La Carta di Napoli

1 – Cambiare la narrazione del Sud 

Con il Festival Euromediterraneo dell’economia (Feuromed)

è cambiata la narrazione sul Sud e sul suo ruolo nel Mediterraneo,

ne sono un esempio la misurabile crescita industriale del Sud, il proliferare di piccole e medie imprese,

un numero di start-up paragonabile al Nord.

Il Mezzogiorno è il centro del Mediterraneo,

che torna ad essere il fronte strategico per la crescita di tutta Europa e per ritrovare la via della pace a livello mondiale

2 – Contribuire alla redazione della Nadef

I lavori del Festival e delle sue attività collegate sono a disposizione e debbono essere di sostegno della redazione

della Nota di aggiornamento del Documento di Economia e

Finanza, e come tali, in seguito, con cadenza trimestrale

anticiperanno i prossimi DEF

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3Programmare e pianificare nel medio e nel lungo periodo

A Napoli si è riaccesa la volontà a programmare e a pianificare nel medio e lungo periodo. Si è riaccesa la lungimiranza. Allo stato disponiamo di programmi solo a breve termine, che debbono essere riposti invece nell’ambito di una programmazione strutturale di medio e lungo periodo.

4 – Una piattaforma energetica e logistica

La piattaforma energetica e logistica del nostro Paese dopo l’incontro di Napoli dispone non più di idee ma di proposte chiave e misurabili. Capitale umano, energia e nuova logistica, industria, economia del mare e reti di trasporto ferroviario e digitale ed assetto idrogeologico sono gli ambiti prioritari di questa nuova programmazione di lungo periodo.

5 – Il capitale umano leva strategica dello sviluppo

Per la prima volta la trasversalità dei partecipanti e degli interventi testimonia la volontà a superare la logica degli schieramenti, ponendo al centro il tema della formazione del capitale umano come leva strategica fondamentale e necessaria per proseguire sulla via della pace e dello sviluppo, che vede l’Italia ed il suo Mezzogiorno come centro del Mediterraneo e della nuova strategia europea. La scuola dei costruttori di pace: Feuromed lancia fin da quest’anno una scuola estiva per definire un modello di formazione avanzata per giovani leader che assumano il ruolo di costruttori di pace e sviluppo. Le Università dovranno fare rete fra di loro e con le imprese sulle due rive del Mediterraneo.

6 Una Summer School per i talenti del Mediterraneo

FEUROMED attraverso la sua Summer School, si pone l’obiettivo di costituire un laboratorio permanente che coinvolga in modo proattivo giovani di tutto il Mediterraneo, capace di costruire una comunità di talenti in grado di avanzare proposte concrete, stimolare approfondimenti critici e co-progettare soluzioni per il Futuro del Mediterraneo, partendo dalle nuove diplomazie(culturale, scientifica ed energetica), navigare la complessità della rete e delle reti, sostenere lo sviluppo delle industrie essenziali del mare e della terra, e favorire la crescita di una nuova manifatturainnovativa. La Summer School si terrà presso il Paideia Campus del Future Food Institute a Pollica – Comunità Emblematica UNESCO della Dieta Mediterranea

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7 – Mettere insieme il capitale umano,immateriale e sociale

A Napoli si è andato oltre il PNRR, oltre il PNC, oltre il Fondo di Sviluppo e Coesione perché è emersa la volontà ad interpretare la nuova narrazione, in cui le fonti principali della crescita sono le idee e questo mette insieme il capitale umano al capitale immateriale e sociale.

8 – Ridimensionare le differenze fra le diverse aree dell’Ue

Con la crescita dell’intera economia europea si ridimensionano le differenze fra le diverse aree dell’Unione che deve rappresentare un punto di forza per il Sud offrendo un grande respiro ai programmi di medio e lungo periodo ed in particolare le scelte che, rivestendo una dimensione comunitaria, diminuiscono il gap esistente con il Mezzogiorno.

Il nuovo hub energetico si sposta a Mezzogiorno

Il Mediterraneo è il centro da sempre dei flussi di energia per l’Europa, perché siamo un continente povero di materie prime che importiamo sempre prima di tutto dalle ricche aree a noi vicine dell’Africa e del Medio Oriente. La guerra obbliga ad un taglio delle importazioni di gas dalla Russia e a un potenziamento di quelli da Sud che, inevitabilmente, passeranno attraverso la piattaforma naturale della penisola italiana. Ogni riflessione sulle politiche energetiche dell’Europa e dell’Italia parte da qua e infatti di questo si è ragionato a Napoli, al Feuromed nella prima edizione del marzo 2023, discussione che continuerà anche nel prossimo nel 2024.

Il piano Mattei del governo Meloni e l’azione svolta dal presidente del Consiglio e da tutti i livelli della diplomazia con l’idea guida di uno sviluppo alla pari tra le due sponde Mediterraneo è riferimento strategico di questa carta.

L’energia è centrale sia per la transizione ecologica sia, più di recente per crisi geopolitica, dall’altra è il campo dove sono più evidenti le grandi difficoltà nel tradurre in progetti concreti le visioni ecologistiche della politica.

Gli investimenti previsti dal PNRR, con l’annesso capitolo Repower EU, stanno incontrando difficoltà derivanti dagli strutturali problemi di complessità della burocrazia italiana. A ciò, però, si aggiunge il fatto che la politica è troppo ambiziosa nel fissare obiettivi rivoluzionari che si scontrano con una realtà che pone limiti fisici spesso insormontabili.

Con questa consapevolezza e determinati ad aiutare la politica nella sua missione, i suggerimenti che emergono dal Feuromed per l’energia sono:

    • 1. Velocizzare gli investimenti in infrastrutture energetiche sia per il gas, come la dorsale adriatica proposta da Snam, sia su quelle elettriche, come le grandi linee di Terna per portare le abbondanti produzioni da rinnovabili del Sud verso il Nord dove si concentrano i consumi;
    • 2. Sostenere il processo di semplificazione delle autorizzazioni per la realizzazione di nuovi parchi fotovoltaici e nuovi impianti eolici a terra e a mare;
    • 3. Potenziare, a valle delle grandi linee di trasmissione, le reti di distribuzione elettrica, dove si stanno allacciando centinaia di migliaia di piccoli impianti di produzione elettrica da fotovoltaico;
    • 4. Completare i progetti di Porto Empedocle in Sicilia e di Gioia Tauro in Calabria per la realizzazione di terminali di rigassificazione di Gas Naturale Liquefatto (GNL).
    • 5. Riaprire la discussione sulla possibilità di utilizzare la fonte nucleare, in quanto priva di emissioni di gas climalteranti con alta densità energetica e programmabilità;
    • 6. Non sprecare il patrimonio industriale esistente, sia relativamente alle raffinerie di petrolio del Sud, come quelle di Priolo, Milazzo, Taranto, che per l’unica centrale a carbone rimasta, quella di Brindisi, dimostratasi indispensabile per superare l’ emergenza del 2022;
    • 7. Sostenere la produzione nazionale di gas naturale e di petrolio per ridurre le importazioni e per sostenere l’economia nazionale e delle regioni del Sud, della Basilicata e della Sicilia in particolare.
    • 8. Spingere sulla realizzazione di nuovi bacini idroelettrici, soprattutto al Sud, da impiegare come impianti di accumulo per le fonti rinnovabile, come bacini irrigui per l’agricoltura, utili anche per la gestione del rischio idrogeologico del territorio.
    • 9. Sostenere la realizzazione di impianti per la termovalorizzazione dei rifiuti nel Sud Italia: mancano 4 impianti al Sud: 1 in Campania, da integrare quello di Acerra, uno in Puglia e 2 in Sicilia.

Trasformare i porti negli hub della logistica

Con il Festival Euromediterraneo (Feuromed) è cambiata la narrazione sul Sud e sul suo ruolo nel Mediterraneo, ne sono un esempio la misurabile crescita industriale del Sud, il proliferare di piccole e medie imprese, un numero di start up paragonabile al Nord. Il Mezzogiorno è il centro del Mediterraneo, che torna ad essere il fronte strategico per la crescita di tutta Europa e per ritrovare la via della pace a livello mondiale. Il primo punto nel fornire una nuova narrazione del Sud all’interno non solo del Paese ma del Mediterraneo annulla la ghettizzazione che per anni abbiamo utilizzato nel limitarne la dimensione strategica e grazie ai lavori e dalle conclusioni del Festival siamo in grado oggi di proporre prime proposte che superano la logica del breve e medio periodo e dopo moltissimi anni nel nostro Paese ricompare la previsione programmatica di lungo periodo. Di seguito si riportano le prime prospettazioni: La portualità per un Festival Euromediterraneo è il riferimento chiave per qualsiasi iniziativa mirata al rilancio della funzione e del ruolo dell’intero Paese all’interno del bacino. Per cui la prima proposta che al suo interno contiene una forte azione riformatrice ed una interessante rilettura della nostra offerta infrastrutturale è caratterizzata dal passaggio del concetto di impianto portuale a quello di HUB logistico. HUB logistico inteso come offerta congiunta della realtà portuale, di quella interportuale, di quella produttiva e commerciale. In realtà un HUB che si caratterizza come un vero distretto logistico. Avremo così invece delle attuali 15 Autorità di Sistema Portuale solo 7 HUB che si riportano di seguito:

    • 1. HUB del Tirreno Nord (porti di Genova, Savona, La Spezia) (interporti di Orbassano, Domo 2, Mortara, Melzo)
    • 2. HUB del Medio Tirreno (porti di Livorno, Civitavecchia, Napoli, Salerno) (interporti di Guasticce, Pomezia, Fondi, Nola Marcianise, Battipaglia)
    • 3. HUB del Tirreno Sud (porti di Gioia Tauro, Reggio Calabria, Catania, Augusta, Palermo)(interporti di Catania, Termini Imerese)
    • 4. HUB Jonico – Adriatico meridionale (porti di Taranto, Brindisi, Bari) (interporti di Bari Lamasinata e di Cerignola)
    • 5. HUB del Medio Adriatico (Ortona, Ancona, Ravenna) (interporti di Bologna, Parma, Jesi e Cesena)
    • 6. HUB del Nord Adriatico (porti di Venezia, Trieste) (interporti di Verona, Padova e Cervignano
    • 7. HUB logistico della Sardegna rappresentato dai due porti di Cagliari e Olbia.

Ogni HUB è gestito da una Società per Azioni la cui prima base finanziaria è costituita da una quota parte dei proventi da IVA prodotti dalla movimentazione nei singoli porti

Dalla messa in sicurezza al Ponte, programmi e risorse

La piattaforma energetica e logistica del nostro Paese dopo l’incontro di Napoli dispone non più di idee ma di proposte chiave e misurabili. Capitale umano, energia e nuova logistica, industria del mare e reti di trasporto ferroviario e digitale ed assetto idrogeologico sono gli ambiti prioritari di questa nuova programmazione di lungo periodo.
    • 1) Andare verso la identificazione sintetica delle risorse e degli obiettivi progettuali per la messa in sicurezza del territorio. In merito alle risorse sarà opportuno produrre una Legge che imponga che in ogni Legge di Stabilità sia assicurata una quota fissa pari al 2% del PIL (circa 35 miliardi di euro) e tali risorse siano assegnate nei seguenti quattro ambiti strategici:
    • a. Dissesto idrogeologico
    • b. Ottimizzazione dei sistemi idrici e realizzazione di nuovi invasi
    • c. Manutenzione delle reti stradali e ferroviarie e dei nodi logistici (porti e aeroporti)
    • d. Manutenzione delle infrastrutture all’interno delle aree urbane
    • 2) Nuova concezione nell’uso e nella produzione di energia. Sia ottimizzando i consumi, sia identificando e gestendo in modo organico ed unitario le risorse energetiche utilizzate all’interno del Paese e di quelle inoltrate in altri Paesi della Unione Europea. Continuare in modo mirato nella ricerca del forme di produzione di energia nucleare di ultima generazione.
    • 3) Dare concreta attuazione alle opere mirate alla continuità territoriale del Paese e cioè i Tre valichi alpini (Tunnel Torino – Lione, Sempione e Brennero) ed il Ponte sullo Stretto di Messina. Sono in realtà tre segmenti che danno continuità effettiva ai Cordoni Ombelicali voluti dalla Unione Europea attraverso le Reti TEN – T. La combinazione felice tra la data di Feuromed (18 marzo) a Napoli e l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del Decreto Legge sul Ponte, rappresenta un auspicio non più teorico ma concreto di una volontà che supera la dimensione nazionale e si colloca a tutti gli effetti in quella comunitaria. A Napoli in alcuni interventi è emerso un dato condiviso da tutti i partecipanti e cioè: con il Ponte la Sicilia aumenta di 6,2 miliardi all’anno il proprio PIL e la Calabria lo aumenta di circa 2,3 miliardi; il Ponte regala al Paese ogni anno un incremento di mezzo di punto del PIL.

L’economia del mare, grande opportunità per il Sud

Occorre che il Governo proceda con un coordinamento degli strumenti di pianificazione dello spazio marittimo con il Piano Mare che sarà varato entro luglio dal Ministero del mare. Ci troviamo potenzialmente di fronte aduna enorme opportunità per i porti del Sud grazie al mutamento di molti scenari a partire da quello energetico. I porti non solo svolgono una funzione importante per i combustibili tradizionali ma diventeranno essenziali per la transizione energetica.

    • 1. Entro il 2030 sarà necessario installare70 GW di nuova capacità rinnovabile, molti di questi impianti saranno eolici off Shore, collocati in Sicilia, Calabria e Puglia. I porti avranno una grande funzione logistica per installare gli impianti ma anche per la loro manutenzione. Inoltre l’energia prodotta potrebbe alimentare le navi attraccate nei porti, l’acciaieria di Taranto, e le nuove industrie che potranno insediarsi grazie alle Zone economiche speciali.
    • 2. Il completamento delle linee ferroviarie come la Napoli Bari o la nuova dorsale adriatica consentiranno, come sta già avvenendo parzialmente per Gioia Tauro, ai porti del Sud di incrementare la loro funzione intermodale
    • 3. Il settore della cantieristica che ha punti di eccellenza al Sud come ad esempio a Napoli, Castellammare e Palermo deve poter crescere e deve cogliere la grande opportunità del rinnovo delle flotte soprattutto dei traghetti per il quale è necessario varare un piano pluriennale e anche investire su nuove infrastrutture a partire da grandi bacini di carenaggio.
    • 4. Occorre iniziare a ragionare su una mare bonus mediterraneo per sviluppare i traffici delle autostrade del mare con il medioriente e il nord Africa.
    • 5. Serve un grande piano di formazione per le professioni del mare ,tradizionalmente il Sud era il grande bacino di formazione degli equipaggi e deve tornare ad esserlo.
    • 6. Favorire la creazione di una realtà di brokeraggio che coinvolga le compagnie familiari delle due sponde del mediterraneo offrendo quel vantaggio competitivo alle imprese dell’economia del mare che la sace non riesce ancora a garantire rispetto alle consorelle francese e tedesca.

I porti non solo svolgono una funzione importante per i combustibili tradizionali ma diventeranno essenziali per la transizione energetica