Gaza, accordo per pausa umanitaria 50 ostaggi in cambio di 150 palestinesi

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 23/11/2023

arriva l’accordo per una pausa umanitaria temporanea tra le parti in conflitto, mediato da Qatar, Egitto e Stati Uniti, e per uno scambio di ostaggi e prigionieri. L’accordo prevede un cessate il fuoco di quattro giorni a Gaza e il rilascio di 50 ostaggi nelle mani di Hamas in cambio di 150 prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. In particolare, il gruppo islamista libererà 30 bambini, otto madri e altre 12 donne. I termini dell’intesa hanno avuto il via libera delle Forze di difesa israeliane (Idf), del Mossad e dell’intelligence per gli affari interni di Israele, lo Shin Bet.

Al 47esimo giorno di guerra tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas, arriva l’accordo per una pausa umanitaria temporanea tra le parti in conflitto, mediato da Qatar, Egitto e Stati Uniti, e per uno scambio di ostaggi e prigionieri. L’accordo prevede un cessate il fuoco di quattro giorni a Gaza e il rilascio di 50 ostaggi nelle mani di Hamas in cambio di 150 prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. In particolare, il gruppo islamista libererà 30 bambini, otto madri e altre 12 donne. I termini dell’intesa hanno avuto il via libera delle Forze di difesa israeliane (Idf), del Mossad e dell’intelligence per gli affari interni di Israele, lo Shin Bet. Secondo un funzionario del governo israeliano, inoltre, Hamas potrebbe anche rilasciare altri ostaggi di diverse nazionalità.

Il ministero degli Esteri del Qatar intanto ha riferito che il numero delle persone liberate aumenterà nelle fasi successive dell’attuazione dell’accordo, il quale consentirà anche “l’ingresso di un numero maggiore di convogli e di aiuti, compreso il carburante destinato ai bisogni umanitari”. Nebal Farsakh, portavoce della Mezzaluna rossa palestinese, ha tuttavia affermato che ci saranno limiti alla quantità di carburante che entrerà – “se ci sarà” – nella Striscia di Gaza durante la pausa umanitaria. “Quello che ci è stato detto è che un certo numero di camion carichi di carburante sarà autorizzato a entrare (a Gaza) per effettuare alcuni lavori sulle reti idriche e sanitarie, ma non per gli ospedali”, ha spiegato la portavoce. Le strutture sanitarie di Gaza, molte delle quali non sono più operative, hanno bisogno di carburante per continuare a fornire “servizi salvavita” ai palestinesi, ha proseguito Farsakh, secondo cui saranno “circa 400” i camion autorizzati a entrare nell’exclave palestinese durante la pausa umanitaria, molti di più rispetto ai 42 camion entrati in media ogni giorno dall’inizio degli scontri.

Anche il movimento sciita libanese filo-iraniano Hezbollah fermerà le ostilità. Una fonte vicina al movimento ha infatti indicato che Hezbollah, nonostante non abbia preso parte ai negoziati relativi all’accordo, rispetterà la tregua raggiunta da Hamas con Israele, ma qualsiasi azione israeliana nel Libano meridionale o nella Striscia di Gaza avrà una risposta. Gli scontri tra Hezbollah e le forze israeliane al confine tra Libano e Israele, che vanno avanti dall’ 8 ottobre, hanno causato la morte di oltre 70 combattenti del movimento filo-iraniano, di almeno dieci israeliani, la maggior parte dei quali militari, e di almeno 14 civili libanesi, tra cui tre giornalisti.

L’accordo raggiunto da Israele e Hamas è stato inoltre accolto favorevolmente dalla maggior parte degli attori internazionali, in particolare dall’Unione europea e dagli Stati Uniti. Anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha speso parole positive per l’intesa, definendola come “un passo importante nella giusta direzione, ma occorre fare molto di più”. In una dichiarazione diffusa dal suo vice portavoce, Farhan Haq, il numero uno dell’Onu ha detto che “le Nazioni Unite mobiliteranno tutte le loro capacità per sostenere l’attuazione dell’accordo e massimizzare il suo impatto positivo sulla situazione umanitaria a Gaza”.