ISRAELE, ATTACCO A GAZA STRAGE NEL CAMPO PROFUGHI

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 01/11/2023

Nel 25mo giorno di operazioni delle Forze di difesa di Israele (Idf) nella striscia di Gaza, il generale Yaron Finkelman, capo del Comando sud delle Idf, ha ordinato alle forze di terra nell’exclave palestinese di avviare un attacco di terra su larga scala. “Combatteremo nei vicoli, combatteremo nei tunnel, combatteremo dove necessario”, ha annunciato Finkelman, aggiungendo: “Stazioni di Comando sud, è il comandante che parla. Stiamo lanciando un attacco contro (il movimento islamista palestinese) Hamas e le organizzazioni terroristiche. Il nostro obiettivo è uno, la vittoria. Non importa quanto dureranno i combattimenti, quanto saranno difficili, non ci sarà altro risultato, ma la vittoria. Combatteremo in modo professionale e potente alla luce dei valori delle Idf in cui siamo cresciuti, il principale dei quali è attenersi alla missione e lottare per la vittoria”.

Nel frattempo, le Idf hanno condotto un gravissimo bombardamento aereo sul campo profughi di Jabalia, nel nord della striscia di Gaza, che ha provocato almeno 50 morti e 150 feriti, secondo i dati diffusi dal ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas. In precedenza, il ministero dell’Interno di Gaza aveva invece parlato di un totale di 400 tra morti e feriti. Da parte loro, le Idf hanno spiegato di aver compiuto l’attacco per colpire un’infrastruttura di Hamas e di aver ucciso “50 terroristi”. Fra questi, Ibrahim Biari che – secondo le Idf – era il comandante del Battaglione centrale di Jabalia e responsabile dell’attacco del 7 ottobre in Israele. Successivamente, anche il campo profughi di Al Shati, lungo la costa di Gaza City, è stato colpito da un presunto attacco israeliano, uccidendo almeno 10 persone. Il bombardamento di Jabalia evoca il ricordo della strage dell’ospedale battista Al Ahli di Gaza del 17 ottobre, la cui responsabilità resta oggetto di contesa fra le parti.

Intanto, gli incubi di molti Paesi su un possibile allargamento del conflitto sembrano divenire realtà. I ribelli sciiti Houthi filo iraniani al potere a Sana’a, nel nord dello Yemen, hanno infatti rivendicato tre attacchi con missili e droni contro Israele. “Abbiamo lanciato numerosi missili balistici e droni contro vari obiettivi del nemico israeliano nei territori occupati”, ha detto il portavoce delle forze militari Houthi, Yahya Saree. “Questa è la terza operazione di questo tipo a sostegno dei nostri fratelli oppressi in Palestina. I lanci di missili e droni continueranno fino alla fine dell’aggressione israeliana”, ha aggiunto Saree, rivendicando quindi la responsabilità anche di due precedenti attacchi della scorsa settimana che hanno avuto conseguenze pure in Egitto.

L’Italia, in questo contesto, detiene un ruolo non poco rilevante a livello internazionale. E non solo da un punto di vista diplomatico e di intervento umanitario. Durante il programma “Agorà” in onda su “Rai Tre”, l’ex ministro della Sanità di Hamas a Gaza, Basem Naim, ha commentato la posizione italiana sul conflitto in corso. “Purtroppo, il governo italiano ha scelto ancora una volta la destra, la parte destra della storia. Noi siamo un popolo sotto occupazione. Cerchiamo la nostra indipendenza, la libertà e la dignità. Non abbiamo intenzione di fare del male a nessuno”, ha detto Naim, sottolineando: “E’ un errore scegliere di muoversi contro il diritto internazionale, contro il diritto umanitario internazionale e cercare di sostenere Israele non solo politicamente e diplomaticamente, ma anche militarmente, mobilitando i soldati italiani nella parte orientale del Mediterraneo. E’ un errore gravissimo che trasforma l’Italia in una delle parti nell’aggressione contro il nostro popolo”.

Anche il presidente di Israele, Isaac Herzog, è intervenuto in due programmi televisivi italiani di “Rai 1”, ringraziando la leadership dell’Italia per il “sostegno inequivocabile” e l’appello a rilasciare gli ostaggi detenuti da Hamas nella striscia di Gaza. Parlando a “Cinque minuti” condotto da Bruno Vespa, Herzog ha spiegato di aver avuto colloqui con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e con il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani. Successivamente, in un’intervista a “Porta a porta”, un altro programma di Vespa, il presidente israeliano ha affermato che è prematuro parlare di una soluzione a due Stati per la questione israelo-palestinese mentre c’è una guerra in corso. “Ci sono state molte idee in passato su come scendere a patti con la soluzione a due Stati. Adesso questo sembra molto lontano, perché Gaza, che è una parte im- portante del popolo palestinese, è sotto il controllo di Hamas che sta facendo la guerra contro di noi, mettendo a rischio tutto il mondo. Queste sono domande che ci potremo porre in futuro”, ha dichiarato Herzog.

Anche al livello delle questioni umanitarie, l’Italia è in prima linea per conseguire un allentamento delle tensioni del conflitto e garantire l’ingresso degli aiuti umanitari nell’exclave palestinese. Due tranche di aiuti umanitari per Gaza sono arrivate all’aeroporto di Al Arish in Egitto, accolte dall’ambasciata d’Italia al Cairo, a bordo di due C-130 dell’Aeronautica militare. In questo contesto, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha anche fatto sapere che il governo italiano sta valutando la possibilità di allestire un ospedale da campo a Gaza. Secondo quanto affermato dal direttore della Mezzaluna rossa egiziana nel Nord Sinai, Khaled Zayed, almeno 270 camion, carichi di circa quattromila tonnellate di aiuti umanitari, sono arrivati via terra in Egitto dall’inizio delle operazioni israeliane del 7 ottobre. Inoltre, secondo la tv nazionale egiziana, dal 12 ottobre sono almeno 61 gli aerei umanitari atterrati all’aeroporto Al Arish, che hanno trasportato circa 1.500 tonnellate di aiuti per Gaza forniti da 19 paesi e 14 organizzazioni internazionali.