L’Unione per il Mediterraneo spinge per una soluzione diplomatica a Gaza

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 28/11/2023

La guerra in corso tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas è stata al centro dei lavori dell’ottavo Forum regionale dell’Unione per il Mediterraneo, che si è svolto a Barcellona. L’organizzazione intergovernativa comprende complessivamente 43 Paesi, di cui 27 appartenenti all’Unione europea e 16 del Europa sudorientale, del Nord Africa e del Medio Oriente.

Come annunciato alla vigilia del Forum, Israele ha deciso di non inviare alcun rappresentante a causa della sua “insoddisfazione” per il “cambiamento dell’ordine del giorno originale”, che ha fatto sì che l’incontro si concentrasse “esclusivamente” sul conflitto con il movimento islamista palestinese Hamas. Fonti diplomatiche israeliane citate dalla stampa spagnola hanno evidenziato che queste modifiche “danneggiano lo scopo dell’Unione per il Mediterraneo e rischiano di trasformarlo in un altro forum internazionale in cui i Paesi arabi criticano Israele”.

Poco prima dell’inizio dei lavori a Barcellona, un gruppo di circa 30 manifestanti filopalestinesi si è radunato davanti al palazzo Sant Pau, scandendo slogan come “Libertà per la Palestina” e chiedendo il boicottaggio di Israele. Il Forum è stato un’occasione per il ministro degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Riyad al Maliki, di denunciare la situazione “catastrofica” nella Striscia di Gaza ed esortate la comunità internazionale a “compiere ogni sforzo per raggiungere un cessate il fuoco permanente”.

Nel corso di una conferenza stampa con il ministro degli Esteri di Madrid, Jose Manuel Albares, al Maliki ha elogiato il “sostegno del governo spagnolo alla pace e alla giustizia, attraverso la sua solidarietà con il popolo nella Striscia di Gaza e il suo appello alla necessità di fermare l’aggressione e porre fine all’uccisione di donne e bambini innocenti”. Da parte sua, Albares ha ribadito la necessità di una soluzione a due Stati, quello israeliano e quello palestinese, che permetta una pace duratura tra i due popoli.

Prima, tuttavia, “sarà necessario ricostruire Gaza”. “Abbiamo bisogno dell’Ue, del mondo arabo e della comunità internazionale. Oggi i ministri e i rappresentanti di numerosi Paesi sono venuti qui a Barcellona proprio per esprimere il loro sostegno. Vogliamo inviare un forte messaggio di pace e stabilità in Medio Oriente e siamo decisi a sfruttare tutti gli sforzi in campo per raggiungere la pace, che è necessaria oggi più che mai”, ha evidenziato Albares. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha affermato in alcune dichiarazioni alla stampa a margine dei lavori di aver avuto un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen, a cui ha ribadito la posizione dell’Italia nella situazione in Medio Oriente, con la condanna ad Hamas e la richiesta che venga sempre “rispettato il diritto internazionale”

Come il ministro spagnolo, anche Tajani ha sottolineato che occorre trovare una soluzione che preveda due Stati, che si “riconoscano reciprocamente”. Il titolare della Farnesina ha infatti evidenziato che l’Italia “non è favorevole” al riconoscimento della Palestina senza l’accordo di Israele: “L’obiettivo è la pace, con due popoli, due Stati, ma se non si riconoscono è inutile, è propaganda”, ha detto Tajani. Il ministro ha poi ricordato che l’Italia fin dall’inizio del conflitto si è impegnata per una pausa umanitaria ad aiutare la popolazione civile a Gaza.

Il titolare della Farnesina ha inoltre evidenziato la necessità del rispetto del diritto internazionale, ribadendo che la popolazione palestinese “non è Hamas”. Per l’Alto rappresentante europeo per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, le elezioni, con i territori palestinesi governati dall’Autorità nazionale palestinese, sono l’unica soluzione percorribile in Medio Oriente. “I palestinesi devono governarsi da soli. E oggi i palestinesi sono l’Autorità palestinese. Naturalmente possiamo migliorarla e dobbiamo organizzare le elezioni il prima possibile. E Israele deve permetterle, perché l’ultima volta non sono state permesse a Gerusalemme est”, ha dichiarato Borrell durante la conferenza stampa finale del Forum dell’Unione per il Mediterraneo. “Stiamo promuovendo qualcosa che deve essere migliorato, che deve essere legittimato attraverso le elezioni, ma non possiamo fermarci e aspettare qualche anno prima di avere la soluzione perfetta. Dobbiamo lavorare con quello che abbiamo, e questa è l’unica soluzione possibile”, ha ribadito l’Alto rappresentante europeo.

“Questi obiettivi possono essere raggiunti solo attraverso una pace ben radicata in Medio Oriente, costruita esclusivamente sulla soluzione dei due Stati”, ha poi sottolineato anche il segretario generale dell’Unione per il Mediterraneo, Nasser Kamel. “C’è sicuramente un prima e un dopo il 7 ottobre per la cooperazione mediterranea e per l’Unione per il Mediterraneo: Israele e Palestina sono membri fondatori della nostra organizzazione e questo ci porta a riflettere attivamente sul nostro ruolo nella costruzione di una pace duratura per questi due Stati indipendenti, basata sulla promozione di progetti e iniziative concrete che aiutino a consolidare questa pace”, ha aggiunto. “L’Unione per il Mediterraneo, in quanto quadro regionale, può e deve essere la chiave di volta per plasmare il futuro della regione”, ha concluso Kamel.