MEDIO ORIENTE: LA TREGUA A GAZA VACILLA CIA E MOSSAD TENTANO UN’ALTRA PROROGA

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 29/11/2023

Lo Stato ebraico non sarebbe disposto a estendere il cessate il fuoco oltre domenica (durata totale: 10 giorni)

Dopo la proroga di due giorni della tregua umanitaria tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas nella Striscia di Gaza, la diplomazia è al lavoro per estendere ulteriormente il cessate il fuoco.

Tuttavia, secondo un funzionario israeliano, lo Stato ebraico non è disposto a estendere la tregua oltre domenica (per una durata totale di 10 giorni). Il capo dell’agenzia di intelligence israeliana (Mossad), David Barnea, il capo della Cia, William Burns, il primo ministro qatariota, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, e il capo dell’intelligence egiziana, Abbas Kamel, si sono incontrati a Doha, in Qatar, per discutere dell’ampliamento del gruppo di ostaggi da rilasciare dopo il completamento dell’accordo attuale e sulla possibilità di una “tregua di più giorni” tra Israele e Hamas.

Mentre proseguono i lavori attorno al tavolo dei negoziati, anche il processo di scambio di ostaggi israeliani detenuti dal gruppo islamista a Gaza e prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri di Israele continua. Alla fine dei sei giorni di tregua, è previsto il rilascio di 20 ostaggi israeliani in cambio di 60 prigionieri palestinesi..

Nel frattempo, il ministero della Giustizia di Israele ha annunciato i nomi di 50 prigionieri palestinesi candidati al rilascio in caso di un’ulteriore estensione del cessate il fuoco in corso. Secondo quanto riferito dal quotidiano israeliano “Haaretz”, l’elenco comprende Ahed Tamimi, una studentessa 22enne arrestata il 6 novembre scorso con l’accusa di incitamento alla violenza e sostegno al terrorismo.

Circa 20 delle donne sulla lista sono cittadine israeliane. Tuttavia, gli equilibri della tregua vacillano. Tre ordigni esplosivi sono stati fatti esplodere accanto ai militari delle Forze di difesa israeliane (Idf) in due diverse località nel nord della Striscia di Gaza, violando l’accordo di cessate il fuoco. Secondo quanto riferito da un portavoce delle Idf, in un episodio i combattenti armati palestinesi hanno anche aperto il fuoco contro i militari israeliani, che hanno risposto sparando. Durante gli incidenti diversi soldati sono rimasti leggermente feriti. “In entrambi i casi, le truppe si trovavano in posizioni conformi al quadro della pausa operativa”, hanno spiegato le Idf, per le quali si è trattato della “prima violazione significativa dell’accordo”.

Da parte sua, parlando al quotidiano “Bild”, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha affermato che Israele non ha “altra scelta che distruggere Hamas”. Il leader del partito conservatore Likud ha dichiarato che, “se si vuole la pace, si deve distruggere Hamas, se si vuole la sicurezza, si deve distruggere Hamas, se si vuole un futuro diverso per israeliani, arabi, palestinesi e tutti gli altri, si deve distruggere Hamas”. Il gruppo che controlla la Striscia di Gaza afferma infatti che “ripeterà il massacro” degli israeliani, “il peggiore contro il popolo ebraico dai tempi dell’Olocausto”, ha detto Netanyahu. Per tale motivo, lo Stato ebraico “non ha altra scelta” che annientare Hamas, contro cui continuerà a lottare dopo la liberazione degli ostaggi presi dal movimento islamista palestinese il 7 ottobre.