Grecia e Turchia: attesa per il vertice che sancirà l’avvio di nuove relazioni

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce del Sud – 07/12/2023

Atene ospita oggi un Consiglio di cooperazione ad alto livello, vertice intergovernativo che dovrebbe portare, secondo le indiscrezioni della stampa greca, alla firma di accordi strategici in numerosi settori

Dopo anni di turbolenze, la Grecia e la Turchia tentano di avviare una nuova fase delle relazioni bilaterali: come stabilito lo scorso luglio a margine del vertice Nato a Vilnius dal premier ellenico Kyriakos Mitsotakis e dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, Atene ospita oggi un Consiglio di cooperazione ad alto livello, vertice intergovernativo che dovrebbe portare, secondo le indiscrezioni della stampa greca, alla firma di accordi strategici in numerosi settori. Come riferisce il quotidiano greco “Kathimerini”, al Consiglio dovrebbero prendere parte, oltre a Mitsotakis ed Erdogan, una decina di membri dei governi di entrambi i Paesi, con l’obiettivo di indirizzare il prossimo futuro verso un percorso costruttivo, basato sulle affinità e non sulle divisioni.

La volontà reciproca di Atene e Ankara sarebbe quindi quella di registrare un cambio di passo per superare anni di complicati rapporti diplomatici, principalmente degenerati a causa delle dispute marittime di lunga data nel Mar Egeo, tutt’oggi irrisolte. Le controversie greco-turche riguardano in particolare la rivendicazione del territorio marittimo, con la rispettiva delimitazione delle Zone economiche esclusive (Zee), nonché la sovranità di alcune piccole isole che si trovano davanti alle coste turche, in base alla quale cambierebbe l’interpretazione degli elementi giuridici e geologici che dovrebbero stabilire la superficie delle stesse Zee.

A segnare l’inizio della svolta per il riavvicinamento diplomatico tra Atene e Ankara è stata la forte solidarietà dimostrata dalla Grecia a seguito del violento terremoto che lo scorso febbraio ha colpito l’area meridionale della Turchia, provocando circa 50 mila vittime. Successivamente gli allora ministri degli Esteri dei due Paesi, il greco Nikos Dendias e il turco Mevlut Cavusoglu, avevano concordato di sostenere rispettivamente la candidatura di Ankara al Segretariato generale dell’Organizzazione marittima internazionale (Imo) e quella di Atene alla carica di membro non permanente del Consiglio di sicurezza Onu nel 2025-26. I netti risultati delle elezioni presidenziali di maggio in Turchia e delle parlamentari di luglio in Grecia non hanno poi fatto altro che rafforzare le leadership di Erdogan e Mitsotakis al livello di affari interni, contribuendo a dare stabilità in vista degli anni a venire anche negli orientamenti in politica estera.

Non è un caso se nelle prime dichiarazioni dopo la rielezione a primo ministro, Mitsotakis abbia speso parole positive nei confronti di Erdogan, assicurando la volontà di riavviare le relazioni bilaterali con la Turchia. Una posizione ribadita poi a Vilnius, a margine del vertice Nato dello scorso luglio in Lituania, allo stesso presidente turco. “Non siamo condannati a vivere in un clima di tensione permanente, abbiamo differenze significative ma possiamo accordarci, sulla base delle relazioni di buon vicinato e del rispetto del diritto internazionale, per elaborare un percorso finalizzato a risolvere le questioni geopolitiche”, aveva detto il premier ellenico.

Il colloquio a Vilnius tra Mitsotakis ed Erdogan era stato poi seguito nei mesi successivi da diversi altri incontri di “diplomazia minore” tra i due Paesi, su tutti quello di settembre ad Ankara tra i ministri degli Esteri dei nuovi governi eletti, il greco Giorgos Gerapetritis e il turco Hakan Fidan. “È importante che le nostre relazioni bilaterali mantengano un clima di calma nella nostra regione, senza una retorica aggressiva o azioni unilaterali che potrebbero minare l’approccio che stiamo tentando”, aveva detto Gerapetritis. “Possiamo risolvere le nostre differenze nel rispetto reciproco dei diritti e degli interessi.

Abbiamo divergenze e opinioni diverse nell’Egeo, ma i problemi potranno essere risolti solo attraverso un dialogo costruttivo”, aveva affermato da parte sua Fidan. Grecia e Turchia si sono così dirette, con il passare dei mesi, verso il Consiglio di cooperazione ad alto livello che si terrà domani con uno spirito propositivo e con l’idea di elaborare una “agenda positiva”, come l’ha definita Erdogan. D’altronde, nel contesto attuale caratterizzato dalla guerra in Ucraina da una parte e dal conflitto in Medio Oriente da un’altra, con riflessi sulla crisi del grano ed energetica, alimentare ulteriori tensioni nella regione non gioverebbe né alla Grecia né alla Turchia.

Sulla base di queste premesse, il vertice intergovernativo tra i due Paesi metterà da parte gli elementi divisivi per valorizzare le questioni di interesse comune. Non dovrebbe quindi esserci spazio per le controversie legate alle Zone economiche esclusive: le posizioni di Ankara e Atene restano ferme, con la possibilità che a pronunciarsi sulla questione possa essere in futuro la Corte penale internazionale all’Aia. A poche ore dal Consiglio di cooperazione ad alto livello, il portavoce del governo greco, Pavlos Marinakis, è stato chiaro: “Non abbiamo alcuna intenzione di cedere i nostri diritti sovrani e non faremo alcuna concessione alla Turchia. Il vertice del 7 dicembre sarà un altro passo significativo per promuovere un clima di dialogo tra i due Paesi vicini dell’Egeo”. Secondo quanto ha anticipato la stampa ellenica, al centro del Consiglio tra Grecia e Turchia vi saranno temi come imprenditorialità, turismo, trasporti, energia, scienza, tecnologia, agricoltura, ambiente, sicurezza sociale e assistenza sanitaria, gioventù, istruzione e sport. Stando all’emittente radiotelevisiva “Ert”, potrebbero essere circa venti gli accordi prossimi alla firma.

Tra questi, potrebbe essere siglata un’intesa nell’ambito del contrasto all’immigrazione illegale che stabilirebbe linee di comunicazione tra le agenzie di guardia costiera dei due Paesi che operano nelle acque tra la terraferma turca e le vicine isole greche sulla rotta clandestina verso l’Unione europea. Nella giornata di ieri, il ministro per l’Immigrazione greco, Dimitris Kairidis, ha osservato che adesso la cooperazione con la Turchia “è decisamente migliore” e il numero dei migranti arrivati sulle isole greche è calato di circa il 60 per cento negli ultimi due mesi anche grazie a un miglior coordinamento con la guardia costiera turca. Tra le discussioni al vertice intergovernativo, dovrebbe esserci inoltre il rafforzamento del settore turistico attraverso l’abolizione dei visti, ma anche la possibilità di scavi archeologici congiunti sia in Turchia che in Grecia, come anche l’istituzione di campi estivi per gli studenti dei due Paesi.

Non è poi escluso che al termine del Consiglio di cooperazione di alto livello Atene e Ankara possano firmare una Dichiarazione di buon vicinato e di relazioni amichevoli, come ha auspicato Erdogan in un’intervista rilasciata al quotidiano ellenico “Kathi – merini”. “Spetta a noi permettere che i problemi che ancora non siamo riusciti a risolvere non causino tensioni e discordie tra i nostri governi e popoli. In questo senso, ho parlato di una nuova pagina nei nostri rapporti”, ha affermato il presidente turco, sottolineando che “se le differenze vengono affrontate con delicatezza, attraverso il dialogo e un terreno comune, è un vantaggio per tutti”. Il vertice intergovernativo è quindi un’opportunità per far rinascere i rapporti bilaterali sulla base degli interessi reciproci. E da questa nuova fase delle relazioni tra le due sponde dell’Egeo, la Grecia potrebbe valorizzare ulteriormente il suo ruolo nella macro regione, mentre la Turchia potrebbe andare a rafforzare la sua politica economica ed estera alla luce del cambio di postura con la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina.