LE FORZE D’ISRAELE ENTRANO A GAZA HEZBOLLAH INTENSIFICA GLI ATTACCHI

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 03/11/2023

Medio Oriente: il ministero della Sanità ha aggiornato a 9.061 persone il bilancio dei morti causati dal conflitto in corso dallo scorso 7 ottobre tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas. La cifra include 3.760 minori e 2.326 donne. Il generale Halevi ha aperto al trasferimento di carburante per gli ospedali nella Striscia

A 27 giorni dallo scoppio el conflitto in Medio riente, le Forze di difesa di Isr (Idf) sono entrate nella Città di Gaza, mentre lo scontro con il gruppo libanese Hezbollah si fa sempre più intenso. “Siamo passati a un’altra fase significati- va della guerra. Le forze sono nel cuore della parte settentrionale di Gaza, operano nella Città di Gaza, la stanno circondano”, ha detto in una dichiarazione alla stampa il capo di Stato maggiore delle Idf, generale Herzi Halevi. “Le forze stanno combattendo in un’area urbana densa e complessa”, ha aggiunto il capo di Stato maggiore, sottolineando che l’offensiva ha “un prezzo doloroso e difficile”, con 19 soldati uccisi finora nell’operazione di terra. Intanto, il ministero della Sanità di Gaza ha aggiornato a 9.061 persone il bilancio dei morti nella striscia di Gaza, causati dal conflitto in corso dallo scorso 7 ottobre tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas. La cifra include 3.760 minori e 2.326 donne. Secondo la medesima fonte, almeno 27 persone sono state uccise in un presunto bombardamento israeliani contro la scuola Abu Hussein dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa) nel campo profughi di Jabali, già bombardato il 31 ottobre e il primo novembre.

Il generale Halevi ha inoltre aperto al trasferimento di carburante per gli ospedali nella striscia di Gaza. “Controlliamo ogni giorno la situazione nella Striscia. Da più di una settimana ci dicono che il carburante negli ospedali finirà, e non è così. Vedremo quando arriverà il giorno che finirà. Quando arriverà, il carburante sarà trasferito, con supervisione, agli ospedali, e faremo di tutto per garantire che non raggiunga le infrastrutture di Hamas”, ha detto Halevi. Poco dopo, l’Ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha tenuto a precisare che l’ingresso di carburante a Gaza “non è stato ancora approvato”. Una dichiarazione che, secondo il quotidiano della sinistra israeliana “Haaertz”, evidenzia ancora una volta la distanza che c’è tra il primo ministro e i vertici militari e di sicurezza dello Stato ebraico. Intanto, sul fronte settentrionale, le Forze di difesa israeliane hanno dato notizia di numerosi lanci di missili dal Libano verso Israele, a cui le Idf hanno risposto colpendo obbietti- vi del movimento sciita libanese filiraniano Hezbollah.

Secondo un rapporto del Washington istituto for Near East Policy pubblicato ieri, i diversi attacchi lanciati da Hezbollah “vanno oltre le normali regole di ingaggio, facendo maggiore uso di armi avanzate (come i missili anticarro) o colpendo diversi obiettivi militari (come il drone abbattuto il 29 ottobre)”. Inoltre, per ridurre al minimo i rischi di una guerra su vasta scala, Hezbollah ha “spesso consentito ad altri gruppi di lanciare razzi contro Israele dal sud del Libano”, come le Brigate Izz al Din al Qassam (ala militare dell’organizzazione palestinese Hamas), le Brigate al Quds (braccio armato della Jihad islamica palestinese) e le Brigate Abu Ali Mustafa (ala armata del Fronte popolare marxista-leninista per la liberazione della Palestina). Inoltre, avverte il think tank, “il margine di errore si riduce ogni giorno”. Peraltro, il portavoce in lingua araba delle Forze di difesa di Israele (Idf), Avichay Adraee, ha riferito su X (ex Twitter) che la Brigata Imam Hussein, una milizia affiliata all’Iran e originariamente schierata in Siria, è stata trasferita nel sud del Libano per sostenere il movimento sciita libanese Hezbollah. “Dopo una serie di fallimenti subiti da Hezbollah contro Israele nelle ultime settimane, la Brigata iraniana Imam Hussein, guidata da un comandante noto come Zulfiqar, è arrivata nel sud del Libano”, ha annunciato Adraee.

“La milizia è impegnata in uno scontro con le Idf nelle ultime settimane lungo il confine libanese”, ha aggiunto il portavoce. “Hezbollah e la Brigata Imam Hussein faranno sì che il Libano paghi un prezzo pesante a beneficio di Hamas-Isis. Le Idf sono pienamente pronte a rispondere a chiunque cerchi di minare la sua sovranità nel nord”, ha concluso. Buone notizie arrivano invece dal valico di Rafah al confine tra Gaza e l’Egitto. Dopo il primo gruppo di italiani che ha lasciato mercoledì la Striscia di Gaza, ieri una bambina italiana di sei anni e la mamma palestinese hanno attraversato il valico di Rafah. Sono ora in Egitto, assistite dal personale dell’ambasciata d’Italia al Cairo per il successivo rientro in Italia. “Sono particolarmente felice per l’esito positivo della vicenda di questa bambina, che proprio domani compirà sei anni, e della sua mamma” ha commentato il ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani. “Voglio ringraziare tutto il personale coinvolto nell’operazione, dai funzionari delle Sedi diplomatiche al Cairo, Tel Aviv e Gerusalemme al nostro servizio di intelligence che, con il costante coordinamento dell’Unità di Crisi della Farnesina, ha ottenuto questo importante risultato”, ha aggiunto. Secondo quanto appreso da “Nova”, gli italiani dovrebbero fare rientro oggi su voli diversi per Milano, Bergamo e Roma.