Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 17/11/2023
Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha annunciato che dopo aver preso il controllo dell’ospedale Al Shifa, nel nord di Gaza, i prossimi obiettivi dell’operazione di terra delle Idf potrebbero spostarsi verso il sud dell’enclave. In precedenza sono stati lanciati bigliettini per chiedere alla popolazione di lasciare Khan Younis, nel sud dell’enclave palestinese
Il 41esimo giorno di guerra tra Israele e il gruppo arma to palestinese Hamas ha visto la presa del controllo della parte occidentale di Gaza City, il principale centro abitato della Striscia di Gaza, da parte delle Forze di difesa israeliane (Idf) e l’inizio di una nuova fase dell’operazione di terra. Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha infatti annun- ciato che dopo aver preso il controllo dell’ospedale Al Shifa, nel nord di Gaza, i prossimi obiettivi dell’operazione di terra delle Idf potrebbero spostarsi verso il sud dell’enclave.
In precedenza sono stati lanciati bigliettini per chiedere alla popolazione di lasciare Khan Younis, nel sud dell’exclave pale- stinese.
Intanto, le Idf hanno annunciato di aver scoperto nell’ospe- dale di Al Shifa mezzi tecnologici, materiale di intelligence di Hamas e computer con all’interno documenti relativi agli ostaggi. Prima di irrompere a Shifa, le Idf supponevano che all’interno vi fossero nascosti combattenti di Hamas e fossero detenuti degli ostaggi. Da parte loro, i militari della Brigata corazzata 188 e dell’unità navale 13 (Shayetet 13) hanno preso il controllo operativo del porto di Gaza.
I militari hanno riferito di aver distrutto dieci condotte che conducevano ai tunnel sotterranei, quattro strutture utilizzate da Hamas e sono stati uccisi dieci presunti terroristi. Tutti gli edifici nell’area portuale sono stati sgomberati. Le Idf hanno inoltre fatto sapere di aver scoperto dei razzi nel letto contenitore nella camera di una ragazza palestinese a Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza. Sul loro profilo X (ex Twitter) le Idf hanno diffuso foto e video del rinvenimento dei razzi.
All’interno della stessa abita- zione, i militari hanno trovato armi e ordigni esplosivi. Una registrazione diffusa dalle Idf rivelerebbe poi un colloquio fra due membri del gruppo armato palestinese Jihad islamica, intenti a discutere su come trasportare armi in un passeggino. Di fronte all’aggravarsi della situazione umanitaria negli ospedali della Striscia, le principali società di telecomunicazioni di Gaza, Paltel e Jawwal, hanno annunciato che tutti i servizi di telecomunicazione nella Striscia di Gaza sarebbero stati interrotti a causa dell’assenza delle fonti di alimentazione, mentre la Mezzaluna rossa palestinese ha fatto sapere che le forze israeliane hanno circondato l’ospedale battista di Al Ahli compiendo alcuni attacchi diretti all’edificio “e impedendo al personale sanitario di muoversi per raggiungere i feriti”.
Da parte sua, il capo dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), Philippe Lazzarini, ha denunciato il “tentativo deliberato di strangolare” le sue operazioni nella Striscia di Gaza da parte di Israele. “Credo che ci sia un tentativo deliberato di strangolare la nostra operazione e paralizzare quella dell’Unrwa”, ha dichiarato Lazzarini, avvertendo che l’agenzia potrebbe dover sospendere completamente le sue operazioni a causa della mancanza di carburante. “È oltraggioso costringere un’organizzazione umanitaria a chiedere l’elemosina per questo bene essenziale”, ha precisato.
Intanto, il bilancio dei morti nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania dallo scorso 7 ottobre è salito a 11.660. Secondo un comunicato del ministero della Salute dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) i feriti sono 32 mila. Nello specifico, i morti a Gaza sono 11.470, di cui 4.707 bambini, 3.155 donne e 686 anziani, mentre il numero dei feriti è di circa 29 mila persone.
Tra le vittime, 203 sono opera- tori sanitari e 36 membri della Protezione civile. Secondo il ministero, in totale 40 pazienti dell’ospedale di Al Shifa, a Gaza City, sono morti, di cui tre bambini prematuri, mentre il personale medico nel complesso “non può spostarsi liberamente tra i dipartimenti e gli edifici”.
Il ministero ha spiegato che tra i 24 ospedali che hanno la capacità di ricevere pazienti ricoverati nel nord, c’è solo un ospedale, quello di Al Ahli a Gaza City, che attualmente è operativo e riceve pazienti, mentre 18 ospedali sono stati chiusi ed evacuati. Rimane alta la tensione anche in Cisgiordania, dove Hamas ha rivendicato un attentato contro un posto di blocco delle Idf a sud di Gerusalemme costato la vita ad almeno un militare.
L’esercito israeliano ha confer- mato la morte del caporale Avraham Fetena, ventenne di Haifa, a causa delle ferite riportate. I tre aggressori sono stati tutti uccisi sul posto. Secondo il quotidiano israeliano “Haaretz”, gli attentatori sono arrivati al posto di blocco a bordo di un’auto. Si ritiene che intendessero effettuare un attacco all’interno di Gerusalemme, ma sono stati fer- mati al posto di blocco e hanno aperto il fuoco sulle forze che erano di stanza in loco.
La polizia israeliana ha riferito che gli aggressori hanno utiliz- zato due pistole e un fucile M-16. Proseguono gli scontri anche nel nord di Israele e dall’inizio del conflitto sono almeno 76 i membri del movimento libanese sciita filo-iraniano Hezbollah uccisi nei raid israeliani. Lo stesso Hezbollah su Telegram ha fatto sapere di aver preso di mira alcune postazioni israeliane vicino alla linea blu (la linea di demarcazione tra Libano e Israele), mentre lo Stato ebraico ha risposto con alcuni raid colpendo periferia delle città libanesi di Kfarkela, Odaisseh, Markaba, Mais Al Jabal, Aitaroun e altri villaggi.
Secondo l’emittente vicina al movimento “Al Manar”, c’è stato un bombardamento al fosforo sulle due colline di Chabate e Alwane nelle alture di Karchouba e che un missile è esploso sulle valli di Al Khiam e Al Wazzani. Sul piano diplomatico, proseguono le trattative per la liberazione degli ostaggi, mentre l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, si è recato in visita nella regione dove ha ribadito che lo Stato ebraico “non deve lasciarsi accecare dalla rabbia” perché “un orrore non ne giustifica un altro”.
Borrell ha incontrato il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, con il quale ha visitato il kibbuz Be’eri, uno dei luoghi presi d’assalto dai miliziani affiliati al movimento islamista palestinese Hamas lo scorso 7 ottobre. Nel suo intervento, il capo della diplomazia europea ha chiesto “l’immediato e incondizionato rilascio degli ostaggi nella Striscia di Gaza”. Inoltre, Borrell ha sollecitato la fornitura delle attrezzature necessarie agli ospedali nella Striscia di Gaza. Da parte sua, Cohen ha evidenziato la necessità di rimanere uniti “per liberare Gaza da Hamas, per la sicurezza di Israele, per la gente che vive a Gaza e per il mondo intero, altrimenti l’Europa sarà la prossima”.
Per il capo della diplomazia israeliana, “c’è un solo responsabile per il massacro del 7 ottobre, per quello che è accaduto dopo e per la sofferenza di quelli che vivono nella Striscia di Gaza: Hamas, con il sostegno dell’Iran”. Prima di lasciare la parola a Borrell, il ministro degli Esteri Cohen ha affermato: “Il 7 ottobre è stato un giorno tragico per Israele. Oltre 300 terroristi sono entrati in Israele per uccidere oltre 1.400 persone. C’è un neonato di 9 mesi tra gli ostaggi”. “Sono mostri. Non sono esseri uma- ni”, ha concluso riferendosi ai combattenti dei gruppi armati palestinesi Hamas e Jihad islamica palestinese.