Israele apre a una nuova tregua Attesa al Cairo delegazione di Hamas

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 20/12/2023

Il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha detto che Israele è “pronto” a un’altra tregua – dopo quella di fine novembre – e a consentire l’ingresso di ulteriori aiuti umanitari nella Striscia di Gaza per consentire il rilascio degli ostaggi detenuti dal movimento islamista palestinese Hamas

A 74 giorni dall’inizio del conflitto tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas, appaiono segnali positivi volti ad avviare una nuova tregua nella Striscia di Gaza, che porterebbe al rilascio dei 129 ostaggi in cambio della cessazione temporanea delle ostilità. Il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha detto che Israele è “pronto” a un’altra tregua – dopo quella di fine novembre – e a consentire l’ingresso di ulteriori aiuti umanitari nella Striscia di Gaza per consentire il rilascio degli ostaggi detenuti dal movimento islamista palestinese Hamas.

Da parte sua, Basem Naem, un alto funzionario di Hamas, ha puntualizzato che gli ostaggi non saranno rilasciati finché “non smetterà la guerra genocida”. Dall’inizio del conflitto secondo le autorità palestinesi a Gaza sono morte quasi 20 mila persone, tra cui, per Israele, anche 7 mila “terroristi”. La dichiarazione di apertura verso una nuova tregua annunciata da Herzog fa seguito ai colloqui avuti dal capo del Mossad israeliano, David Barnea, con il premier del Qatar, Muhammad al Thani, nel fine settimana a Oslo, in Norvegia, e di ieri a Varsavia, dove era presente anche il capo della Cia, William Burns.

Israele e Hamas avevano raggiunto l’accordo per una tregua dal 24 novembre al primo dicembre, durante la quale erano stati liberati circa 100 ostaggi israeliani in cambio del rilascio di circa 300 prigionieri palestinesi e dell’ingresso dei aiuti umanitari a Gaza. La tregua era stata facilitata sia dal Qatar che dagli Stati Uniti e dall’Egitto. E’ proprio in Egitto, al Cairo, secondo quanto riferiscono fonti palestinesi e arabe al quotidiano israeliano “Haaretz”, che nei prossimi giorni dovrebbe arrivare una delegazione di Hamas. I colloqui tra i vertici dell’intelligence, le dichiarazioni del presidente israeliano Herzog e la possibile visita di membri di Hamas al Cairo lasciano presagire che una nuova cessazione delle ostilità non sia un’ipotesi remota.

Secondo fonti palestinesi e arabe citate da “Haaretz”, l’Egitto sta attualmente esercitando pressioni su Hamas affinché accetti un quadro simile a quello precedente: liberare gli ostaggi in cambio di prigionieri. Tuttavia, Hamas insisterebbe nel collegare qualsiasi rilascio degli ostaggi a un cessate il fuoco. “I leader di Hamas all’estero credono che gli ostaggi siano la loro ultima carta per imporre un cessate il fuoco”, hanno detto le fonti, secondo cui “Hamas è convinto che dopo il rilascio degli ostaggi, Israele rinnoverà i suoi attacchi.

Tuttavia, negli ultimi giorni sarebbero aumentate le pressioni su Hamas affinché accetti l’accordo, e l’invito al Cairo rientra in questa direzione, evidenzia il quotidiano. Parlando davanti a un gruppo di ambasciatori di 80 Paesi, Herzog ha detto oggi che la responsabilità è “pienamente” della leadership di Hamas, in particolare di Yahya Sinwar, il leader a Gaza. Sollecitando le organizzazioni internazionali a fare di più per facilitare l’invio di assistenza a Gaza, il presidente ha aggiunto: “Si potrebbe triplicare facilmente la quantità di camion se solo ci fosse uno sforzo da parte delle Nazioni Unite e dei suoi partner. Il mondo deve sapere che a Gaza sarebbero potute arrivare decine di migliaia di tonnellate in più al giorno”.

Infine, Herzog ha sottolineato che “Israele non è in guerra con il popolo palestinese, ma combatte il suo nemico, l’organizzazione terroristica Hamas”, si legge nella nota. Sono 19.667 i palestinesi uccisi nella guerra tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre a oggi, secondo l’ultimo bollettino del ministero della Sanità di Gaza, sotto il controllo di Hamas. Secondo il ministero, in oltre due mesi di combattimenti a Gaza sono state ferite 52.586 persone. Le cifre non possono essere verificate e Hamas non fa distinzione tra civili e combattenti. Inoltre, il resoconto non differenzia tra le persone uccise dai bombardamenti o dai militari di Israele e quelle uccise dai razzi lanciati verso lo Stato ebraico ma caduti all’interno dell’exclave. Da parte sua, Israele afferma di aver ucciso più di 7 mila “terroristi” all’interno di Gaza. Sul fronte israeliano, sono morti finora 132 militari.