Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia -19/12/2023
Gli Stati Uniti hanno deciso di contrastare l’influenza russa in Repubblica Centrafricana dispiegando nel Paese decine di mercenari della compagnia privata Bancroft, scegliendo di fatto di battere il Cremlino con la stessa strategia messa in campo da Mosca con il gruppo paramilitare Wagner, ora rinominato Africa Corps. Lo scenario, hanno confermato all’emittente “Rfi” diversi esperti ed osservatori, vede la presenza nella capitale Bangui di numerosi elementi della compagnia paramilitare statunitense, che da mesi starebbero preparando l’insediamento del gruppo, in passato già operativo in Somalia, Uganda, Kenya e Libia. Fra gli obiettivi prefissati da Washington ci sarebbe in particolare quello di proporre formazioni sul campo ed investire in diversi ambiti, incluso quello della sicurezza frontaliera e della protezione di siti strategici, in primis i siti minerari oggetto di attacchi dei gruppi armati e che da tempo il governo centrafricano ha affidato alla difesa dei contractor russi. Una protezione che tuttavia negli ultimi mesi ha vacillato per gli attacchi che ora hanno preso di mira proprio le basi dei Wagner, come quello effettuato nella notte fra il 9 e 10 dicembre scorsi a Kaga-Bandoro, nel centro-ovest del Paese, nel quale sono morte tre persone ed altre cinque sono rimaste ferite.
Secondo le informazioni raccolte da “Rfi”, il progetto statunitense è gestito dalla Defense Threat Reduction Agency (Dtra), un’agenzia governativa specializzata fra le altre cose nel contrasto alle armi di distruzione di massa. I mercenari già presenti sul campo starebbero peraltro valutando dove posizionare un’eventuale base nelle vicinanze della capitale e dove stanziare i propri mezzi, in particolare i droni da ricognizione. Tra gli obiettivi ci sarebbe anche quello di formare un’unità civile ed una medica, e di avviare una collaborazione con le guardie forestali per progetti anche a fini turistici. Si tratterebbe comunque di presenze al momento “non operative”, rivela il sito di inchiesta “Africa Intelligence”, sottolineando che nessun accordo è stato al momento firmato fra il governo Usa e quello centrafricano. A settembre il presidente Faustin-Archange Touadera ha tuttavia ricevuto a Bangui una delegazione di uomini della Bancroft per l’avvio dei colloqui. Una visita, quella dei vertici di Bancroft a Bangui, organizzata a meno di un mese dalla morte del leader del gruppo Wagner, Evgenij Prigozhin, deceduto in un incidente aereo in Russia.
Del resto, era da tempo che Washington si muoveva nel tentativo di trovare una formula efficace di contrasto alla capillare azione portata avanti nel continente africano dagli uomini di Prigozhin. Un anno fa, il vertice Usa-Africa ospitato a Washington si era focalizzato fortemente sulla lotta all’espansione russa nel continente, e secondo fonti stampa sarebbe stato proprio in quell’occasione che il segretario di Stato Antony Blinken avrebbe proposto al presidente centrafricano Touadera delle alternative per ridurre la sua dipendenza dai mercenari di Mosca. Via via gli Stati Uniti hanno esteso le sanzioni anche nei confronti di persone o aziende collegate al gruppo Wagner, lanciando un messaggio di sostegno al governo Touadera, già in passato vittima dell’opportunismo di gruppi armati che lo hanno messo a rischio di destituzione e per questo aperto ad alleanze che possano garantirgli una maggiore stabilità. In ogni caso, il progetto di penetrazione statunitense colpisce Mosca nel momento in cui gli ormai ex Wagner affrontano la fase più critica, un processo di indebolimento che si è rapidamente consumato dopo la morte del loro leader.
Già a settembre analisti osservavano come il gruppo paramilitare russo avesse subito perdite significative nei combattimenti ingaggiati contro i gruppi armati locali. Dopo la morte di Prigozhin, il gruppo di mercenari si è indebolito e i suoi uomini sono progressivamente stati ridistribuiti e sostituiti in parte da effettivi ruandesi. Secondo diverse fonti, Wagner starebbe da tempo addirittura lottando per mantenere la sua presenza in Repubblica Centrafricana, Paese dove i contractor russi sono arrivati nel 2018 a sostegno del presidente Touadera, secondo i termini di un accordo di difesa con la Russia. Alla fine del 2020, con Touadera minacciato da un’offensiva ribelle sulla capitale Bangui, altre centinaia di mercenari sono giunti dalla Russia, al punto che il presidente si è guadagnato il soprannome di “presidente Wagner”. Una parabola che è andata scemando, intaccando il rapporto con Mosca e rendendo necessaria la ricerca di nuovi alleati.