Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 22/11/2023
Il protocollo che l’Italia ha sottoscritto due settimane fa con l’Albania per rafforzare la collaborazione in materia migratoria “non è paragonabile” a quello che il Regno Unito ha raggiunto con il Ruanda. A precisarlo è stato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani nelle comunicazioni alla Camera in merito al protocollo. “Non c’è esternalizzazione a un Paese terzo nella gestione delle domande d’asilo” e i diritti sono garantiti “e riaffermati più volte nel protocollo”, ha affermato Tajani. “Presto l’Albania entrerà nell’Ue ed è parte del Consiglio d’Europa”, ha aggiunto il ministro, richiamando l’opinione della commissaria europea per gli Affari interni Ylva Johansson, per la quale l’accordo non viola il diritto dell’Ue.
Il protocollo è “un tassello significativo nella strategia dell’esecutivo in un contesto internazionale di crescente instabilità che rischia di aumentare i flussi migratori”, una strategia il cui obiettivo è quello di “sostituire i movimenti migratori irregolari con flussi ordinari e programmati”. Il problema migratorio, infatti, “richiede un approccio nuovo e strutturale, con adeguate risorse”, ha spiegato il ministro degli Esteri. L’accordo tra Italia e Albania “non pretende di essere una panacea” ma è “una componente importante di una strategia complessiva, un possibile modello non solo per l’Italia”.
L’Albania concederà gratuitamente all’Italia due aree: un punto di arrivo al porto di Shengjin e una base militare a Gjader. Nel porto vi sarà una struttura dedicata alla prima assistenza e all’identificazione. Nella seconda struttura saranno esaminate le domande di protezione internazionale e, in assenza di requisiti, compiuta la procedura per il rimpatrio. “Le procedure saranno quelle italiane e svolte esclusivamente dalle autorità amministrative e giudiziarie italiane”, ha precisato Tajani, aggiungendo che il protocollo coinvolgerà due categorie di migranti: i richiedenti asilo soggetti a procedura accelerata di frontiera, ovvero persone non vulnerabili, e le persone in attesa di rimpatrio dopo l’accertamento dell’assenza dei requisiti per il soggiorno in Italia.
“In nessun caso coinvolgerà soggetti vulnerabili quali minori” e “i costi sono interamente a carico dell’Italia”, ha chiarito il titolare della Farnesina. Grazie alla sua iniziativa, Roma “ha riportato l’immigrazione al centro del dibattito europeo”, mediante la firma di un protocollo di collaborazione con un “Paese amico che continueremo a sostenere nelle sue aspirazioni europee”. Tajani ha dichiarato che “la vitalità dei rapporti bilaterali si fonda su legami storici e profondi che riguardano anche la sicurezza”. “Abbiamo eccellenti livelli di integrazione per quanto riguarda la lotta al traffico di stupefacenti e alla criminalità. Intensa è anche la cooperazione giudiziaria. Con l’Albania siamo in procinto di firmare un accordo in materia di pensioni e previdenza sociale. Con quest’intesa (la cooperazione) si arricchisce di una nuova importante componente”, ha aggiunto Tajani.
A proposito della ratifica del protocollo, il ministro degli Esteri ha tenuto a precisare che “in una democrazia parlamentare, il legislatore svolge un ruolo fondamentale”. Non c’è nessuna intenzione e nessuna voglia di conculcare la voce del Parlamento”, ha detto. “Abbiamo scelto liberamente di venire in quest’aula e fare le scelte che vi ho illustrato perché le ritenevamo giuste, anche se in passato per analoghe scelte non ci sono stati passaggi parlamentari, mi riferisco all’accordo con la Libia”, ha spiegato polemizzando con l’opposizione.