è stato incaricato di rafforzare i sistemi di sicurezza interna del Gabon e di gestire le attrezzature in dotazione.

È stato lui a ricevere, lo scorso 21 luglio, la consegna di quattro blindati da ricognizione donati dalla Francia e ordinati già nel 2020 per rafforzare gli effettivi del corpo armato, ma il cui rilascio era stato ritardato da Parigi sia per motivi di contabilità sia per il timore francese che i mezzi potessero essere utilizzati in operazioni di repressione di eventuali proteste legate alle elezioni dello scorso 26 agosto. Tali reticenze, tuttavia, sono state superate nel giungo scorso in seguito al pagamento di 52 milioni di dollari da parte del governo gabonese per l’acquisto in un Airbus C295 per il trasporto militare.