MELONI A MALTA PER FORMARE UN FRONTE COESO SU MIGRANTI E MEDITERRANEO

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 29/09/2023

C‘è anche l’allargamento dell’Unione europea tra i temi principali della riunione dell’ EuroMed 9 in programma oggi

Migranti, sviluppo dei rapporti con la sponda Sud del Mediterraneo e l’allargamento dell’Unione europea: saranno questi i temi principali della riunione dell’ EuroMed 9, il gruppo informale che raccoglie nove Paesi mediterranei membri dell’Unione europea (Malta, Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro, Malta, Slovenia e Croazia), che si terrà oggi a Malta. L’Italia sarà rappresentata alla riunione dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni che nei giorni scorsi ha inviato una lettera ai leader dei Paesi membri dell’EuroMed 9 per chiedere un approccio comune e coeso sulla crisi migratoria. Questo dossier è ovviamente il più importante per l’Italia fra quelli inseriti nell’agenda dei lavori della riunione di La Valletta e non a caso Meloni, nella missiva, ha invitato i leader degli altri Paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo a fare fronte comune sulle politiche migratorie, esortando un approccio coeso che porti avanti gli sviluppi positivi della visita della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a Lampedusa avvenuta lo scorso 17 settembre. Von der Leyen, peraltro, che sarà presente a La Valletta, insieme al presidente del Consiglio Charles Michel, entrambi invitati dal primo ministro maltese Robert Abela.

Giunto alla sua decima edizione, l’EuroMed 9 assume un’importanza non trascurabile in questo frangente in cui il dossier migratorio è tornato prepotentemente nell’agenda europea. Le immagini delle scorse settimane giunte dall’hotspot di Lampedusa, ultimo strascico di un’estate che ha visto numeri crescenti di sbarchi tali da mettere in crisi il sistema di accoglienza, obbliga l’Italia a continuare a perseguire una strategia che coinvolga i Paesi partner, in particolare proprio quelli della sponda Sud del Mediterraneo. Di fatto, per l’Italia l’EuroMed9 può rappresentare un naturale proseguimento della Conferenza su sviluppo e migrazioni ospitata lo scorso 23 luglio alla Farnesina, durante la quale Meloni ha indicato i primi passi della strategia italiana sul Mediterraneo, e che dovrebbe avere il suo momento più importante i prossimi 5 e 6 novembre, quando a Roma si terrà la conferenza Italia-Africa e il governo presenterà ufficialmente il suo Piano Mattei. Prima di quest’evento, tuttavia, ci saranno il vertice della Comunità politica europea e il Consiglio informale a Granada, due eventi organizzati dalla presidenza di turno spagnola dell’Ue, e il Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre: appuntamenti che rendono ancora più importante l’EuroMed 9 che si terrà domani a La Valletta, proprio per la necessità di adottare un approccio coeso sul dossier migratorio da presentare, successivamente, anche agli altri leader europei.

Per la premier Meloni quest’obiettivo è di grande importanza soprattutto alla luce dei recenti dissidi con la Germania – a causa del finanziamento del governo di Berlino alle Ong impegnate nell’accoglienza di migranti – e gli oramai consueti problemi con la Francia che, non appena aumenta la pressione migratoria sull’Italia, invia messaggi di solidarietà ma, al contempo, inasprisce i controlli alle frontiere comuni. Tutti questi temi verranno ampiamente dibattuti durante la prima sessione di lavori dell’EuroMed 9, dedicata proprio al vicinato Sud. Durante questo passaggio, si cercherà di trovare un fronte comune in relazione agli investimenti e a potenziali fondi aggiuntivi da stanziare per i partner del Mediterraneo. In questo contesto l’Italia intende lanciare chiaramente un appello a proseguire l’approccio positivo emerso in seguito all’attuazione del memorandum d’intesa fra Ue e Tunisia siglato lo scorso 16 luglio, e la visita della presidente Von der Leyen a Lampedusa avvenuta il 17 settembre.

La seconda sessione, invece, tratterà alcuni dossier relativi all’attualità europea, dal Patto di stabilità – con l’obiettivo di raggiungere un consenso sul fatto che si debba puntare soprattutto alla crescita – al tema ancora più complesso della riforma generale dell’Unione europea. La riunione di La Valletta sarà un’occasione per coordinarsi, inoltre, sui temi che verranno affrontati durante il Consiglio informa- le di Granada e successivamente nel corso del vertice europeo che si terrà a fine ottobre a Bruxelles. Fra questi, certamente, il conflitto in Ucraina e la revisione a medio termine del quadro finanziario pluriennale, con l’obiettivo che si possa garantire la dovuta assistenza finanziaria a Kiev ma anche rafforzare le voci di bilancio relative ai fondi per la gestione delle migrazioni interne ed esterne. Altri temi oggetto di dibattito saranno la competitività europea e lo strumento Step, la piattaforma dell’Ue per rafforzare la produzione di tecnologie emergenti critiche rilevanti per le transizioni verde e digitale. Fra le altre questioni più importanti oggetto di discussione a La Valletta ci sarà certamente la politica di allargamento dell’Unione europea.

Dopo il Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre, infatti, è attesa la pubblicazione delle relazioni della Commissione europea sui progressi raggiunti dai Paesi candidati all’adesione, in particolare Ucraina e Moldova, oltre che della Georgia che lo scorso anno non è riuscita a ottenere questo status. L’Italia ha mostrato ed espresso in più di un’occasione – anche durante i molteplici incontri fra Meloni e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky così come durante il colloquio con la presidente moldava Maia Sandu avvenuto a Bulboaca lo scorso primo giugno – apertura politica e attenzione nei confronti di tutti Paesi candidati. Per l’Italia, tuttavia, la priorità sono e restano i Balcani occidentali, il nostro vicinato orientale nei confronti dei quali il governo Meloni ha avviato una nuova strategia volta a rafforzare ulteriormente le relazioni e favorire la stabilizzazione regionale. Nel corso del dibattito che si terrà a La Valletta, i nove leader dovrebbero confermare come l’allargamento sia un vantaggio economico e geopolitico per Ue, che tuttavia necessita di adeguati strumenti che evitino i ritardi e riducano la competitività del blocco comunitario.