LA TURCHIA PROVA A FARE DA PACIERE PER IL CESSATE IL FUOCO IN UCRAINA

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’ Italia – 05/09/2023

Ue, il portavoce Stano: «L’aspettativa generale è che la Russia ritorni almeno all’accordo e che interrompa la sua aggressione, che comprende anche il blocco del Mar Nero e che prende di mira soprattutto le esportazioni di grano ucraine»

L ’accordo sul transito di cereali nel Mar Nero è stato al centro dei lunghi colloqui tenuti oggi a Sochi dal presidente russo, Vladimir Putin, e dall’omologo turco, Recep Tayyip Erdogan.  Un accordo che riveste un “ruolo fondamentale” per scongiurare una crisi alimentare nel mondo, ha dichiarato Erdogan, definendo il documento “un respiratore d’emergenza” per i Paesi più poveri e in particolare quelli africani. “Abbiamo preparato un nuovo pacchetto di proposte con le Nazioni Unite che include progressi significativi”, ha detto il presidente turco, secondo cui è “possibile ottenere dei risultati attraverso questo nuovo processo”. La Turchia si pone dunque in modo sempre più evidente come mediatore d’elezione per trovare una convergenza sulla materia tra Mosca e Kiev.

Il capo dello Stato turco, in una conferenza stampa congiunta con Putin, ha definito “corrette” le richieste avanzate da Mosca, che a luglio aveva rifiutato l’ennesima proroga dell’accordo perché a suo avviso non erano state prese in considerazione le richieste russe. Erdogan non ha risparmiato neppure una “bacchettata” a Kiev, che a suo avviso deve “ammorbidire l’approccio” per compiere “passi comuni con la Russia” verso la ripresa del transito. Il risultato ottenuto per ora da Erdogan è quello dell’invio, da parte russa, di un milione di tonnellate di grano verso la Turchia. Sarà nei porti turchi che le quantità di cereali verranno poi suddivise e smistate per essere indirizzate come ultima meta ai Paesi più bisognosi.

La conferma dell’operazione è arrivata oggi dallo stesso Putin nel punto stampa a Sochi. “Continuiamo a organizzare la fornitura di un milione di tonnellate di grano russo a un prezzo preferenziale per la lavorazione in Turchia e quindi per il trasporto gratuito verso i Paesi più poveri”, ha spiegato il presidente russo. “Contiamo in questo senso sull’aiuto del Qatar, che è pronto a sostenere i Paesi più poveri per motivi umanitari”, ha aggiunto il capo del Cremlino. La Russia, ha infine precisato Putin, sarà pronta a partecipare di nuovo all’iniziativa del Mar Nero “una volta che tutte le sue richieste saranno soddisfatte”.

“Siamo stati costretti a prendere la decisione (di interrompere la partecipazione all’accordo sul grano) perché i Paesi occidentali hanno bloccato e continuano a bloccare l’adempimento dell’accordo per quanto riguarda l’accesso dei produttori agricoli ai mercati globali”, ha affermato. “Vorrei riaffermare la nostra posizione di principio: saremo pronti a prendere in considerazione la possibilità di rianimare l’accordo, e lo faremo immediatamente, non appena tutti i punti in esso contenuti saranno pienamente soddisfatti”, ha detto ancora Putin.

Toni distesi, dunque, nei colloqui che hanno visto al centro anche la   cooperazione economica Russia-Turchia, che si fonderà in futuro, secondo i due capi di Stato, sul pagamento in valute nazionali e non più in dollari, e che vedrà un rapporto sempre più stretto per quanto riguarda le forniture di gas russo ad Ankara. Gli animi non si sono scaldati neppure quando sono stati affrontati i temi più delicati in politica estera per le relazioni bilaterali, come il futuro della Siria che secondo Putin “dovrà essere deciso dai siriani” e non da “pressioni esterne”. Le buone intenzioni di Ankara si sono manifestate persi- no nella proposta di Erdogan di fare della Turchia un mediatore nella risoluzione della crisi ucraina.

“Abbiamo già ospitato colloqui nel nostro Paese tra le parti in conflitto. Siamo di nuovo pronti ad assumere la funzione di intermediario”, ha concluso Erdogan. Se il presidente turco sceglie il guanto di velluto per porre il proprio Paese, almeno nelle intenzioni, al centro di un’importante mediazione internazionale, l’Ue utilizza toni diversi attraverso il portavoce Peter Stano. Nelle stesse ore in cui si tenevano i colloqui a Sochi, Stano ha richiamato la Russia “alle proprie responsabilità”, affinché rinnovi l’accordo per il transito dei cereali e allo stesso tempo “fermi l’aggressione illegale” dell’Ucraina.

“L’aspettativa generale è che la Russia ritorni almeno all’accordo e che interrompa la sua aggressione illegale contro l’Ucraina, che comprende anche il blocco del Mar Nero e che prende di mira soprattutto le esportazioni di grano ucraine”, ha detto Stano aggiungendo che le azioni sul campo dimostrano la volontà di Mosca di “esacerbare la crisi   alimentare   globale”, mettendo a rischio “milioni di persone vulnerabili in tutto il mondo”.