M.O., PRIMO OSPEDALE DA CAMPO A GAZA CONTINUANO I BOMBARDAMENTI ISRAELIANI

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 21/11/2023

Non si fermano neanche gli scontri al confine tra Libano e Israele, che vanno avanti dall’8 ottobre scorso

Al 45esimo giorno di conflitto tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas, sono arrivate nella Striscia di Gaza le attrezzature per la realizzazione del secondo ospedale da campo giordano, che sarà il primo a entrare nell’enclave palestinese dallo scorso 7 ottobre, giorno in cui Hamas ha attaccato Israele. L’ospedale, che verrà istituito a Khan Younis e disporrà di 41 posti letto, sarà la quinta struttura medica giordana all’interno della Striscia.

Nelle stesse ore, l’ospedale indonesiano nel nord di Gaza è stato bombardato da un presunto attacco israeliano che ha ucciso almeno 12 palestinesi e ferito decine di persone. In uno dei combattimenti tra le forze in campo nell’enclave palestinese, è stata coinvolta la clinica dell’organizzazione Medici senza frontiere (Msf) a Gaza City, colpita da colpi di artiglieria attribuiti alle Forze di difesa israeliane (Idf). “Un muro è stato abbattuto e una parte dell’edificio è stata inghiottita dal fuoco, mentre attorno ad essa si svolgevano pesanti combattimenti”, ha spiegato la stessa organizzazione su X (ex Twitter), chiedendo la fine dei combattimenti nella zona.

Inoltre, per la prima volta dalla scorsa settimana, le Brigate Qassam, braccio armato di Hamas, hanno rivendicato un lancio di razzi su Tel Aviv. I lanci di razzi di Hamas, seppur rallentati nell’ultimo periodo, sono rimasti regolari da quando Israele ha cominciato le operazioni di terra a Gaza alla fine di ottobre.

La Knesset (il parlamento diIsraele) ha intanto approvato il disegno di legge che consente alle Idf e all’agenzia di intelligence per gli affari interni (Shin Bet) di accedere alle telecamere di sicurezza dei civili. Secondo quanto riferito dal quotidiano “Times of Israel”, la norma permette di “accedere segretamente alla tecnologia di back-end delle telecamere di sicurezza per prevenire o impedire l’accesso di soggetti malintenzionati”. Il disegno di legge sarà in vigore per un periodo iniziale di sei mesi, con un’opzione di proroga, e consente di visionare il materiale solo in caso di pericolo per la sicurezza nazionale o per le operazioni delle Idf legate alla guerra in corso contro il movimento islamista palestinese Hamas.

Non si fermano neanche gli scontri al confine tra Libano e Israele che vanno avanti dall’8 ottobre, quando i membri del movimento sciita libanese filo-iraniano Hezbollah avevano attaccato le forze israeliane oltre il confine attraverso l’uso di razzi e artiglieria. Secondo una fonte vicina a Hezbollah ad “Agenzia Nova”, sono almeno 72 i membri del movimento morti negli scontri con le Idf al confine. Mentre il movimento continua a lanciare razzi e droni contro Israele, la casa del deputato libanese Qabalan Qabalan è stata colpita da un presunto attacco delle Idf nell’area del villaggio di Mays al Jabal, nel distretto di Marjeyoun, in Libano. Qabalan fa parte del partito sciita libanese Amal, alleato di Hezbollah, di cui è leader il presidente del Parlamento, Nabih Berri. Al livello internazionale, il re della Giordania, Abdullah II, ha incontrato ad Amman l’alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione europea, Josep Borrell, nell’ambito degli sforzi per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza. Durante l’incontro, il re giordano ha sottolineato la necessità di “lavorare intensamente per porre fine alla guerra contro Gaza e all’assedio imposto su di essa e premere per la consegna di cibo, medicine, acqua e carburante”. Inoltre, Abdullah II ha messo in guardia “dagli effetti catastrofici dell’odiosa guerra in corso, che sta uccidendo civili innocenti e indifesi”, e “dalla continua escalation e dalla violenza dei coloni contro i palestinesi in Cisgiordania”, sottolineando che “l’unico modo per risolvere il conflitto israelo-palestinese è la soluzione a due Stati, che garantirebbe stabilità e sicurezza per tutti”.

Da parte sua, secondo quanto riferito dall’emittente del Regno “Al Mamlaka”, Borrell ha sottolineato la necessità di “proteggere i civili a Gaza” e l’importanza del “ruolo della Giordania nello sviluppo di un orizzonte politico per raggiungere la pace basata sulla soluzione a due Stati”. Proseguono inoltre le trattative indirette tra Israele e Hamas per liberare gli ostaggi e giungere a un cessate il fuoco. Borrell ha infatti incontrato a Doha anche il premier e ministro degli Affari esteri del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, che ha ribadito i continui sforzi del suo Paese per mediare il rilascio dei prigionieri, nonostante le “difficoltà” derivanti dall’escalation dell’aggressione contro Gaza. L’alto funzionario del Qatar ha espresso apprezzamento per l’appello dell’alto rappresentante Ue a garantire l’accesso senza ostacoli agli aiuti umanitari per la popolazione di Gaza e per i suoi sforzi per attuare la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu sulle pause umanitarie. Il primo ministro ha inoltre sottolineato la drammaticità della situazione esprimendo il suo rammarico per il silenzio della comunità internazionale sui massacri che colpiscono i civili, soprattutto minori e donne, oltre a colpire strutture civili e umanitarie. Al Thani ha evidenziato la necessità di fermare immediatamente i bombardamenti, le operazioni di rappresaglia e gli attacchi indiscriminati sulla Striscia di Gaza, ma anche di revocare l’assedio imposto da anni.

Dall’inizio delle operazioni israeliane nella Striscia di Gaza lo scorso 7 ottobre, almeno 13.300 persone sono state uccise, di cui più di 5.600 minori. Sono dati difficilmente verificabili, in quanto anche il ministero della Salute palestinese a Gaza gestito da Hamas non è in grado di aggiornare regolarmente il bilancio ufficiale delle vittime a causa del collasso del sistema sanitario che raccoglieva i dati necessari a questo scopo. Da parte israeliana, sono almeno 65 i militari israeliani uccisi nell’offensiva di terra di Israele a Gaza e 352 dall’inizio delle operazioni israeliane. I civili israeliani uccisi nell’attacco di Hamas contro lo Stato ebraico sono invece circa 1.200.