La distensione della distensione, continua dialogo tra Israele e Arabia

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’altravoce dell’ Italia – 31/08/2023

RIAD HA OFFERTO AI PALESTINESI DI RIPRISTINARE GLI AIUTI IN CAMBIO DI RELAZIONI CON TEL AVIV

Primi, timidi passi in avanti nella “distensione delle distensioni”, ovvero lo stabilimento di relazioni diplomatiche Israele e Arabia Saudita, il Regno sunnita protettore dei luoghi sacri dell’Islam, con la mediazione degli Stati Uniti. Secondo il “Wall Street Journal”, Riad ha offerto di ripristinare il sostegno finanziario all’Autorità nazionale palestinese (Anp), sospeso dal 2021, in cambio del benestare del presidente dell’Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, alla normalizzazione delle relazioni tra Riad e lo Stato ebraico. Secondo le fonti del giornale Usa, l’idea è quella di “fornire maggiore legittimità a un eventuale accordo e prevenire le accuse secondo cui il Regno sarebbe pronto a sacrificare ai propri interessi gli sforzi palestinesi per stabilire uno Stato indipendente”.

Da tempo, inoltre, gli Stati Uniti spingono affinché Riad approvi un pacchetto di aiuti alle istituzioni palestinesi in Cisgiordania, nel duplice tentativo di ammorbidire la posizione dei palestinesi e di contrastare le crescenti relazioni sino-saudite. Pechino, infatti, ha recentemente mediato la ripresa delle relazioni tra Iran e Arabia Saudita, uno smacco per la diplomazia Usa. Secondo il quotidiano statunitense, l’iniziativa di Riad di riprendere gli aiuti ha innescato un dibattito all’interno della leadership araba palestinese: sostenere il dialogo tra l’Arabia Saudita a Israele costituirebbe infatti una svolta rispetto alla posizione assunta dall’Anp nel 2020, quando quest’ultima accusò i leader del Golfo di aver “pugnalato alle spalle” i palestinesi tramite gli Accordi di Abramo per la normalizzazione delle relazioni con Tel Aviv.

Il “Wall Street Journal” anticipa che una delega- zione di alto livello dell’Autorità palestinese si recherà in Arabia Saudita la prossima settimana per discutere di “cosa il Regno possa fare nell’ambito dei colloqui con Israele per far rafforzare le flebili speranze di creare uno Stato palestinese”. Il quotidiano ricorda che l’Arabia Saudita ha sostenuto e finanziato i palestinesi sin dal 1948, quando i leader arabi tentarono di prevenire con la forza militare la creazione dello Stato di Israele.

Da allora Riad ha versato oltre cinque miliardi di dollari a sostegno delle cause palestinesi, incluso il finanziamento diretto all’Anp. Riad ha però iniziato a ridurre il proprio sostegno finanziario dal 2016, in risposta ad accuse di incompetenza e corruzione ai vertici dell’Anp.

I contributi dell’Arabia Saudita all’Autorità palestinese, che ammontavano a 174 milioni di dollari nel 2019, si sono azzerati nel 2021. Il principe della Corona saudita, Mohamed Bin Salman, ha ipotizzato nei mesi scorsi una ripresa degli aiuti in cambio di una stretta alle attività dei gruppi armati palestinesi in Cisgiordania. Intanto, il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, ha pubblicamente ringraziato le autorità saudite per “la calorosa accoglienza” riservata ai 128 israeliani a bordo dell’aereo Airbus 320 della compagnia Air Seychelles, in volo verso Tel Aviv, che ha effettuato un atterraggio di emergenza a Gedda, in Arabia Saudita, a causa di un guasto tecnico.

“Sono felice che stiate tornando tutti a casa. Apprezzo molto il buon vicinato”, ha detto Netanyahu in un video pubblicato sulla piattaforma X, precedentemente nota come Twitter. Si tratta un altro passo in avanti, se si considera che fino qualche anno fa gli aerei israeliani non potevano nemmeno entrare nello spazio aereo saudita. Secondo il portale d’informazione “Axios”, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sta valutando l’opportunità di un incontro con l’erede al trono dell’Arabia Saudita a margine del vertice del G20 che si terrà il mese prossimo a Nuova Delhi, in India. L’incontro avrebbe l’obiettivo di dare un forte impulso al lavoro diplomatico della Casa Bianca per favorire un accordo con Riad che prevede la normalizzazione delle relazioni tra Arabia Saudita e Israele e nuove garanzie di sicurezza da Washington a favore del Regno. A luglio, il “New York Times” aveva riferito che per stabilire relazioni diplomatiche con Riad, Israele dovrebbe promettere ufficialmente di non annettere mai la Cisgiordania (nell’accordo di normalizzazione del 2020 con gli Emirati Arabi Uniti, Netanyahu aveva accettato di rinviare la sua promessa di annessione fino al 2024); impegnarsi a non istituire ulteriori insediamenti, a non espandere i confini di quelli esistenti e a non legalizzare alcun avamposto illegale; e rinunciare ad alcuni territori palestinesi nell’area C della Cisgiordania, controllata da Israele in base agli accordi di Oslo. Altre richieste di Riad includono un patto di difesa reciproca con gli Stati Uniti, simile alla Nato, secondo cui se l’Arabia Saudita venisse attaccata, Washington sarebbe obbligata a difenderla. Inoltre, Riad intende sviluppare un programma nucleare civile.