Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 07/02/2024
Storica visita del ministro degli Esteri sudanese Ali Al Sadiq Ali. Il governo iraniano promette un pieno appoggio
Dopo sette anni di gelo diplomatico, Sudan e Iran hanno ufficialmente riallacciato relazioni diplomatiche. Il riavvicinamento (sancito nell’ottobre scorso, quando le parti concordarono di riaprire le rispettive ambasciate e inviare delegazioni diplomatiche per ripristinare la cooperazione) ha messo un ulteriore tassello due giorni fa con la storica visita a Teheran compiuta dal ministro degli Esteri sudanese Ali Al Sadiq Ali. Nella capitale iraniana Sadiq è stato ricevuto dall’omologo iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, e dal presidente Ebrahim Raisi. Si tratta della prima visita ad alto livello in Iran da parte di un esponente sudanese dal 2016. Secondo l’agenzia di stampa iraniana Mehr, Raisi ha espresso il fermo sostegno dell’Iran a un Sudan «forte e sovrano» e ha sottolineato l’importanza di rilanciare le relazioni tra i due Paesi, definendole «un’opportunità per sfruttare le opportunità mancate e creare nuove partnership».
L’INCONTRO
Evidenziando il potenziale per una migliore interazione politica, economica e culturale tra i due Paesi, Raisi ha definito lo scambio di ambasciatori e la riapertura delle ambasciate a Teheran e Khartum «passi cruciali» verso la normalizzazione e l’espansione delle relazioni. Allo stesso tempo, il presidente iraniano è tornato a criticare i Paesi – tra cui lo stesso Sudan – che hanno normalizzato le relazioni con Israele, dicendo che tali azioni non possono avvantaggiare le nazioni islamiche e i loro popoli. Il ministro degli Esteri iraniano Amir Abdollahian, dal canto suo, ha sottolineato l’importanza della riapertura delle ambasciate e della ripresa delle attività diplomatiche, sottolineando l’esperienza dell’ Iran in vari campi, tra cui industria, ingegneria, tecnologia e sanità, e ha espresso la volontà di condividere queste conoscenze con il Sudan per favorire la crescita e lo sviluppo reciproci. Il ministro Sadiq, da parte sua, ha riaffermato l’impegno del Sudan a ripristinare le relazioni politiche e diplomatiche con l’Iran e ha espresso apprezzamento per il passato sostegno di Teheran nei forum internazionali, sottolineando il desiderio del suo Paese di costruire legami economici e commerciali più forti con l’Iran. La visita di Sadiq a Teheran è avvenuta due settimane dopo la notizia secondo cui l’Iran avrebbe fornito all’esercito sudanese droni da combattimento, prendendo posizione nel conflitto che dal 15 aprile 2023 oppone le Forze armate sudanesi (Saf) alle Forze di supporto rapido (Rsf) del generale Mohamed Hamdan “Hemeti” Dagalo. La guerra ha provocato lo sfollamento di milioni di persone e rischia di destabilizzare l’intera regione. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani, ha dichiarato che Teheran e Khartum hanno «rapporti stretti e costruttivi da molti anni» e che la decisione sudanese d’interromperli nel 2015 si è basata «su ragioni e dichiarazioni false, e senza che esistesse un problema reale nei rapporti tra i due Paesi. Sudan e Iran stanno gettando le basi e facendo i preparativi necessari per riaprire le ambasciate dei due Paesi e la visita del ministro sudanese rientra nel quadro del rafforzamento e della continuità».
I PASSI DI DISTENSIONE
Kanani ha detto che l’Iran «sottolinea la necessità di fermare il conflitto, la non interferenza dei Paesi stranieri e il dialogo inter-sudanese per porre fine ai conflitti, e speriamo che questo viaggio costituisca la base per agevolare la formazione di un clima favorevole alle relazioni». Il ripristino delle relazioni tra Sudan e Iran arriva dopo sette anni di gelo diplomatico seguito alla decisione di Khartum d’interrompere le relazioni diplomatiche con Teheran, allineandosi con quanto fatto dall’Arabia Saudita dopo l’attacco del gennaio 2014 all’ambasciata saudita a Teheran e al consolato generale di Riad a Mashhad. L’annuncio ufficiale, nell’aria da mesi, è arrivato lunedì 9 ottobre tramite un comunicato congiunto diffuso dai ministeri degli Esteri di Khartum e Teheran, nel quale si precisava che la decisione era avvenuta «in seguito ai contatti avvenuti tra i loro alti funzionari negli ultimi mesi, e in linea con i loro interessi nazionali». Il riavvicinamento tra i due Paesi potrebbe apparire sorprendente, soprattutto in considerazione del fatto che Khartum era – almeno fino allo scoppio della guerra a Gaza – tra i Paesi arabi sul punto di normalizzare le relazioni con Israele. Eppure, prima del 2015 il Sudan era un punto chiave di trasbordo per le armi iraniane dirette a Gaza. Le armi spedite in Sudan via mare sono state contrabbandate a Gaza via terra attraverso l’Egitto. Tra il 2009 e il 2012 Israele ha bombardato il Sudan accusando Khartum di sponsorizzare Hamas e altri gruppi armati anti-israeliani. Questo scenario è cambiato radicalmente con la caduta del presidente sudanese di lunga data, Omar al Bashir, e con l’accordo per la normalizzazione dei rapporti tra Iran e Arabia Saudita, siglato nel marzo 2023 con la mediazione della Cina. Fino a tempi relativamente recenti, del resto, Sudan e Iran hanno mantenuto relazioni strette che risalivano alla fine degli anni ’80. Sebbene, infatti, Khartum sostenesse Saddam Hussein nella guerra Iran-Iraq (1980- 88), la situazione mutò rapidamente dopo che nel 1989 un colpo di Stato, sostenuto dagli islamisti e ispirato alla rivoluzione iraniana, portò al potere Omar al Bashir. La trasformazione del Sudan in una repubblica islamica aprì la strada a legami più stretti con l’Iran, sanciti dalla prima visita ufficiale di Bashir a Teheran, cinque mesi dopo la sua ascesa al potere, così come da quelle più recenti che sono state effettuate in Sudan dai presidenti iraniani Hashemi Rafsanjani, Mohammad Khatami e Mahmoud Ahmadinejad.
GLI ACCORDI DEL PASSATO
Il Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica dell’Iran (Irgc), l’esercito sudanese e le forze paramilitari di difesa popolare iraniane hanno svolto un ruolo chiave per rafforzare le relazioni con Khartum negli anni ’90, e nell’aprile del 1997 i due Paesi firmarono più di trenta accordi che spaziavano dall’agrbusiness all’addestramento dell’esercito sudanese e degli ufficiali dell’intelligence in Iran. I legami tra Teheran e Khartum hanno conosciuto un ulteriore rafforzamento nel 2008, quando il Sudan e il Ciad hanno accettato l’offerta di mediazione di Teheran nel conflitto del Darfur nel 2008. Nello stesso anno, Iran e Sudan hanno firmato un accordo militare e la leadership iraniana espresse la propria opposizione al mandato di arresto per Bashir emesso dalla Corte penale internazionale (Cpi) de L’Aia. Entrambi i Paesi sono stati inoltre inseriti dagli Stati Uniti nella lista degli “Stati sponsor del terrorismo”, sebbene il Sudan sia stato rimosso dall’elenco nel dicembre 2020 in seguito alla sua adesione agli Accordi di Abramo.