Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 02/02/2024
L’obiettivo è quello di rafforzare a sicurezza marittima nell’area più calda del mondo. Lo ha annunciato ieri il ministro Guido Crosetto, in audizione presso le commissioni Difesa di Camera e Senato
L’Italia quest’anno assumerà il comando della Combined Task Force 153 (Ctf 153), una missione multinazionale istituita nel 2022 per rafforzare la sicurezza marittima internazionale nell’area più calda del mondo: il Mar Rosso, lo stretto di Bab el Mandeb e il Golfo di Aden. Lo ha annunciato ieri il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in audizione presso le commissioni Difesa di Camera e Senato, confermando che l’Italia continua ad avere il comando delle operazioni europee Atalanta e Emasoh-Agenor. La Ctf 153 è una delle cinque task force combinate della Combined Maritime Forces (Cmf), una partnership marittima di 41 nazioni con sede in Bahrein che si occupa di antiterrorismo, lotta alla pirateria e cooperazione regionale. Il personale della Ctf 153 comprende militari statunitensi e internazionali provenienti dai 41 Stati membri della Cmf, tra cui l’Italia. Quando non è in mare, il personale della Ctf 153 lavora in uffici a terra presso il quartier generale della Cmf a Manama, capitale del Bahrein. L’operazione Agenor, organizzata nell’ambito dell’iniziativa Emasoh (European-led Maritime Awareness Strait of Hormuz), trae invece la sua origine da una proposta francese avanzata nel gennaio 2020 in ambito del Consiglio dell’Unione europea.
Il contingente militare dell’operazione, a connotazione prevalentemente marittima e costituito tra le nazioni europee, è dispiegato in un’area di operazione centrata sullo stretto di Hormuz ed estesa verso nord a tutto il Golfo Persico e verso sud alla zona dell’Oceano Indiano posta in corrispondenza delle coste dell’Oman. L’anno scorso, in particolare, la Marina militare italiana ha contribuito alla missione, facendosi carico del comando tattico assegnato al contrammiraglio Mauro Panebianco dal 9 giugno al 7 dicembre scorso. Nel giro di poche settimane, l’operazione Agenor potrebbe essere assorbita dalla missione di difesa delle navi europee colpite dalle milizie yemenite filoiraniane Houthi nel Mar Rosso, denominata Aspides, che potrebbe essere guidata dalla Grecia. Secondo quanto dichiarato dall’Alto rappresentante europeo per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, la missione Aspides – il cui avvio è stato proposto dall’Italia – dovrebbe prendere il via il 17 febbraio.
A novembre 2008, l’Ue ha istituito di fatto la prima operazione militare a carattere marittimo a guida europea, l’operazione Atalanta, che può contare su unità navali e velivoli dislocati nell’area del Corno d’Africa (Golfo di Aden e bacino somalo) per la sorveglianza e il riconoscimento di attività sospette riconducibili alla pirateria. Questo fenomeno continua infatti a rappresentare una minaccia per la libertà di navigazione del traffico mercantile. Il personale militare coinvolto nell’operazione può trattenere e trasferire persone sospettate di aver commesso o che hanno commesso atti di pirateria o di rapina e sequestrare le imbarcazioni appartenenti ai pirati, nonché le armi e le attrezzature ritrovate a bordo. Nell’ambito dell’operazione Atalanta partirà domenica, 11 febbraio, dalle coste di Gibuti, di fronte allo Yemen, la nave ammiraglia Federico Martinengo, fregata missilistica della Marina militare, dispiegata attualmente nel Mar Rosso con l’obiettivo di assicurare vigilanza marittima, garantire la libertà delle rotte commerciali a protezione delle unità mercantili a seguito degli attacchi Houthi contro il traffico in navigazione nello stretto di Babel Mandeb, cruciale via di comunicazione marittima di accesso al Mar Mediterraneo.
Da metà novembre 2023, gli Houthi stanno portando avanti degli attacchi nel Mar Rosso contro le navi commerciali dirette in Israele come risposta a quella che considerano un’aggressione della Striscia di Gaza da parte dello Stato ebraico. Questo ha spinto il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, a lanciare un’operazione multinazionale finalizzata a proteggere la navigazione nel Mar Rosso. Inoltre, le forze statunitensi e britanniche hanno condotto significativi attacchi contro le postazioni degli Houthi in Yemen, con l’obiettivo di ridurre la capacità dei miliziani di attaccare le navi commerciali. Questi attacchi sono iniziati a novembre scorso dopo che le forze israeliane hanno avviato un’operazione militare a Gaza il 7 ottobre, in seguito all’attacco del movimento islamista palestinese Hamas in Israele, in cui sono morte circa 1.200 persone. Secondo i dati diffusi dal ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, il bilancio delle vittime delle operazioni israeliane nella Striscia ha superato i 27 mila morti e i 66 mila feriti. Tuttavia, questi dati non possono essere verificati in maniera indipendente e includono sia vittime civili che membri di Hamas. Inoltre, non è possibile sapere con certezza se queste morti siano state causate dall’offensiva di Israele o come conseguenza del lancio di razzi da parte dello stesso movimento islamista palestinese, caduti all’interno di Gaza.